Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La giornata che ieri si era aperta con il rosso del sangue in terra si è chiusa con il rosso del vino novello sul pavimento della mia casa. Come la chiusura di un'epifania, come un interruttore acceso e spento. Come una cosa che non sai cosa significa finché non ne succede un'altra. Due rossi diversi. Uno stesso giorno.
Per terra, stamattina, proprio di fronte allo shopping center tuscolano, c'erano dei fazzoletti di un rosso che definire "vivo" sembrerebbe irrituale. E un SUV che definire "mastodontico" sembrerebbe troppo usuale. Non so cosa c'è stato prima e se c'è stato un dopo. Per me c'è stato solo quel rosso. Un rosso perfetto. Ma anche dirlo "perfetto" è irrituale sì, e stonato.
D'accordo, dovrei dormire. Vista l'ora, visto che già lo stavo facendo da un'oretta. Visto che come sempre mi sveglio presto. ma devo avere di sicuro quel cinghiale sul torace della pubblicità e assecondo la sete. Poi ritorno a letto e leggo la Munro (sempre da Il percorso dell'amore; il racconto è La preghiera dell'amore). Ecco come ci si lascia: "L'addio fu appena un'increspatura sull'acqua. Uscì di casa insieme a lui. Saranno state le quattro e mezza o le cinque, il cielo cominciava a rischiararsi e gli uccelli si svegliavano; era tutto coperto di rugiada. Di fronte a loro, incagliata nei solchi sulla strada, la grande macchina innocua". Non è di buon auspicio e spengo libro e luce. Ad maiora. PS Su Internazionale di questa settimana il maestro Fofi recensisce la Munro. La loda ma dice (parla di Canada) di preferirle Margaret Lawrence. Cita anche la Atwood e la Michaels. Dimentica la Mavis Gallant e me ne dispiaccio ma io so che non è un caso. E' invisa a molti intellettuali (lessi a suo tempo una tirata di Cordelli a proposito) ma non condivido. Sento che sta molto più vicina a noi, pur senza confondersi, e questo so che in genere non piace ai critici spaventati dalle mazzette sottobanco della verità.
1 parola che potremmo usare in tanti modi diversi e che invece usiamo in 1 solo. 1 parola di 4 lettere. PENA
Esce La Lettura con il Corriere della Sera. Vi parlo intanto della recensione di John Berger, a cui va tutta la mia stima e ammirazione, della mostra londinese di Degas e la danza. Berger cita Baudelaire: "La danza è la poesia delle braccia e delle gambe, è la materia graziosa e terribile che si anima e si abbellisce attraverso il movimento". La cito anche in relazione al bel film di Wim Wenders, Pina 3D. Bellezza che a molti puristi bauschiani è sfuggita per adesione "storica" al modello. Il film di Wenders è un tributo personale. Ad oggi. In noi. Riuscito anche nella capacità di fare altro con quel materiale. In avanti (e la potenzialità del 3D emerge con impensata adeguatezza). Non solo a ritroso. E questo non era facile e comunque era rischioso perché, appunto, uan trasformazione personale in luogo di un sommesso o compunto tributo post-mortem. Quello di Wenders è un film vivo.
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