Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di PERDERSI A ROMA
25 maggio ore 17.30 biblioteca Ennio Flaiano con Claudio Damiani
27 maggio ore 17.30 biblioteca Villa Leopardi con Sandra Petrignani
Di LETTI
10 giugno ore 18,30
libreria Argonauta
Via Reggio Emilia 86 (Roma)
con Stefania Caracci.
Tre bei film a dimostrazione che: i francesi stanno facendo tutto (tutti i generi) bene, il futuro del film d'azione è a Oriente (e l'ha capito Tarantino), se anche sei italiano e hai un'idea semplice puoi fare un film prezioso anche con pochi soldi se hai serietà e necessità. I film di cui volevo parlare sono il nuovo di Cedric Kahn LUCI NELLA NOTTE (già auotre del bellissimo Roberto Succo), OLD BOY di Chan-wook e TU DEVI ESSERE IL LUPO di Moroni.
I tormenti del mattino. I risvegli. Le colazioni senza energia. Le lenzuola che dormono ancora, mentre esci con lenzuola nuove addosso e dormi ancora. Il mare della macchine. Il sonno sul vento della moto. Il caldo, il sudore, il sonno. La testa in sù. Il cielo.
Di Carvelli (del 25/05/2005 @ 10:14:59, in diario, linkato 1016 volte)
Ripenso adesso a come amai interamente
quand’ero ragazzo,
e a come ero sicuro che il mio amore era un angelo,
a come anch’io ero un angelo,
a come eravamo uguali
(ma lei era più uguale di me).
E adesso non dico: tutto questo è falso
perché la vita è diversa, la vita mi ha cambiato;
adesso invece dico: era tutto vero.
Nasciamo angeli e interamente amiamo,
con tutto il cuore del nostro amore ci innamoriamo
come dei bambini che non conoscono il mondo
e interamente moriamo.
Claudio Damiani
Di Carvelli (del 26/05/2005 @ 09:43:04, in diario, linkato 2153 volte)
Vorrei dire una cosa a questo mio amico che ha una ragazza gelosa. Tutti hanno almeno un amico o un'amica con un partner geloso, capita. Al mio amico – un tipo bellissimo, ma dozzinale (chiedo scusa)… ha fatto anche il modello per un catalogo di moda… lei invece è meno carina ma palestratissima attenta alla moda fashionissima – vorrei dire che è uscito uno studio americano che prova – direi proprio così “prova” – che la gelosia è malizia. Malizia attiva. E che lo studio americano sottolinea come non debba confondersi la gelosia con una elaborata attenzione. Non è così e glielo direi: lo dice uno studio americano “gelosia è malizia”. Non so se “uno studio americano” è un buon viatico per passare questa comunicazione ma proverei. In realtà non ci sono studi americani o se ci sono non li ho. Così mentirei: ma a fin di bene. È evidente che c’è un bene. Anche se spesso chi ha un compagno/a geloso/a non sente ragioni un po’ terrorizzato e un po’ circonfuso di attenzioni. Questo mio amico poi è diventato ossessivo e nell’ossessione ha perso anche lo sguardo, una qualsiasi oggettività del vedere. Ha perso anche la serenità nel fare le cose. Lei la conosco, è carina, dolce, affettuosa. Non è cattiva ma manco lontanamente. Davvero: non gli trovi un difetto. Eppure c’è questa cosa che ha nella testa che la forza ad un’attenzione ossessiva. Tra l’altro è un ossessione solo attiva. Non passiva. Mica si accorge che altrettanti suoi comportamenti potrebbero generare gli stessi sospetti: esce con dei tipi che magari non hanno avuto e non hanno esattamente intenzioni amichevoli, incontra persone di cui non vede secondi fini. Una specie di ingenuità su sé e malizia sull’altro. Ma, ripeto, senza volgarità, senza opportunismo. È solo che non le riesce questo traslato delle intenzioni sull’altro e in suo si convince ancora con più forza della sua giustezza anche perché la esercita, la declina, la prova. E la prova… e le prove sembrano (in sé) darle ragione su tutti i fronti. E la convincono. E la piegano alla ripetizione di questa lotta. Ma senza volgarità: non è così aritmetico che uno è geloso perché in sé concepisce il tradimento (che è un concetto filosoficamente pure possibile). Insomma vorrei dire a questo mio amico e a lei che esiste uno studio americano. Ma esiste? Potrebbe esistere? Gli americani che tutto analizzano potrebbero per favore produrre una ricerca in tal senso?
