Immagine
 Il letto a rio grande... di Carvelli
 
"
Siamo oggi senza ombra e senza mistero,/ In una povertà che lo spirito abbandona;/ Restituiteci il peccato e il sapore della terra/ Perché il nostro corpo si emozioni, tremi e si dia.

Louis Brauquier
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 10/02/2010 @ 09:10:08, in diario, linkato 1640 volte)

Premetto. Che ho sempre difeso Muccino-regista contro Muccino-autore (non perché non ci piace il mondo che racconta non possiamo apprezzarne le doti). Che in fondo un regista veloce fra tanti registi lenti...non che bisogna fare le maratone ma... ha un suo perché, il ritmo, la buona direzioni degli attori, una certa fluidità nel girare e montare. Che vado al cinema osservando indistintamente basso e alto e facendo a mente una mia classifica per genere che non mi impedisce di apprezzare il buono in entrambi. Che quando ho sentito parlare bene di questo film ("nonostante non ci piaccia Muccino") non mi sono identificato neppure in questo atteggiamento salvifico. Che quando ho visto che il mio critico di riferiemnto Roberto Escobar sul domenicale del Sole lo stroncava mi sono trattenuto dal leggerlo (qualche volta è capitato di essere in disaccordo). Che all'entusiasmo di altri recensori, invece, non ho fatto seguire entusiasmo mio. Che, insomma, mi sono tenuto ad equidistanza da tutto e tutti. Anche da me stesso.

Prima i salvati che i sommersi. La Puccini (attesa alla prova difficile del dopo Mezzogiorno) non ha fatto rimpiangere l'attrice che l'ha preceduta. Anzi. Un'aria infantile ma buona, isterica ma comprensiva donano al suo personaggio la forza delle variabili che in altri sfuggono. Con lei la canzone di Lorenzo Jovanotti e solo l'unica altra nota davvero positiva del film ma ero così irritato da non avere voglia di attenderla tanto mi sono detto...e infatti l'ho ascoltata stamane in navetta.

I sommersi. Non so se sia educativo un film come forse non lo è neppure la televisione e quindi non farei questioni di lana caprina se venga prima il male tv del male grande schermo. Di certo se avessi un figlio temerei a equidistanza che veda e approvi i temi di questo film come di tanta tv. Ma lascio ai sociologi e agli psicologi l'ingrato e inane compito e dico. 1 il personaggio interpretato da Favino è una macchietta e lo è anche quando non vuole esserlo. 2 il personaggio "sua moglie" è imbarazzante e mi fa dire (non solo per lei) che il film possa essere in effetti raccontato come biecamente maschilista se non misogino. 3 Che molti matrimoni falliscano ci sta ma che falliscano tutti nei film di Muccino... 4 Che il personaggio del riemerso da viaggi tossici sia una macchietta tout court lo lascio alle leggi della fisica più che alle interpretazioni della critica (che non esercito non essendolo io né rappresentandolo questo sito in sé). 5 Se due su due aspettano un figlio (un figlio...che sono due... desiderati) ed entrambi nati da rapporto extra (intra nel caso di Accorsi) coniugali rende la scena del racconto una barzelletta che così dovrebbe iniziare "ti do due notizie...questa è quella bella, sono incinta....quella brutta è....che non è tuo" e avrei aggiunto risate finte che tanto in sala tutti ci sbellicavamo lo stesso nonostante il preteso pathos) 6 A una che torna dall'obitorio per andare a vedere un amico che si è tolto la vita il compagno chiede "come è andata?"... e come deve essere andata? 7 test tuscolano...a proposito di Santamaria aspirante suicida...a un certo punto il pubblico incitava... daje ammazzate! (inviterei Muccino a mandare un visionatore come si fa nel calcio all'Atlantic). 8 se i personaggi sono ben disegnati narratologicamente alla moglie di Favino non dovrebbe toccare l'odio del suo nuovo compagno. Ingiustificato, ridicolo, fuori tono anche rispetto alla delicatezza (malata) di lei e risiamo a un'immagine fortemente problematica della donna 9 il battito del cuoricino all'ecografo è un po' a rischio (si frequentano da un mesetto)...ma passiamola 10 Cocci finisce in una spiaggia esotica...finisce? non so che augurarmi, augurargli. 11 ma quando nasce (si vede nascere) un bambino si gioisce come ad un gol mentre con l'altra si riprende con la videocamera (ammetto il mio debole senso materno e la poca tifoseria)? 12 il cinema muscolare di Muccino ci ha abituato (troppo) all'isteria, alle reazioni, al lancio dei telefoni (saranno sponsor i vari venditori di cellulari?) tanto che ora raggiungono l'effetto opposto (in sala tutti ridevano al momento sbagliato e questo mi ha dato la certezza che c'è un problema di comunicazione). LAST. La famiglia felice Accorsi-Puccini potrebbe salvarci ma siamo così sommersi che alla fine è meglio nuotare a riva delle nostre semplici (che semplici non sono) vite.

