Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 14/12/2012 @ 09:49:40, in diario, linkato 1122 volte)
Tempi normali
Sfortunato l’eroe nato In questa plaga dove il disco si è incantato Dove i più bravi cuochi sono senza lavoro E il girarrosto del sindaco va Per conto suo, per inerzia.
Non si fa carriera a avventurarsi Lancia in resta contro il drago, Lui stesso rinsecchito in questi ultimi tempi Per mancanza d’azione a uno spessore di foglia: La storia ha battuto l’azzardo.
Uno dice "è questo il mio tempo". Un altro dice "quello era il mio tempo". Se s'incontrano sentono che uno all'altro ha rubato qualcosa. Il tempo è pure un fatto soggettivo, pensa uno. Qualcuno no: per qualcuno il tempo è un dato oggettivo, al limite collettivo. Sembrano tutti pensieri corretti, ascoltati da un terzo. Uno che pensa che sul tempo si possa influire, uno che crede nel dato neutro (ma che può diventare positivo o negativo) della determinazione individuale sul suo scorrere. L'unico che in questa storia fa il suo lavoro come si deve sembra essere proprio il tempo. Che passa indipendentemente dall'uno e dall'altro. Dalle loro convinzioni. Il tempo è il dato incontrovertibile che non influisce e non è influito (o solo in parte). Non è male, se ci si pensa, pensarla così. Ricordarsene.
Tempo
Mentre tu dormi le stagioni passano sulla montagna.
La neve in alto struggendosi dà vita al vento: dietro la casa il prato parla, la luce beve orme di pioggia sui sentieri.
Mentre tu dormi anni di sole passano fra le cime dei làrici e le nubi.
In un recente numero di Io-Donna del Corriere, Aldo Grasso commentava le top ten di paure e desideri nelle ricerche Google (un'esclusiva del motore di ricerca per il femminile del Corsera). Tra le occorrenze della paure addormentarsi strappava il primo posto a "deludere". Seguivano partire e impegnarsi, litigare e decidere. Tra i desideri toccava a calcio lo scettro. Poi dolci, poi natura. Amore? Just number seven. E, comunque, dopo dimagrire. Già. Cambiare solo nono (pensavo peggio). Insomma, ecco le parole emergenti anno 2012. Scriveva Grasso: "I termini emergenti rubricati sotto la voce 'paura di' sono tutti verbi, esprimono un'azione, indicano una piccola discesa agli inferi. Per questo è sperabile che si consumino presto". Non so cosa augurarvi. Ma so cosa augurarmi. Per questa discesa agli inferi. E inverto desideri con paure. Cambiare. Il desiderio. Non la paura. Cambiare significherà continuare a fare pulizie con il coraggio di liberare l'orizzonte da quello che troppo vicino toglie il campo visivo e sembra (ma non lo fa compiutamente né realmente) proteggerci. E sarà qualcosa che abbiamo messo noi lì o che abbiamo avuto da altri. Scudi ereditati, fortezze restaurate. Cambiare vorra dire svuotare di senso quello a cui ne abbiamo attribuito troppo. Persone e cose a cui abbiamo accordato troppo valore per il basso profilo che poi hanno assunto e ricoprono nella nostra vita. Sarà un desiderio pieno di paure. Ma sarà una paura a cui seguiranno nuovi desideri. E dalla scelta verranno fuori parole da cercare che adesso neanche immaginiamo. Non calcio, forse amore. Non dolci, forse cucinare (e non mangiare che qui compare tra le paure). In tutti i casi cambiare illuminerà anche rancori e rabbie e la luce gli darà i contorni giusti, le dimensioni vere. Maggiori o minori non importa. Dopo sarà più facile anche lì cambiare. E non aver paura.
La strada per la comprensione
Tutta la nostra vita non è al riparo, i desideri hanno la punta dei piedi congelata, ogni strada ha una minima percentuale d’incidente, le persone nascondono altre persone, un cono d’ombra precipita in un punto, una sconfitta non è una perdita di tempo, ogni amore ha una regola da cattivo tenente, il male ha una riva per precipitare in un fosso, chi vive abbastanza rimane per sempre.
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