Di Carvelli (del 26/05/2005 @ 11:12:35, in diario, linkato 1003 volte)
E' un invito all'acquisto. In edicola. Dove c'è un bellissimo doppio CD di Nicola Arigliano "Il re dello swing". Con una versione straziante di
ARRIVEDERCI
di G.Calabrese - U.Bindi
Arrivederci,
dammi la mano e sorridi senza piangere,
arrivederci
per una volta ancora è bello fingere.
Abbiamo sfidato l'amore quasi per gioco
ed ora fingiam di lasciarci soltanto per poco.
Arrivederci,
esco dalla tua vita, salutiamoci.
Arrivederci,
questo sarà l'addio, ma non pensiamoci.
Con una stretta di mano
da buoni amici sinceri
ci sorridiamo per dir
arrivederci.
Abbiamo sfidato l'amore quasi per gioco
ed ora fingiam di lasciarci soltanto per poco.
Arrivederci,
esco dalla tua vita, salutiamoci.
Arrivederci,
questo sarà l'addio, ma non pensiamoci.
Con una stretta di mano
da buoni amici sinceri
ci sorridiamo per dir
arrivederci.
Arrivederci.
Esistono verità come laghi. Ferme. Persistenti. Eppure, come un odore continuo, invisibili. Verità come fiumi. Che scorrono. Continue. Ciononostante, in un suono uniforme, indecifrabili. Esiste la verità. E nello stesso momento della sua esibizione occhi e orecchie che non la colgono.
Ogni mattina una riga in più. Ogni mattina una parola oltre. Avanza a questi piccoli passi la scrittura. Ritratta verso un’alba necessaria. Prima delle fatiche del giorno. La scrittura è assediata. Dal tempo, dalle ore, dalla veglia, dal lavoro, dalle cose. Ogni mattina una riga in più. Ogni mattina una parola. Una frase. Una correzione. Un sinonimo. Nel silenzio della casa. Nell’odore del caffè. Senza che nessuno ti dica “va bene” senza la certezza dell’editoria sorge l’impeto della necessità. E non è sfortuna scrivere senza sapere cosa fare, senza la certezza del libro. È l’incertezza che fa nascere il libro. Da un sogno tormentoso e saltuario come da questa forzata ritualità. Riscattata ad una vita ingombrante che ha mangiato ore per soldi e soldi per cibo e pantaloni lisi e colli di camicie consunti. Ogni mattina una riga in più. Ogni mattina una parola oltre.
Di Carvelli (del 27/05/2005 @ 14:43:47, in diario, linkato 1004 volte)
Cos’è che trattengono le mani? Qual è il filo che non vogliono lasciare andare? Questo filo leggero che lascia il segno, leggero ma che scava un solco rosa-rosso nella pelle bianca. È perché il filo è sbagliato, è perché non sono veloci le timide mani? Perché non portano giù? Forse bisogna tirare più forte? Forse bisogna cercare di prendere un altro filo e un altro e un altro? Forse il mondo non tiene o le nostre mani. Forse non fa la storia. E allora su: altri fili. Magari perdendo questo che non tiene. Magari avendo il coraggio delle mani sgombre e di uno sguardo più sereno, analitico, freddo ché le emozioni scelgono male i capi delle funi.
Di Carvelli (del 31/05/2005 @ 09:39:20, in diario, linkato 1000 volte)
Che molti palazzi sono vuoti. Abbandonati. Decaduti. Che altri lo sono anche di più ma in basso c'è una luce accesa che li salva dagli spiriti. Che la pizza ha un altro sapore e nello strutto frigge la milza. Che il mattonato della Vucciria non sarà mai asciutto e che la notte continua a bruciare la carne. Che il mare ha un pratone davanti e che le magnolie sono più grandi di tutte le magnolie che puoi sperare di aver visto nella tua vita. Che una porta - per quanto antica e imponente - è un urinatoio. Che se non ci sono soldi c'è genio. Che una chiesa può avere uan forma tutta sua. Che la partannina è una gazzosa. Che il tempo non cancella l'amicizia, che il tempo la rinsalda o ne mantiene degli spicchi. Che la vita è a colori - i sogni sono in bianco e nero. Che non sempre i colori sono quelli giusti. Che si può essere ricchi senza avere soldi e avere soldi senza maneggiarli, esibirli. E che i soldi vanno consumati. In fretta. Fin che ci sono.
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