Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ripenso a questa meravigliosa estate. Provo a ricordare le ore e i giorni di cui si è servita per rendermi il semplice collaboratore felice del suo tempo. Provo e in un attimo mi sembra di essere di nuovo quello che non sono più. Mancano i gradi del termometro, le spiagge, i piatti leccati fino alla fine. E tanto altro che ora mi sfugge.
Esce La Lettura con il Corriere della Sera. Vi parlo intanto della recensione di John Berger, a cui va tutta la mia stima e ammirazione, della mostra londinese di Degas e la danza. Berger cita Baudelaire: "La danza è la poesia delle braccia e delle gambe, è la materia graziosa e terribile che si anima e si abbellisce attraverso il movimento". La cito anche in relazione al bel film di Wim Wenders, Pina 3D. Bellezza che a molti puristi bauschiani è sfuggita per adesione "storica" al modello. Il film di Wenders è un tributo personale. Ad oggi. In noi. Riuscito anche nella capacità di fare altro con quel materiale. In avanti (e la potenzialità del 3D emerge con impensata adeguatezza). Non solo a ritroso. E questo non era facile e comunque era rischioso perché, appunto, uan trasformazione personale in luogo di un sommesso o compunto tributo post-mortem. Quello di Wenders è un film vivo.
1 parola che potremmo usare in tanti modi diversi e che invece usiamo in 1 solo. 1 parola di 4 lettere. PENA
D'accordo, dovrei dormire. Vista l'ora, visto che già lo stavo facendo da un'oretta. Visto che come sempre mi sveglio presto. ma devo avere di sicuro quel cinghiale sul torace della pubblicità e assecondo la sete. Poi ritorno a letto e leggo la Munro (sempre da Il percorso dell'amore; il racconto è La preghiera dell'amore). Ecco come ci si lascia: "L'addio fu appena un'increspatura sull'acqua. Uscì di casa insieme a lui. Saranno state le quattro e mezza o le cinque, il cielo cominciava a rischiararsi e gli uccelli si svegliavano; era tutto coperto di rugiada. Di fronte a loro, incagliata nei solchi sulla strada, la grande macchina innocua". Non è di buon auspicio e spengo libro e luce. Ad maiora. PS Su Internazionale di questa settimana il maestro Fofi recensisce la Munro. La loda ma dice (parla di Canada) di preferirle Margaret Lawrence. Cita anche la Atwood e la Michaels. Dimentica la Mavis Gallant e me ne dispiaccio ma io so che non è un caso. E' invisa a molti intellettuali (lessi a suo tempo una tirata di Cordelli a proposito) ma non condivido. Sento che sta molto più vicina a noi, pur senza confondersi, e questo so che in genere non piace ai critici spaventati dalle mazzette sottobanco della verità.
Per terra, stamattina, proprio di fronte allo shopping center tuscolano, c'erano dei fazzoletti di un rosso che definire "vivo" sembrerebbe irrituale. E un SUV che definire "mastodontico" sembrerebbe troppo usuale. Non so cosa c'è stato prima e se c'è stato un dopo. Per me c'è stato solo quel rosso. Un rosso perfetto. Ma anche dirlo "perfetto" è irrituale sì, e stonato.
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