Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Credo sia una parola siciliana. Non so di quale dialetto ma l'ho sentita dire a siciliani. Bummalata. Forse viene da boom... Insomma ne deduco trattarsi di una parola onomatopeica. Ma non so. Di certo so come si usa, cosa significa. Dicesi "bummalata" l'evidente enfasi narrativa. In italiano è "spararla grossa", dire qualcosa che è davvero lontano dal reale ma con convinzione impertinente, ottusa. Dire bummalate avrebbe il suo alter in dire... Beh ormai è chiaro. Ora vi dico questo: certe volte quando leggo in un libro di narrativa "servizi segreti deviati" (che forse disegna prospettive non poi così fantasiose, a leggere i giornali). Eppure, quando capita, la prima parola che mi viene in mente è questa: bummalata.
Ho letto tutto. Ho amato tutto. Tranne i racconti di Vivere stanca che ho letto e mai acquistato. Altri libri (altri libri suoi pure) li ho letti e poi comprati per non farli mancare alla mia libreria, come una specie di cassetto degli oggetti cari di chi hai amato con quella famigliarità che non ti è costata sforzi o sforzi pienamente ripagati. Così ora compro il nuovo libro (il libro che non c'è come feci per gli ex post bellissimi e mai pentiti di Sandro Onofri) e mi sorprendo della correttezza - è una correttezza rara - del risvolto di copertina che dice testuale "Questo libro nasce per cercare una piccola consolazione alla nostalgia dei lettori che tanto hanno amato e mano Jean-Claude Izzo, scrittore e personaggio". Lo compro con questo spirito, adattando affetto, ricordo, passione e mancanza. E questa volta trovo quella che è operazione una dignitosa via per il ricordo. E passo un buon finesettimana. Con JeanClaude Izzo e con il suo (non suo ma per lui tributo) Aglio, menta e basilico (edizioni e/o).
Due episodi ieri che riguardano commesse di uno dei marchi più...consolidati dovrei dire della moda elegante sobria ma non irraggiungibile economicamente di questi ultimi venti anni. Un episodio non compare qui ma comparirà nei taccuini prossimi (che aggiorno anche se solo saltuariamente). Un altro eccolo. Semplice. Disarmante. Ed è una commessa che interfaccia la mia collega con un "c'è anche nel grigio". Poi un'altra "nel viola ho questo". E ancora una "nel nero". Attendo inutilmente anche un solo, uno solo distratto "in nero" o "in bianco" o il solo "c'è bianco o rosso". E invece nulla. Mi soprende il sospetto che quel "nel" (nella o nelle tonalità di?) sia una scelta lessicale di partenza. Ecco forse è così. In questi giorni proverò ad entrare in un altro negozio della catena per capire. Per capire in che o di che o nel colore che hanno scelto di esprimersi le commesse di questa catena.
Cose da fare ce ne sono molte. Preparare il pranzo per tanti. O la cena. Raccogliere cose che ti servono per mangiare. Riparare qualcosa. Persino dopo ore di lavoro duro non senti la fatica e il riposo è vero riposo. Non pare che stai sotto un albero a non fare nulla. Non pare che in fondo quello è ozio. Poi mangi e bevi e parli e te ne vai a letto ma con l'impressione che in fondo solo così il tempo è il tempo e non le cose che devi fare sono il tuo tempo. Questo il triste scambio simbolico della norma che norma non è. Piuttosto depravazione di un sistema che altri hanno scelto per noi come migliore.
Di Carvelli (del 02/05/2007 @ 10:11:39, in diario, linkato 1046 volte)
"All'inizio pensò che l'avrebbe saziato con il suo amore, ma poi girando e rigirando quell'idea nella sua mente, le sembrò la cosa sbagliata da fare". Questa è la Davis di Faith in Inseguimento ma ho letto e apprezzato anche Cose che finiscono. Ma cito ancora, un po' più avanti, stesso racconto: "Sua madre alzò lo sguardo dai suoi minuscoli punti con l'ago e vide la figlia tutta contorta in un nodo e si colmò di preoccupazione. Così non va bene, disse. Devi trovargli un altro cavallo. Non puoi derubare qualcuno per trovare l'amore, tesoro. Non funziona mai".
A chi somiglia Amanda Davis (quella vera della foto, prima della sua tragica fine che nei racconti sembra quasi allusa da un anticipo creativo, una coincidenza) seconda coincidenza...forse alla Woolf?
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