Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ve lo volevo scrivere da un po'. Ci pensavo da un po' a scrivervi in merito a questo e poi ecco che incontro (è già un po') in Englander (Il ministero dei casi speciali) questo riassunto e ve lo propino.
"B'kiso, b'kaso, b'koso" disse Mazursky. "Non ho imparato molte cose dalla scuola ebraica dell'Impulso Generoso., ma questa la trovo ancora convincente. Sono tre i momenti in cui una persona mostra il suo vero volto: quando parla di soldi, quando è arrabbiata e quando è ubriaca." (p.180)
In verità, mi sembra che ci siano altri momenti ancora in cui si rivela il "vero volto" o che "arrabbiata" debba forse tenere in sé un catalogo di sfumature. Alla mia esperienza (piccola) è IL VANTAGGIO che rivela le persone. Ecco io avrei detto così: che di fronte al VANTAGGIO PERSONALE che si rivela il carattere delle persone. Nel bene e nel male. Nella mia breve esperienza gli anni fanno il resto. Anni fa pensavo che il vantaggio fosse una parola più grassa. Anni fa pensavo che è un vantaggio mantenere l'amicizia e di fronte a quello molte cose si ridimensionassero. Con quello si confrontassero. Ma erano anni fa. Era prima. Prima che le persone (e con esse anche io) rivelassimo il nostro vero volto. Vero? Forse è solo che anni fa era più necessario (e urgente e vitale) essere in un (come) gruppo, fare gruppo, essere insieme. Deve essere successo qualcosa, dopo. Dopo IL VANTAGGIO non era "non perdersi, rimanere, essere uniti". Dopo il VANTAGGIO era PERSONALE. Ed è così. Oggi.
Di Carvelli (del 17/01/2008 @ 14:45:34, in diario, linkato 1292 volte)
“11.01.2008 - Scompare un nome storico e prestigioso della CULTURA cinematografica romana: il Labirinto ha infatti cessato la propria attività. L’altro ieri è stato eseguito lo sfratto per fine locazione del cineclub […] di PROPRIETÀ DELL’ORDINE RELIGIOSO DEI REDENTORISTI. […] Il Labirinto festeggia dunque i trent’anni di attività nel modo più amaro: «Lo stabile – si legge in un comunicato del cineclub – SARÀ ADIBITO AD ATTIVITÀ COMMERCIALI A PIÙ ALTA REDDITIVITÀ […]». Il parroco, […], si limita a dire che sul futuro dei locali nulla è stato deciso […].”
Questa è la notizia. Recente. Credo si possa fare qualcosa per esprimere solidarietà e appena so dico. Vorrei raccontarvi episodi meravigliosi legati a questo piccolo d'essai romano. Recenti e antichi. Anche antichissimi. E' una delle prime sale in cui ho iniziato ad apprezzare pellicole d'autore, anche grazie a S. che me lo aveva fatto conoscere. Poi c'è un seguito di appuntamenti unici. Ciclo Bresson, ciclo Tarkovskij. I film persi altrove. I film mai arrivati. La discesa della scala la triplice scelta delle sale, il senso del legame cinefilo che avvicinava nelle poltrone gli iniziati di questo rituale meraviglioso che è "si spengono le luci e scorrono le immagini". So che si studia una nuova sede per il Labirinto ma a me non basta. C'è quasi un diritto della memoria che chiama più forte. Chiama a gran voce che il Labirinto rimanga lì dov'è.
AGGIORNAMENTO: Manifestate la vostra solidarietà scrivendo a: crslabirinto@hotmail.it
Di Carvelli (del 17/01/2008 @ 11:17:45, in diario, linkato 8326 volte)
Ovunque proteggi (Vinicio Capossela)
Non dormo, ho gli occhi aperti per te. Guardo fuori e guardo intorno. Com'è gonfia la strada di polvere e vento nel viale del ritorno...
Quando arrivi, quando verrai per me guarda l'angolo del cielo dov'è scritto il tuo nome, è scritto nel ferro nel cerchio di un anello...
E ancora mi innamora e mi fa sospirare così. Adesso e per quando tornerà l'incanto.
E se mi trovi stanco, e se mi trovi spento, se il meglio è già venuto e non ho saputo tenerlo dentro me.