Concludo. Il problema grave di questo film mi sembra proprio nelle funzioni. E' satira senza far ridere e dramma senza far piangere. Inoltre: un film per sentire una canzone è un po' poco. specie se bisogna attendere due ore. farsi intristire sulla impossibilità di un amore non credo che sia benefico. In una vi invito al paranormale forse la vita vi si allargherà di più. Spaventosamente.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 10/02/2010 @ 11:37:46, in diario, linkato 728 volte)

Il racconto si intitola STORIA DI UNA RUGA ed è uscito sul numero 82 di TRATTI.

tratti 82

www.mobydickeditore.it/rivista.html

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 11/02/2010 @ 08:34:53, in diario, linkato 666 volte)

Ancora soldi mal spesi quelli per il film di Verdone "a parte" recensisce il mio amico G. "per il cu-o della Chiatti". Vorrei altrettanta schiettezza dai nostri massimi recensori. Vedere per colonna sonora, per ecc.

E' vero: una pubblicità radiofonica, quella del cuoco della nazionale, elide l'iniziale di (F)RUTTA...ma come si fa a mandare in onda un errore con tale leggerezza.

Finito Accabadora della Murgia. Uno dei libri in lettura contemporanea.

Il resto dopo.

 

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 11/02/2010 @ 09:23:09, in diario, linkato 673 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 15/02/2010 @ 08:55:25, in diario, linkato 651 volte)

Oggi. Ti penso oggi. Oggi che forse non hai nulla ma proprio nulla da fare: E chissà se hai il tempo di ricordare che oggi, oggi...dico ti ricordi che giorno è oggi? O forse hai perso quella tua mania assurda per le ricorrenze, le date, i nomi, i compleanni, gli anniversari. Chissà. Ti penso oggi. Se ti ricordi perché, bene... se no fa lo stesso.

">.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 15/02/2010 @ 17:24:16, in diario, linkato 729 volte)
Riaggiorno la sezione foto casa. Me lo ripromettevo da tempo. Nulla finisce. E non si può dire né che nulla si ricrea, né che in fondo non si distrugga...a lungo andare. Però. Continuo anche ad aggiungere nella sezione "letti di amicizia" le immagini dei vostri giacigli. Grazie a chi le ha mandate, pubblicate e non. Non ancora.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 16/02/2010 @ 08:57:37, in diario, linkato 661 volte)

Inizio con la pubblicazione odierna un testo a puntate dal titolo completo Vi espongo i fatti. Lo aggiornerò a cadenze irregolari.

 

Amami una manciatina

 

Quello che so di Giuseppe e Anna e che qui riferisco lo so in massima parte per esperienza diretta. In parte per l’inevitabile intermediazione di una comune amica.

In definitiva, penso, il fatto dell’amore è un fatto non di soli ingredienti ma di quantità. Non scrivo “posologia” perché non vorrei che voi pensaste che lo dico per cercare facili parentele con la medicina e sottintendendo insanità o problematiche. Forse non lo scrivo perché lo penso. Ovvero lo rimuovo. Forse no. Forse è solo che mi piacciono metafore culinarie. Una scelta di campo un po’ leggera, un modo di partire senza imbarazzi, giudizi perentori.

Se Anna avesse dovuto quantificare il suo bisogno d’amore avrebbe detto “amami una manciatina”. Nelle ricette è scritto Q.B. Quanto Basta. Eppure Anna, decisamente dotata di e portata a un parlare meno specialista, avrebbe preferito l’eloquio di qualche vecchia nonna o di un manuale di cucina più esperienziale, senza tecnicismi. Amami una manciatina. Ecco cosa chiederebbe Anna a chi dovesse mai avvicinarla con intenzioni affettuose. Ma non è cosa che dice, né che confessa a nessuno. Né che scriverebbe nella pagina di un suo diario. (Ha un diario Anna?)

Amami una manciatina. Anna vorrebbe che l’amore la raggiungesse a velo, come lo zucchero. Un gesto della mano che sparge un po’ di pan grattato e fa la crosta in superficie. Deve trattarsi più che di un bisogno contenuto di una cautela. Quando e finché Anna pensa all’amore in una forma così leggera si sente sicura, sente di non dover temere nulla. Insomma, solo così Anna è tranquilla e può pensare ora – almeno per ora – all’amore in una forma non dolorosa.

