Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ho fatto tutto due volte partire e tornare prendere e lasciare, per non sbagliare, per essere sicuro di aver fatto bene. Ho fatto tutto due volte. L'ho fatto per fare, senza convinzione. L'ho fatto come è giusto fare per essere quello che non puoi rimproverare: di non tentare di non credere. Due volte è il modo giusto di abbandonare. Una volta per me, una per te, l'altra per chi verrà. E fanno tre, ma lo sai che non so contare.
Ieri giro in bici nel parco come ogni sera. Giusto un'ora. Prima do il ramato alla vite - cosa già rimandata da tempo - e di conseguenza la moto diventa bianca e azzurra (lavata stamane). Visto Il concerto, film perso durante l'anno. Si muove su corde un po' commoventi, effetto ralenti e caccia alla lacrima. Ma è bello. Commovente appunto. Dobbiamo aspettare che il cielo da azzurro si faccia nero per riuscire a vedere un po' meglio che succede non senza un po' di irritazione generale condita da chi lamenta un leggero friggere degli altoparlanti. C'è sempre qualcosa che non va nelle arene. Direi che è il loro specifico. Vedere film persi o rivedere film già visti in uan versione di plastica scomoda e fumo altrui. Di fatto bisogna allenare la pazienza. Faticare a sentire. In definitiva si va a vederli per dare una distrazione mentale alla deposizione del corpo in uno spazio auspicabilmente fresco. Il resto è socialità. Estiva.
La vita sognata
Chi mi parla non sa che io ho vissuto un'altra vita - come chi dica una fiaba o una parabola santa.
Perchè tu eri la purità mia, tu cui un'onda bianca di tristezza cadeva sul volto se ti chiamavano con labbra impure, tu cui lacrime dolci correvano nel profondo degli occhi se guardavano in alto - e così ti parevo più bella.
O velo tu - della mia giovinezza, mia veste chiara, verità svanita - o nodo lucente - di tutta una vita che fu sognata - forse - oh, per averti sognata, mia vita cara, benedico i giorni che restano - il ramo morto di tutti i giorni che restano, che servono per piangere te.
25 settembre 1933
Nelle pause sul motorino leggo. Ai bordi della strada. La presentazione di una rivista femminile in cui il tale Luca della canzone di Povia dichiara che è guarito dall'omosessualità e che ora si dedica a SPINGERE I RAGAZZI ANCORA INCERTI VERSO LA VIRILITA'. Su un cartello questa scritta 1FURGONE 3RAGAZZI 8ORE (segue prezzo e telefono)
La più bella dichiarazione d'amore l'ho ricevuta qualche giorno fa, per SMS: SPERO CHE MUORI
Ieri bel concerto dei Baustelle. Come mi disse un amico "ma sono adolescenziali!". E io: "Ma io sono adolescenziale!". Ebbene: sono adolescenziali? Sì, lo sono.
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