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Be-lli-ssi-ma (anche se non un bel modo di sillabare)
Più tardi lei diceva ciò che si dice sempre. - Devi per forza andare? Lui era in piedi accanto al letto, nudo. - Dovrò sempre andarmene. - E io dovrò sempre dare un altro senso al fatto che te ne vai. Un senso romantico o sexy. Ma non di vuoto, non di solitudine. Sarò in grado? (…) Lei disse: - Sarò in grado di trasformare una cosa nell’altra senza fingere? Potrò rimanere quella che sono o dovrò diventare come tutte le altre persone che guardano qualcuno andarsene via? Noi non siamo come le altre persone, vero? Ma il modo in cui lo guardava lo faceva sentire in dovere di essere qualcun altro, lì accanto a quel letto, pronto a dire ciò che si dice sempre.
Don DeLillo - L'uomo che cade (Einaudi)
Di Carvelli (del 14/04/2010 @ 10:52:00, in diario, linkato 1286 volte)
Ieri sera in metro A il train A. Al concerto di un amico. Questa è la versione di Dave Brubeck (buon ascolto).
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Ancora da L'uomo che cade ancora DeLillo
"Lei viveva in una condizione di imminenza costante. Si abbracciavano, senza dire nulla. Più tardi cominciavano a parlare in toni sommessi, che contenevano una sfumatura di tatto. Prima di parlare di cose rilevanti arrivavano a condividere anche quattro giorni interi di discorsi indiretti. Era tempo a perdere, progettato fin dal primo istante per non essere ricordato. Quel che avrebbe ricordato invece era la colonna sonora. Trascorrevano notti a letto con le finestre aperte, rumori di traffico, voci che si trascinavano, cinque o sei ragazze che camminavano per strada alle due di notte cantando una vecchia ballata rock che Lianne cantava con loro, a bassa voce, con affetto, parola per parola, copiando i loro accenti, le pause e le interruzioni, dispiacendosi quando le voci sfumavano. Le altre parole, quelle fra loro due, erano poco più che suoni, flussi di fiato informe, corpi che parlavano".
Vede qualcosa che altri non vedono. Sente qualcosa che altri non sentono. Sa cose che altri non sanno. Non lo chiama "intuito". Nessuno lo chiama "intuito" questo. Non dice quello che sa, non quello vede. Non avendolo visto altri, né essendosi realizzato non viene preso in considerazione. Parla di altro. Altro che nulla ha a che vedere con tutto questo che non c'è. Semplicemente perché non c'è. Si può dire di quello che c'è. Si può dire quello che si vede. Solo quello. Il resto è successo dopo.
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