Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Fernando Pessoa
Lisbona, ospedale an Luìs de los Franceses, 30 novembre 1935. E' miope. Vede arrivare un'ombra e dice: "Datemi gli occhiali". Cinque minuti dopo, finito dalla cirrosi, se ne va. Va bene, muore. Ma chi è morto? E' stato tre poeti e molti uomini, uno dei quali, in tempi sospetti, nel gettar la carta stagnola di un cioccolatino ha assicurato che in quel modo aveva butatto la sua vita. Aspettate a piangere. Cosa sarà l'inezia di una sola morte a paragone con quelle cento vite?
da Eugenio Baroncelli - Mosche d'inverno - Sellerio
Sto leggendo La durata del viaggio dell'oliva dal martinicocktail (Pequod) di Oliver Scharpf. Da cui per ora cito e basta. Poi vi dirò meglio.
Uppercut n.36 bisogna che mi sbrighi sennò faccio tardi eppure vorrei essere soltanto una sedia una di quelle di ferro forse con i buchi e tutto quanto una sedia semplice spartana scema e starmene lì così per almeno ventisette anni
Sabato ho preparato un po' di marmellata d'uva bianca. Ho meglio del mosto cotto. Barattoli totali 4 ma grandi. Ecco le mie piccole fortune della casa con giardino (e alberi). E non finisce qui. Farò altra marmellata appena troverò delle mani in più per sbucciare acino acino, buccia buccia, seme seme. Poi ho letto molto e le due cose mi sono sembrate collegate. Uno il libro di Scharpf di cui già detto (e altro dirò ancora) e Kazantzakis (Zorba) che rimando a domani. Anche se avevo due uscite in predicato mi è piaciuto rimanere a fare queste cose di casa. In particolare il libro si è rivelato un compagno prossimo. Come quei libri che ti satnno al fianco in amicizia. Qualcosa che mi ha ricordato i libri per ragazzi o i libri-esperienza come Walden.
Uppercut n. 38
giù sotto nella stazione duomo verso la linea 3 un ragazzino suona una cantata di bach con un piano-flauto giocattolo da due lire. e allora so che il mondo sta in piedi grazie a lui a quest'esile melodia che ora sento alle spalle a quelli che sentendola qualcosa allo sguardo gli sale ben su mica di certo per gli applausi dopo un'opera diretta da muti agli arcimboldi o cos'altro
POSTILLA EDITORIALE: Sharpf è bravo in questi Uppercuts 1 e 2 (meglio l'1). Fulmineo, graffiante o lapidario. Mette a tasselli delle immagini interiori, esteriori, ricordi, con grazia e facilità. Ironia e sentimento. Il titolo (non Uppercuts, d'accordo, per distinguersi dal primo, ok) però non rende. Perché La durata del viaggio dell'oliva dal martini cocktail spezza un verso male. L'editore - uno degli indiscutibilmente più meritori del talentaggio italiano, la Pequod - pecca però nella lettura delle bozze lasciando troppi refusi per troppe poche pagine. Troppe soprattutto in relazione alla poesia che, si sà, è fatta di poche lettere e molto bianco. In quel poco errare è davvero diabolico. Almeno quanto il perseverare.
Ieri ho finalmente consegnato le mie due schede con la raccolta punti di un supermercato. Ieri ho scoperto che il ritiro terminava sabato. Ho ripreso le mie due shede e...
il tempo. il denaro. e, quel che è peggio, la vita. sprecare, senza poter riciclare, è grave almeno come uccidere. è presuntuoso, ne convengo, ma se stava a me lasciare dei comandamenti ce lo mettevo sicuro. non sprecare.
|