Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ve lo volevo scrivere da un po'. Ci pensavo da un po' a scrivervi in merito a questo e poi ecco che incontro (è già un po') in Englander (Il ministero dei casi speciali) questo riassunto e ve lo propino.
"B'kiso, b'kaso, b'koso" disse Mazursky. "Non ho imparato molte cose dalla scuola ebraica dell'Impulso Generoso., ma questa la trovo ancora convincente. Sono tre i momenti in cui una persona mostra il suo vero volto: quando parla di soldi, quando è arrabbiata e quando è ubriaca." (p.180)
In verità, mi sembra che ci siano altri momenti ancora in cui si rivela il "vero volto" o che "arrabbiata" debba forse tenere in sé un catalogo di sfumature. Alla mia esperienza (piccola) è IL VANTAGGIO che rivela le persone. Ecco io avrei detto così: che di fronte al VANTAGGIO PERSONALE che si rivela il carattere delle persone. Nel bene e nel male. Nella mia breve esperienza gli anni fanno il resto. Anni fa pensavo che il vantaggio fosse una parola più grassa. Anni fa pensavo che è un vantaggio mantenere l'amicizia e di fronte a quello molte cose si ridimensionassero. Con quello si confrontassero. Ma erano anni fa. Era prima. Prima che le persone (e con esse anche io) rivelassimo il nostro vero volto. Vero? Forse è solo che anni fa era più necessario (e urgente e vitale) essere in un (come) gruppo, fare gruppo, essere insieme. Deve essere successo qualcosa, dopo. Dopo IL VANTAGGIO non era "non perdersi, rimanere, essere uniti". Dopo il VANTAGGIO era PERSONALE. Ed è così. Oggi.
Di Carvelli (del 18/01/2008 @ 12:46:47, in diario, linkato 1469 volte)
Da www.mattatoia.splinder.com i propositi dell'anno (suo) che facciamo nostri (suoi), i nostri, i suoi...mi sono perso (come mio solito e come molti altri)...che noia...
verissimamente vivere di vera vita vera
la vita sognata da me
Eccomi, sono pronta. Anche per questo inizio d’anno ci sono, sono qui con tutta la mia vita. Nessun progetto né obiettivi, zero pianificazioni, niente sogni. In ogni campo. Mentre tutti salutano nuovi propositi, fiduciosi (ma davvero?!) e pieni di ottimismo, ché la speranza, si sa, è l’ultima a morire, io no. Tranquilla, guardo il cielo di stamattina. E mi sembra il cielo che ci deve essere. L’aria pizzica e sa di salsedine e tira dalla sua parte un lembo di ricordi ( io qui con i miei amici, io qui i primi baci, i primi libri amati, i primi dischi, da qui la voglia di fuggire ), mentre passeggio in una città vuota e piena di sole e aspetto che gli altri si siano svegliati, per un caffè assieme e un altro giro di auguri. Ancora qualche giorno, poi in viaggio verso Roma. Ricominciare. Ma senza aspettare sorprese. Perché se un desiderio si muove minuscolo dentro di me, è proprio questo: non incoraggiare sogni di meraviglie, vivere, finché si può, dello stesso battito, dello stesso respiro della vita vera. Non di quella sognata.
Quest'anno invece gli obiettivi ci sono, eccome, e anche i sogni di meraviglie. E se un desiderio si muove magnifico dentro di me, è proprio questo: vivere dello stesso battito, delllo stesso respiro della vita vera. E di quella sognata.
Di Carvelli (del 21/01/2008 @ 09:43:29, in diario, linkato 1776 volte)
Da la Poesia e lo Spirito (Franco Loi - Come mi piace il mondo!)
Cume me pias el mund! L’aria, el so fiâ! j àrbur, l’èrba, el sû, quj câ, i bèj strâd, la lüna che se sfalsa, l’èrga tra i câ, me pias el sals del mar, i matt cinâd, i càlis tra i amís, i abièss nel vent, e tücc i ròbb de Diu, anca i munâd, i spall che van de pressia cuj öcc bass, la dònna che te svisa i sentiment: l’è lí el mund, e par squasi spettàss che tí te ‘l vàrdet, te ghe dét atrâ, che lü ‘l gh’è sempre, ma facil smemuriàss. tràss föra ind i pernser, vèss durmentâ… Ma quan’ che riva l’umbra de la sera, ‘me che te ciama el mund! cume slargâ te vègn adòss quèl ciel ne la sua vera belessa sena feng nel so pensàss, e alura del tò pien te càmbiet cera.
Come mi piace il mondo! l’aria, il suo fiato! gli alberi, l’erba, il sole, quelle case, le belle strade, mi piace il salso del mare, le matte stupidate, i calici tra gli amici, gli alberi nel vento, e tutte le cose di Dio, anche le piccolezze, e i tram che passano, i vetri che risplendono, le spalle che vanno di fretta a occhi bassi, la donna che ti turba i sentimenti: è lí il mondo, che sembra aspettarsi che tu lo guardi, che gli dai retta, poiché lui c’è sempre, ma è facile dimenticarlo, distrarsi nei pensieri, essere addormentati… Ma quando arriva l’ombra della sera, come ti chiama il mondo! come si allarga e ti viene addosso quel cielo nella sua vera bellezza senza finzioni nel suo riflettersi, e allora per la tua pienezza cambi colore.
