Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Mi inteneriscono le scarpe di vernice dei giapponesi o dei coreani. Quella costruita forma di eleganza. Inappuntabile. Luccicante. Mi piacciono meno nella versione un po' da ginnastica di queste calzature ciclistiche che vanno per la maggiore. Nella scarpa classica di vernice vedo, invece, il voglio e posso senza ostentazione conclamata dell'essere eleganti - o notati per l'eleganza - a dispetto delle mode. E dell'umiltà autoimposta. O del trasandato come unica forma del patinato da rivista di moda.
Di Carvelli (del 31/01/2013 @ 14:32:59, in diario, linkato 1808 volte)
URGENTEMENTE di EUGÉNIO DE ANDRADE
É urgente o amor. É urgente um barco no mar.
É urgente destruir certas palavras, ódio, solidão e crueldade, alguns lamentos, muitas espadas.
É urgente inventar alegria, multiplicar os beijos, as searas, é urgente descobrir rosas e rios e manhãs claras.
Cai o silêncio nos ombros e a luz impura, até doer. É urgente o amor, é urgente permanecer.
URGENTEMENTE
È urgente l'amore. È urgente una barca in mare.
È urgente distruggere certe parole, odio, solitudine e crudeltà, alcuni lamenti, molte spade.
È urgente inventare allegria, moltiplicare i baci, i raccolti, è urgente scoprire rose e fiumi e mattine limpide.
Cade il silenzio sulle spalle e la luce impura, fino a dolere. È urgente l'amore, è urgente Restare.
traduzione di Mariangela Semprevivo
da www.filidaquilone.it/num004andrade.html
Leggete i racconti di Cheever vi farà bene a quel che deve fare bene e male quanto basta a quel che serve che sia fatto del male.
"I bambini si preparano a una crociera con uno spazzolino da denti e un orsacchiotto di pezza, si attrezzano per un viaggio intorno al mondo con un paio di calze spaiate, una conchiglia e un termometro; libri, pietre e piume di pavone, stecche di cioccolato, palline da tennis, fazzoletti sporchi e vecchie matasse di spago sembrano loro il corredo indispensabile per un viaggio e Amy preparò il bagaglio, quel pomeriggio, con l'impulsività tipica dell'età".
John Cheever - The Sorrows of Gin (da I racconti - Feltrinelli)
L'ignorante
Più invecchio e più cresco in ignoranza, più ho vissuto, meno possiedo e meno regno. Tutto ciò che ho, è uno spazio di volta in volta innevato o brillante, ma mai abitato. Dov'è il donatore, la guida, il guardiano? Resto nella mia stanza e innanzitutto taccio (il silenzio entra da servitore a mettere un po' d'ordine) e attendo una a una le menzogne allontanarsi: cosa resta? Che cosa impedisce a questo moribondo di morire? Quale forza lo fa ancor parlare tra le sue quattro mura? Potrei saperlo, io l'ignaro e l'inquieto? Ma lo sento davvero che parla, e la sua parola penetra col giorno, ancora molto vago:
“Come il fuoco, l'amore non instaura il suo chiarore che sullo sbaglio e la bellezza dei boschi in cenere...”
(Traduzione di Elisabetta Bonomo). Testi tratti da Poésie 1946-1967.
Possa essere io il buco della ciambella. Il marcio che si inala. La ciabatta invertita. Il cane zoppo. La balena che non nuota. La medusa vuota.
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