Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' un bel sogno. Sono in macchina. Guido. Da solo. Non so come ma penso che la via che percorro sia la via Salaria andando da Roma verso fuori. A sinistra scorrono campi seminati. L'impressione è quella di scorrere lo sfondo di tele come Guidoriccio o la Gioconda.
Mentre a destra (lato passeggero, vuoto) passo venditori di pentole di rame, ceramiche (come può acccadere dalle parti di Deruta). Ma la strada è in leggera discesa e questo dà un senso sottile di possesso come se andare fosse un dominare. La strada va e io continuo a guidare. Il sogno è andare (non guidare: non c'è stanchezza, senso del pericolo o cose così). E il sogno è bello. Il risveglio lo è. Sereno. Come se sognare fosse stato autovaticinarsi una serenità. La serenità di chi procede senza paura e senza ostacoli.
Sopra è aperto. Siamo ognuno in una cabina ma sopra è aperto. Ci parliamo per stanza. A rimpalli. Cose stupide per lo più: palle corte se dovessimo parlare per tennis. Battute facili comunque. Ognuno sta sul suo lettino con la fisioterapia adeguata. Nel frattempo succede poco. Qualche frase, qualche confessione di stupidità, di semplicità. E' tutto molto confortevole. Tutto. Nessuna parola ha la forza di offenderti, ferirti. Forse neppure di farti pensare. O così sembra. Piuttosto ci sono cose senza ragione, senza interesse, forma. Niente di troppo pensoso. La signora autoironizza sulla sua bruttezza "magari mi violentassero". Tutti ridono. Non avrebbe senso altrove questa comicità.
Certe volte mi piace immaginare le piccolezze di cui siamo artefici o vittime dinanzi all'implacabilità del giudizio del fuoco. Le piccole fughe, quelle infingardaggini da bambini o bambine, il dito davanti al quale nascondiamo il nostro corpo enorme, le nostre malefatte, i nostri piccoli interessi che proteggiamo - piccoli e li proteggiamo. La fortuna di non essere mai messi davanti ad un contraddittorio. La certezza, anzi. L'abuso di quel nostro piccolo potere. Ho davanti ai miei occhi quelle facce tronfie della loro sicurezza. Le conoscete no? Avete presente? Quelle facce lì: tutte piene di birignao, della loro non-etica dell'etica come se bon ton e saper vivere coincidessero con la teoria e non piuttosto con una buona presentazione/introduzione della teoria. Certe volte - non sempre - immagino quelle facce lì, davanti alla giustizia, all'etica del fuoco. Che facce farebbero? Ancora birignao? Ancora "buon gusto", parole così? Chissà!
Succede e non succede: il mare non mosso, il sole. Il mare mosso, le nuvole, allattare i bambini, addormentarli. Il cane che ha fame, che fa il bagno. La casa di Barbie, il vestito di Ken. I fogli all'acqua. Niente. Il fuori-stagione, il fuori-copione. Acqua salata, Acqua che non c'è. Che poi c'è. Non anelli. Non collane. Né cavalli.
|