Di Carvelli (del 21/01/2008 @ 17:38:29, in diario, linkato 1516 volte)
Come se fosse un giallo del (più che nel) passato, una ricerca storica, una caccia al tesoro (dove il tesoro è la ricostruzione della memoria...in ogni senso). Libro d'avventure di tradizione salgariana. Un tuffo in una Lombardia d'antan. Ogni tanto mi ritorna alla memoria l'atmosfera natalizia in queste pagine, del mio Natale speso in questa prosa. Dialetto e amicizia senza interesse: l'uno e l'altra diventano attraverso la frequentazione legame confidenziale anche se il principio è nell'alterità. E il fatto che la strada di questa distanza si sia compensata nel corso della lettura è talento dell'invenzione o della scrittura?
Di Carvelli (del 23/01/2008 @ 10:10:47, in diario, linkato 1412 volte)
Ciao **
ieri ho passato l'intera giornata in ospedale. Intera intera: 9/20 Come se fosse un lavoro, un lungo orario, un negozio (il mio negotium)... Le cose non sono brutte qui e belle lì. Sono brutte e belle un po' dove capita. Qualcosa che fa sorridere succede ovunque. Lui dice all'amico "Mi sento una spada di Democle sulla testa" e in effetti suona meglio. Dalla suoneria di quella squilla una young man e avresti dovuto vederla mai suoneria fu più sovradimensionata. Ma è così: ora sono i/le figli(e) che cambiano le suonerie agli anziani genitori per farli sembrare (ai loro occhi prima e anche a quelli degli altri...e alle orecchie purtroppo di tutti, pure) "al passo coi tempi" o, addirittura, "giovani". E c'è il sorriso. E c'è il sincero ascolto. La candida follia di figli troppo grandi per esserlo ancora verso le malattie delle madri raccontate a cartella clinica. Dice: "sono quasi un medico a furia di seguirla" e mi dice che la mamma "ha un problema alla cistifelica" (io penso alla teleferica). Mi racconta come si è sentita male: "era bianca bianca bianca" e che le ha fatto impacchi di aceto ovunque. Già: medici siamo e anche con un nostro stile antico, di rimedi di una volta. Ci sono quelli che tengono bloccata la porta per la loro ansia di notizie e bollettini medici. Figli educati e figli maleducati. Tv sul telefonino (padre e figlia: due tv, due telefonini, due programmi, due volumi sparati nella sala d'attesa, uno fianco all'altra). Che dirti ancora?...ti dovrei dire che la vita è bella ma non lo faccio... ti dico però che lo penso davvero ma non è bella come crediamo noi...è bella come è bella ed è una bellezza che va capita. A fatica, lo so. Ma c'è una bellezza e la sto vivendo. Ingenuamente, fortunosamente.
Io
Di Carvelli (del 24/01/2008 @ 10:02:25, in diario, linkato 1377 volte)
Di Carvelli (del 24/01/2008 @ 11:44:45, in diario, linkato 3020 volte)
Ringraziamento (Wislawa Szymborska)
Devo molto a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l'amore non può darlo, né riesce a toglierlo.
Non li aspetto dalla porta alla finestra. Paziente quasi come una meridiana, capisco ciò che l'amore non capisce, perdono ciò che l'amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera passa non un'eternità, ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene, i concerti sono ascoltati fino in fondo, le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi.
E quando ci separano sette monti e fiumi, sono monti e fiumi che trovi su ogni atlante.
È merito loro se vivo in tre dimensioni, in uno spazio non lirico e non retorico, con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote.
«Non devo loro nulla» - direbbe l'amore su questa questione aperta.
Di Carvelli (del 28/01/2008 @ 09:46:19, in diario, linkato 1350 volte)
Dunque non è tua. Tua, neppure? C'è un piccolo svantaggio nell'avere tante persone per la casa: si chiama OGGETTI SMARRITI. Tecnicamente bisognerebbe informarsi su "se l'oggetto non è reclamato entro__ si intenderà perso". Qual è il limite oltre il quale scatta la riffa, l'asta? Mentre cerco il numero dei giorni cerco anche il possessore di una sciarpa albicocca. Escludo uomini e ragazze troppo giovani, escludo ragazzi, escludo distratti. Forse è un regalo alla casa. Forse è solo il tempo che cambia: in arrivo era freddo e dopo era scoppiato il sole. Mi ingegno di trovare un luogo che conservi, un campanello che avvisi, una voce che risvegli distrazioni e regali.
Di Carvelli (del 28/01/2008 @ 15:55:47, in diario, linkato 1416 volte)
Lode della cattiva considerazione di sé
La poiana non ha nulla da rimproverarsi. Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera. I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni. Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
Uno sciacallo autocritico non esiste. La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti.
Il cuore dell’orca pesa cento chili ma sotto un’altro aspetto è leggero.
Non c’è nulla di più animale della coscienza pulita sul terzo pianeta del Sole.
Di Carvelli (del 30/01/2008 @ 09:54:00, in diario, linkato 1392 volte)
Oggi su una stazione radio privata si parlava del successo non annunciato (e anzi esorcizzato da critiche selvagge e generalizzate) del film scritto diretto ecc da Moccia. Come naturale non si è parlato della sorpresa al botteghino (sorpresa?) ma del plot: lui 37 ama lei 17, dove i numeri stanno per gli anni. Nello sviscerare il tema - come ci si incontra e in men che non si dica si finisce per amarsi - (con sociologi, sms, agenzie matrimoniali, psicologi, fattucchiere, parrucchiere, salumisti e vinaroli) è emerso un dato soprendente: una delle prime cose che chiedono le donne ai loro aspiranti partner è "che le facciano ridere".
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