Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ieri ho finito di leggere Il seno di Roth (preso nella bella collana de Il Sole). Decisamente non una delle sue cose più riuscite anche se la prima parte è di buona fattura ma poi s'incrina sulla pruderie e stalla lì. Ho visto Mr. Beaver e anche lì ho apprezzato alcune cose e non altre. Allora ho ripreso in mano Vassilj Grossman che volge alla fine e ho capito cosa vuol dir scrivere (o girare) per sempre. Per il futuro. O basterebbe dire per gli altri. La stessa differenza che passa tra una invenzione risolutiva è l'inutile imbellettamento di una cosa tutto sommato rinunciabile.
Un sacco di tempo. Una frase che dico sempre meno. Una frase che forse non dirò più. Un sacco di tempo per amare, per leggere un libro che non hai letto. Vedere un film che non hai visto. Dire una cosa che vorresti dire. Fare una cosa che vorresti fare. Non c'è un sacco di tempo. E, soprattutto, non c'è nessuno che lo aspetterà. Quello che è di oggi è di oggi. Quello che è di domani mi riguarderà domani. NOn oggi.
Tutti i nodi vengono al pettine. Si dice no? Ci pensavo oggi e non perché mi pettino. Per ostinazione. Per contrarietà al crespo e cose così. I nodi vengono al pettine se uno li pettina. Ma se uno pettina è considerato noioso, cavilloso (ma non bisognerebbe dire capilloso?). Pedante insomma (anche se uno non pettina coi piedi). Quindi per chiudere che già vi sento scalpitare (ma perché ancora coi piedi? o viene da scalpo?): perché uno deve pettinare e far venire i nodi al pettine? Io qualche nodo lo lascerei ma mi rimetto a voi, mani e piedi.
Ieri ho compensato una serata (quella di domenica) algoritmica e virtuosa fatta di tofu e salsa di soia (a casa di un'amica) con una sana bistecca di manzo danese e un hamburger di altrettanto virtuosa preparazione di quello che è ufficialmente divenuto il mio spacciatore di proteine. Il mio stomaco si deve esser fatto molte domande. Non io. Che ho gradito entrambe le cene, senza avercene con me né con nessuno per la varietà dietetica e alimentare.
E' come quando guardi in un punto fuori dal finestrino, della macchina o del treno, e vedi qualcosa che non ti aspettavi di vedere. Un angolo nascosto, un istante imprevisto. E lo riguardi quando è troppo tardi o è troppo tardi quando provi a riguardarlo. E non c'è più quello che avevi visto.
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