 

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 17/02/2010 @ 08:40:04, in diario, linkato 657 volte)

Prima di andare un po’ più avanti devo raccontare un fatto successo appena qualche tempo prima che Giuseppe e Anna si conoscessero. Un fatto piccolo e apparentemente ininfluente. Una sera Anna è uscita con un’amica – una cosa che, in verità, non le capita da un po’ – perché ha deciso che non può stare seppellita a casa indefinitamente. Quest’ultima asserzione che lei riverbera come un assioma deve essere una frase che qualcuna o qualcuno le ha detto con premura e lei ora ripete un po’ oggettiva. Una verità indiscutibile che ora è lì a fare da semplificatore, una specie di invito all’abbandono di questa lunga penitenza.

Così ecco Anna e Laura – questo il nome dell’amica – che escono. Il pretesto è un concerto in un locale minuscolo a Prati – non l’ho ancora detto ma questa storia si svolge a Roma e Prati, per chi non lo sa, è un quartiere a ridosso del Vaticano –  dove si sono date appuntamento Anna e Laura. Il concerto non è nulla di straordinario e forse interessa loro solo perché qualcuno della band è amico alla lontana di qualcun altro di cui è amica alla lontana Laura. Anna è andata un po’ per sfida con se stessa, come già detto, e comunque non con una passione per il genere musicale (già, qual è il genere musicale del concerto in questione?) della band. Neanche Laura può essere raccontata come un’appassionata o esperta di musica.

 

Fuori dal locale, che non è stato difficile trovare, salvo una estenuante – per Laura – ricerca di parcheggio, ci sono le due donne e un gruppetto di persone che fumano spegnendo i mozziconi in un posacenere alto di alluminio, troppo elegante per stare all’esterno. Laura è arrivata per prima, dieci minuti soli prima di Anna, abbastanza per farsi dare noia da un ragazzo con una bella parlantina ma un po’ ottuso che le ripete in continuazione le stesse cose (“aspetti qualcuno? Entri o aspetti qualcuno? Ci vediamo dentro o aspetti ancora qui?”) annullando la capacità dialettica di cui ha dato prova un minuto prima. Laura deve aver pensato che a rovinare tutto spesso basta una sola parola. Una sola parola contro dieci buone. Ma è un discorso che ha a che fare con la soglia di sopportazione di ognuno. La sua, la sua di questo periodo, è bassa davvero, pensa, e fa in tempo a veder spuntare la sagoma sul marciapiede di Anna per tirare una boccata d’aria. E una di fumo, prima di spegnere nella sabbia grigia del grande, sproporzionatamente bello, inutilmente elegante posacenere di un locale romano più dimesso dentro che fuori.

-        Scusami ma mentre mi preparavo a uscire mi ha preso male. Volevo restare a casa ma mi dispiaceva darti buca all’ultimo. Ci ho pensato, sai? Forse ho sbagliato, è ancora presto per uscire. Non credo sia una buona idea. Ti dispiace se andiamo a mangiare una pizza o a bere una birra veloce in un pub e ce ne ritorniamo a casa?

Laura la guardava con un misto di compatimento triste e responsabile. Pensava che, forse, se Anna era uscita era solo per la sua insistenza e ora aveva un’aria colpevole mista all’ansia di salvare una uscita nata male.

-        Entriamo un attimo, dài. Se non ci piace riusciamo e ce ne andiamo.

-        Non mi sento…

-        Un attimo solo, dài?

Laura tutto sommato era propensa a dare un’altra possibilità al tipo che aveva tentato di sedurla in un modo tra l’inopportuno e il divertente. Ma alla nuova negazione di Anna si era decisa ad assecondare l’amica e ora cercavano qualcosa lì intorno, proprio per non privare di senso la snervante ricerca di un posto per la macchina.

 

Dopo erano davanti a un pub dall’aria non esclusiva né elegante. Entravano senza pensare ad altro che a prendere quella birra veloce e via: ognuno verso casa sua. Per Laura una serata comunque passata fuori dalla monotonia domestica; per Anna la prima sera fuori casa da tempo. Già: da quanto tempo?

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 17/02/2010 @ 10:36:44, in diario, linkato 629 volte)
La mia ossessiva amica nonché collega me l'ha propinata in ogni salsa ieri...la sua malattia a scoppio nostalgico-malinconico. Poi, come se non bastasse, in macchina (che già mi pesa scrivere la parola se guido io) sotto una pioggia a dirotto, il tergicristallo e il suo sinistro cigolio, la gente che prova a infilarsi ovunque, la cortina di fumo del sigaro...dopo tutto questo e qualcos'altro che non ricordo, eccola di nuovo. Come un segno. Ossessivo pure lui
">.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 17/02/2010 @ 11:48:22, in diario, linkato 808 volte)

Sul numero corrente di Zoe Magazine la mia non-intervista all'indimenticato sceneggiatore felliniano e autore teatrale Tullio Pinelli.

