Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 07/06/2012 @ 09:12:19, in diario, linkato 1914 volte)
County fair di Charles Simic
Se non hai visto il cane a sei zampe non importa. Noi sì e per lo più stava accucciato nell’angolo. Quanto alle zampe di troppo,
uno ci faceva subito l’abitudine e pensava ad altro. Per esempio, che serata fredda e buia da passare qui alla fiera.
Poi, il padrone lanciò un legno e il cane lo andò a cercare a quattro zampe, le altre due gli pendevano dietro, cosa che strappò un urlo divertito a una ragazza.
Era ubriaca e lo era pure l’uomo che continuava a baciarle il collo. Il cane recuperò il legno e si voltò a guardarci. Lo spettacolo era tutto qui.
Il piano B è lo stesso del piano A. In pratica il mio piano B è di nuovo il piano A. E mi scuso per l'insistenza. E mi spiego: se andava bene il piano A perché creare un piano B? Anche perché il piano A è il frutto di un ragionamento a prescindere. Il piano B è il piano A, rivisto. Comunque un salto logico rispetto alla soluzione da prospettare, prospettata. Dico tutto questo sapendo che il piano B preluderà a un piano C che sarà il piano A con molta meno capacità incisiva. Ecco perché scelgo ancora il piano A e contesto la necessità di andare per evasioni, dispersioni. Fino alla completa distanza dalle cose che ci eravamo detti. Quando abbiamo pensato il piano A. Il solo che valga. Penso.
Capisci di me quello che vuoi capire. Il comodo che c'è tra un sandalo e un pantalone largo, su un divano. Tra una collina lontana che, guardata da qui, non stanca, né opprime. Capisci di me il solo raggio di luce che vedi dal cono d'ombra in cui finisce chi cerca. Per sé. Per semplificare. Quello che costerebbe troppa fatica. Capisci di me la sola parola che hai sentito di tredici che sono state pronunciate. La più comoda al tuo teorema.
Di Carvelli (del 04/06/2012 @ 17:33:54, in diario, linkato 3579 volte)
LA POESIA DEL SABATO DI LIBRA 2.0 ...la libreria di Monica Maggi
Esercizio del trasloco
Il tempo qui non è stato che un pezzo di cartone, un sobbalzo. La porta si chiude per l'ultima volta. Il fascio di forze domestiche il genio del luogo saluto ora con ringraziamento.
A tutto ciò che tace perfettamente e che sempre qui dentro ha taciuto a ciò che non appare in questa casa vuota e resta come il larga attesa. A questo punto del mondo, alto sulla città vecchia a questa cuccia di luce e conforto in cui abbiamo amato meglio che potevamo e dormito bene nella sua pace e fatto tutte le cose umane delle vite, al mio cuore senza tristezza che tutto saluta contento, come esercizio di distaccamento, come grande scuola del trasloco e del suo lasciare la presa.
Vi lascio, cose. Il vostro mancarmi sia la melodia che ora mi guida: La schiena liberata dal peso stia dritta in attesa della più alta impresa. Il bastarmi del poco e del niente che serve. E il resto sia vuoto. Sia intesa con tutto ciò che non pesa.
Mariangela Gualtieri, Esercizio del trasloco (Bestia di Gioia, Einaudi ed.)
Di Carvelli (del 31/05/2012 @ 10:27:47, in diario, linkato 1050 volte)
Rinascita
Da anni più nessuno si è occupato del giardino. Eppure quest'anno – maggio, giugno – è rifiorito da solo, è divampato tutto fino all'inferriata – mille rose, mille garofani, mille gerani, mille piselli odorosi – viola, arancione, verde, rosso e giallo, colori... tanto che la donna uscì di nuovo a dare l'acqua col suo vecchio annaffiatoio di nuovo bella, serena, con una convinzione indefinibile. E il giardino la nascose fino alle spalle, l'abbracciò, la conquistò tutta; la sollevò tra le sue braccia. E allora, a mezzogiorno in punto, vedemmo il giardino e la donna con l'annaffiatoio ascendere al cielo e mentre guardavamo in alto, alcune gocce dell'annaffiatoio ci caddero dolcemente sulle guance, sul mento, sulle labbra.
Ghiannis Ritsos
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