I vecchi già lo sanno il perché, e anche gli alberghi tristi, che il troppo è per poco e non basta ancora ed è una volta sola.
E ancora proteggi la grazia del mio cuore adesso e per quando tornerà l'incanto. L'incanto di te... di te vicino a me.
Ho sassi nelle scarpe e polvere sul cuore, freddo nel sole e non bastan le parole.
Mi spiace se ho peccato, mi spiace se ho sbagliato. Se non ci sono stato, se non sono tornato.
Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore, adesso e per quando tornerà il tempo... Il tempo per partire, il tempo di restare, il tempo di lasciare, il tempo di abbracciare.
In ricchezza e in fortuna, in pena e in povertà, nella gioia e nel clamore, nel lutto e nel dolore, nel freddo e nel sole, nel sonno e nell'amore.
Ovunque proteggi la grazia del mio cuore. Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.
Ovunque proteggi, proteggimi nel male. Ovunque proteggi la grazie del tuo cuore.
Il fattore T è il fattore Tempo. Non solo. Almeno in questo caso. Breve e curioso fattarello: mesi fa, poco meno di un anno fa diedi senso al denaro investendolo nell'acquisto di un giaccone della Tucano Urbano. Senso? Senso, sì: speravo almeno vista la penuria di quei giorni particolari. L'indumento tecnico da moto sarebbe servito ad affrontare i rigori dell'inverno - l'anno scorso in verità brevi - nel migliore dei modi centauri. "Lo compri! E' una capo per sempre!" queste le frasi infide. Risultato: messo 50 volte si è già rotto il dentino ultimo della lampo. Ed ora è inservibile: in un anno e 50 volte. Imbarazzante: il resto del capo è intatto, non ha mai conosciuta lavanderie né altro. Ripasso dal negozio e loro come io ci rivolgiamo alla Tucano Urbano. Ma la domanda su cui tutto s'infrange è: "ha conservato lo scontrino?". Dunque l'invito a voi tutti è quello di inventare dei catalogatori di scontrini: tutti gli scontrini. Un catalogatore organizzato per categorie merceologiche e giorni. Vi servirà. A me sarebbe servito oggi: per dimostrare che in quel giorno (ho testimoni ma in questo caso non serve averne) ero davvero lì, che lì l'ho comprato, che era proprio del Tucano Urbano ecc ecc. Qualcuno obbiettera che lex è lex ma classe è classe. Mio fratello ha comprato degli scarponi da sci Tecnica che si sono rotti in modo che evidenziava difetto di fabbricazione e l'ha avuti sostituiti senza se e senza ma (stessa situazione: senza scontrino ecc). E attenzione: dopo tre anni (3, TRE, tve - per chi ha l'erre moscia). Come dire: questione di classe e di tecnica! Dunque? Inventiamo i catalogatori di scontrini visto che la classe...e la tecnica...lasciano spesso a desiderare.
Metro1.
Arrivo tardi per scrivere e diffondere una caccia allo strumento. Felicemente tardi. Ieri un musicista che abita nel quartiere ha perso nella metropolitana il suo strumento. Lui si chiama Fabrizio Bosso e lo strumento (per molti sarà ovvio) è la tromba. Forse è la stessa tromba che ho sentito risuonare qualche domenica mattina dal giardino di casa. Forse quella è un'altra. Ma, quella o un'altra, lui l'aveva persa. Buon per lui che l'ha ritrovata: era una tromba di anni - suonata da anni - con un ricordo nella custodia eccetera. E' una bella storia. dal punto di vista suo lo è di più adesso. In genere lo era già da prima e lo sarebbe stata per un bel po'. Non troppo certo: giusto il tempo di una ricerca. Ma questa è letteratura.
Metro2.
Oggi mi sono tormentato sulla parola "sise". E' successo in metro vedendo una ragazza un po' grossa. Alta e grossa. Mi sono chieso se "sise" fosse la parola giusta per quel seno. Sise scese (come se il fatto che fosse in piedi davanti alle porte potesse avere conseguenze lingustico-anatomiche). Sise. Sise. Sise scese. Sise. Mi ha tormentato lessicalmente per qualche fermata. Finché non è scesa. Mi sono detto: ora controllo sul de mauro paravia (fatelo anche voi www.demauroparavia.it ). La sopresa è che non c'è. Mi è ronzata in testa una parola apocrifa, non ufficiale. Neanche gergale, volgare: come direbbe qualche annotazione. Eppure sono convinto che quella fisiologia attenda quelle quattro lettere. De Mauro mi perdoni l'intromissione.
