Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
"Considerare lo sguardo estraneo la conseguenza di un ambiente estraneo è tanto più assurdo in quanto è vero il contrario: esso deriva dalle cose familiari, delle quali ci viene sottratta l'ovvietà. Nessuno è disposto a rinunciare all'ovvietà, ognuno dipende da coase che restano docili a sua disposizione e non perdono la propria natura. Cose con cui si può trafficare senza rispecchiarsi in esse. Se ci si comincia a rispecchiare, ciò che segue può soltanto andare giù a precipizio, da ogni piccolo gesto si lanciano occhiate verso l'abisso. Sentirsi in accordo con le cose è prezioso perché ci lascia vivere. La si chiama ovvietà. Essa esiste soltanto finché non la si percepisce. Credo che l'ovvietà sia quanto di più rilassante ci sia dato. Ci mantiene a debita distanza da noi stessi". (Herta Muller - Lo sguardo estraneo - Sellerio)
Ecco ero partito da qui. Come e dove sono arrivato lo leggete al giorno di ieri. Oggi ho scritto lo spunto da cui ero partito per dire quello che avevo detto ieri.
Per andare in ufficio con il motorino attraverso la Tuscolana andando vero fuori. Stamane guardando in alto ho visto la scia perfetta e immobile di un aereo che segnava la traccia di un percorso che poi mi ha fatto effetto ritrovare appena sopra il mio ufficio come se senza saperlo ci fossimo sfidati a chi faceva prima. Come un fachiro stamane il mio gatto Google si era steso a riposare su una sega, l'aria paciosa di sempre. Sotto, la sega arrugginita di sempre. Continuo la lettura di Inoue Yasushi. C'è un genere (un genere che chiamo ora per nome) che mi piace particolarmente. Il genere lo definisco la "Relazione personale" (un relazionare che può essere sentimentale o meno). Questi sono libri che mi piace leggere e scrivere. Relazione è Walden di Thoreau, Mattatoio n.5 di Vonnegut o questo libro giapponese.
Nel sogno di ieri avevo un furgone, nel sogno di oggi qualcosa che non ricordo ma che doveva essere sensibilmente più bello o poetico. Il sogno di ieri era il sogno "che non era un sogno che avevo un camion e che lo parcheggiavo nel piazzale del mio luogo di lavoro". Il sogno di oggi era "il sogno di un sogno più bello di quello di ieri". Insomma sono due notti che sogno in relazione al sogno. Oggi vivrò in relazione al sogno che non ho ancora sognato e che è più bello del sogno che non ho vissuto. O qualcosa del genere.
Di Carvelli (del 28/06/2010 @ 09:15:12, in diario, linkato 1053 volte)
Fai due volte il giro di te stesso. Metti una omelette sulla piastra. Dici "questo non lo faccio!" Poi, lo fai. Sali tre gradini. Li riscendi. Li risali. Cucini senza sale. Non dici mai "ti amo". Ti vesti da lunedì. Ma pensi che sia domenica. Dici "un cane!" E non hai l'aria stupita. Ancora due volte il giro di te stesso. Ancora una omelette. Pensi "lo farò appena posso". Non lo fai. Poi succede qualcosa. Ti sembra di sentire un carillon. Ed è solo qualcosa che si è rotto dentro di te. Con dolcezza.
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