Tullio Pinelli, intervista impossibile (o mancata)

di Roberto Carvelli

Un giorno di novembre ho preso e ho chiamato. Ho cercato di calcolare il tempo per essere certo di non disturbare. Era novembre. Tullio Pinelli, indimenticabile sceneggiatore dei grandi film di Federico Fellini, aveva compiuto 100 anni il 24 giugno del 2008, sapevo che stava bene, che rispondeva lui al telefono. Il numero lo avevo chiesto a quelli della casa editrice Edizioni Sabinae che gli avevano pubblicato per l’occasione un soggetto cinematografico, L’uomo a cavallo (15 €). Il telefono squillava a vuoto. E’ stato così per alcuni pomeriggi. Mi domandavo se forse non erano le ore giuste per l’età di questo autore di teatro, letteratura e cinema. Poi, una sera, mi ha risposto la moglie, gentile, con il suo accento francese: “Pinelli sta male, Pinelli ricoverato in una clinica”. Lo chiamava per cognome. Le ho spiegato che avrei voluto intervistarlo per un libro su l’amore a Roma. E anche dopo che Amarsi a Roma era finito ho riprovato lo stesso a chiamare per sapere come stava “Pinelli”, come se fosse un filo che dovevo ancora tirare. Anche ora che il libro è in giro nelle librerie mi domando cosa avrebbe potuto dirmi: L’amore che raccontavano ai tempi di Fellini de La dolce vita era ancora attuale? Si potrebbe raccontarlo ancora così? Qualche giorno fa ho saputo che Pinelli è venuto a mancare e ho pensato che la risposta, se la volevo, me la sarei dovuta dare da me per non lasciare una riga bianca alla mia curiosità. Con Pinelli se ne è andato un pezzo di cinema italiano, un pezzo importante. Prima di lui – per rimanere agli sceneggiatori – se n’era andato Ennio De Concini di cui ho ricordi personali: molti anni fa... 1990?... lo andai a trovare nella sua casa seminterrata a via Stoppani a Roma, di fianco al cinema Embassy per sapere di alcuni racconti che gli avevo spedito. Le sue parole le ho in mente, stampate: “Lei vuole scrivere... Deve sapere che è una vita da cenobita. Si tratta di stare in cima a una colonna e digiunare. Se la sente?”. Altre risposte da trovare da soli. Prima ancora se n’era andato Ugo Pirro, anche lui sceneggiatore da Oscar. Io, come molti della mia generazione, sono andato ai suoi corsi “democratici”. Pinelli, invece, fino ad ora, lo avevo solo intercettato negli anni ma, nell’occasione del libro, mi era sembrato utile interrogarlo direttamente. Ne L’uomo a cavallo, che citavo prima, c’è un’intervista a lui che ne ripercorre la vita: quella partigiana con tanto di pallottole (una rimasta conficcata nella spalla), l’amicizia da banco di scuola e seguito con Cesare Pavese, l’inizio della carriera legale, la passione per i girovaghi – altro segno di affinità elettiva con Fellini, il teatro. Faccio ricorso ai libri per coprire lo spazio del non detto. In un’altro recente volumetto (Federico Fellini Ciò che abbiamo inventato è tutto autentico. Lettere a Tullio Pinelli – Marsilio 9 €) si intuiscono gli scambi tra i due e c’è una nuova intervista in cui lo sceneggiatore rievoca l’amicizia con il regista riminese. Dal libro viene fuori il grande legame, nella chiave un po’ vampiresca con cui Fellini era solito intendere i rapporti più vicini. E viene anche fuori il senso del limite necessario, incarnato spesso dal Produttore, ultima forma di controllo della fantasia, ma anche dalla necessità di chiudere le storie, per farle essere. E’ in questa chiave che penso oggi che tutto quello che mi stava a cuore di chiedere a Pinelli sull’autenticità dell’amore della Dolce vita trova una risposta vera proprio in questa linea di confine tra fantasia e concretezza. Una linea che anche la nostra vita, a guardare bene, passa spesso, fino alla fine, dove si chiudono le storie, quelle scritte e quelle vissute. Ecco come riempio la mia riga bianca.

www.myvirtualpaper.com/doc/Zoe-Magazine/zoe251/2009121501/101.html

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 15853 persone collegate

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie più cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








27/11/2024 @ 15:36:57
script eseguito in 281 ms