Vedi bene che... Mi piacerebbe iniziare un discorso così. Non ne ho molte occasioni purtroppo. Non devo spiegare cose ad alcuno. Capita di rado che ne sappia più di qualcun altro di alcunché. Tutto sommato non eccello in nulla - ma anche questa può essere alla lunga una risorsa. Dunque mi devo accontentare di immaginarmi, solo immaginarmi, alle prese con un "vedi bene che".
Continua il torneo dei libri. Nathan Englander "Il ministero dei casi speciali" (Mondadori) regge il campo. Un campo un po' ristretto. Da calcetto (rima involontaria). Libro cimiteriale e non dovrebbe essere il momento giusto. Libro di lapidi. Ma l'una e l'altra cosa mi affascinano. Mi incuriosisce la possibilità di una rimozione. Una rimozione forzata. Della memoria. Del passato. Ora, più che mai, mi piace l'idea di cancellare parentele sbagliate, filiazioni nocive. D'altronde si parte sempre da noi. Ma pur sapendolo forse non è male acclarare una rinascita con una cancellazione.
Da www.ilprimoamore.com un raccontino di Tiziano Scarpa
Prontamente
Tiziano Scarpa
In corridoio, davanti al ricevimento dei medici del reparto, si fa avanti un uomo sui venticinque anni, giacca a vento arancione fluorescente e strisce catarifrangenti. (Sarà l'autista di un'ambulanza, penso.) "La vedo preoccupato," mi fa. "No, soltanto pensieroso". "È per lei?" "Per una persona cara." Mi descrive quello che è successo a lui. Ha avuto un mancamento, poi delle convulsioni, un amico lo ha tenuto in vita con un massaggio cardiaco. Gli hanno diagnosticato un tumore al cervello, operato d'urgenza. Mi mostra la cicatrice sulla tempia sinistra. (Forse dopo esserne uscito vivo ha deciso di fare volontariato, ecco perché quella giacca.) "A quando risale tutto questo?" "Un mese fa." "Ed è già in piedi!" (Allora quella giacca clamorosa serve a farlo sentire più al sicuro, è un segnale: attenzione, pericolo, essere umano delicato). "Ho solo una piccola dislessia, qualche esitazione nel trovare la parola giusta." "Quella non la trova nessuno, mai!", rispondo prontamente.
Sono giorni che faccio festa coi libri. Come in un piccolo torneo si sono affrontati ad eliminazione (diretta o indiretta) LE BENEVOLE di Littell e VERDERAME di Mari. Di dieci pagine in dieci pagine vinceva sempre VERDERAME fino alla vittoria definitiva del libro di Michele Mari (bellissimo)... per ko tecnico dovremmo dire se fossimo su un ring o a tavolino se parlassimo di sport di squadra dopo che l'arbitro ha valutato l'estenuante procedere di quel libro tanto "annunciato" etichettandolo come "melina" e quindi comportamente antisportivo (anche se questo nulla toglie alla bellezza della prosa dello scrittore milanese). Negli stessi giorni per un torneo "vecchie glorie" hanno lungamente pareggiato pagine di ANNA KARENINA con pagine del DON CHISCIOTTE facendosi apprezzare per due giochi diversi, uno più sorvegliato e registico l'altro più spumeggiante. Dopo è arrivato IL MINISTERO DEI CASI SPECIALI di Englander che ad ora regge bene il campo insidiato dal (ricevuto in dono) Palandri che scrive di Pier Tondelli. Nei prossimi scontri McCarthy incontra il CHECIL BEACH in una partita di cartello. E le sfide sono destinate a continuare. Nelle partite sinora diputate è dovuto intervenire in molti casi il massaggiatore per sciogliere il peso delle (sulle) braccia. L'intervallo di alcune poesie ha alleggerito l'atmosfera tesa sugli spalti.
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