Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Dalle mail ricevute si evince che il tasso di serendipità che vi avvolge è alto. M. racconta che proprio mentre pensava a una sola persona, si concentrava su quella. A quella pensava, lei bramava. Proprio allora in una sacca di questo vuoto/pieno dell'attesa/ricerca si è palesata nella sua vita, imprevista e improvvisa, un'altra persona. D'un colpo, dice, tutta quell'ansia e aspettativa un po' ostinata (confessa)si è dissolta come "nebbia al sole". Si domanda M. se fosse necessario un evento meteorologico altro per rivelarne un altro. O. O? - chiedo. Oppure no. Questa la definizione di cui in oggetto. Così M. Per autoaffermazione D. dice che proprio nel giorno in cui leggeva il mio post un tizio le parlava del film da cui prende spunto. E questa cara D. è coincidenza o rete. Rete, sì. Rete in cui siamo avvolti, dentro la quale siamo collegati, interrelati, gradi di separazione. Un po' di felicità vi raggiunga serendipitina o meno. Per oggi e giorni a venire.
PS Mi sa che uno di questi giorni vi dovrò parlare di Cartesio ma non oggi e, soprattutto, non per farina del mio sacco.
Quello che per uno è una disfatta, per un altro è un beneficio. Inizio con il perdere. Perdo, lascio. Cose che ho in mano mi sfuggono. Si rompono gli oggetti. Uan busta sta da qualche parte con dolci che qualcuno mangerà al posto di altri. Mi sfuggono le cose, le persone. E solo da adesso ho l'impressione di avere tutto davvero vicino, tutto davvero addosso. Tutto mio. Tutto io. Senza più nulla, tutto è con me, tutto mi appartiene, tutto si avvicina.
Ieri sera. Lei sa il cinese, lui è inglese. Il tutto dopo due giorni in dialetto napoletano. Lingua e dialetto. Penso ai modi che abbiamo ognuno di noi di comunicare, di farci capire. Con le parole. Senza le parole.
Di Carvelli (del 16/11/2009 @ 16:50:50, in diario, linkato 1144 volte)
Sere fa rileggevo la bellissima raccolta di Giorgio Caproni - Il seme del piangere, dedicata alla mamma Annina. Tra le pagine più belle della nostr poesia italiana del Novecento.
L’uscita mattutina
Come scendeva fina e giovane le scale Annina! Mordendosi la catenina d’oro, usciva via lasciando nel buio una scia di cipria, che non finiva.
L’ora era di mattina presto, ancora albina. Ma come s’illuminava la strada dove lei passava!
Tutto Cors’Amedeo, sentendola, si destava. Ne conosceva il neo sul labbro, e sottile la nuca e l’andatura ilare - la cintura stretta, che acre e gentile (Annina si voltava) all’opera stimolava.
Andava in alba e in trina pari a un’operaia regina. Andava col volto franco (ma cauto, e vergine, il fianco) e tutta di lei risuonava al suo tacchettio la contrada.
Tratterò di seguito di alcuni fenomeni naturali recentemente occorsimi. Essi tutti hanno a che fare con il Magico Mondo Della Natura. A voi...
1 La capinera. Mi attende morta una capinera e non ho versi per lei. Una piccola pena. Per il suo essere finita nelle fauci di Google che vuole ingraziarsi me per averlo abbandonato nel suo triste e solitario week end.
2 La stella cadente. Ieri sulla Tuscolana (in quanti l'avremo vista?). E' impressionante. Un fascio di luce gialla in caduta dietro ai palazzi tuscolani. Una scia larga, un'impressione di festa. E' già Natale? Sono un re magio?
3 La pecora. Si aggiunge alla mia collezione di animali casalinghi una pecora di stoffa e pelle o non so cosa. Essa non bela ma guarda in tralice struzzi, mucche, tigri ed esserino che tutti accoglie nella casa. Nel mio piccolo zoo domestico c'è ancora posto.
Sere fa S. e F. mi rimproveravano di aderire all'uso eccessivo di "tesoro" che è un "romanesimo" particolarmente sgradevole (non so se diffuso altrove). In effetti anche io mi risento e non mi piaccio. In effetti mi capita da un po' un po' più spesso. E non so quando è successo. Quando ho iniziato e perché. Per fortuna non mi capita mai con "amore" (una reticenza opportuna anche in generale) ma è comunque sgradevole dare a chiunque del "tesoro". E, certo, se fossi fidanzato (se fossi nella mia fidanzata) non approverei. Il problema è che a Roma si deve essere simpatici, per definizione. Credo che scivoli su questa assunzione di responsabilità friendlistica il nostro incorrere nel continuo vezzeggiare, sedurre. C'è qualcosa della città in questo parlare in salsa operetta e fare che tutti si sentano benvoluti. Tipo una specie di manovra di conquista, una guerra con le armi della melassa. E, in definitiva, credo che venga dai banchi di mercato: ne sia la sua esatta trasposizione. Imbonire per avere. Alle volte io uso "cara" e anche questo punteggiare mi rende sgradevole alle mie stesse orecchie. Senza dirlo a nessuno da ieri ho giurato a me stesso di smettere. Sarà come fumare? Vedrò qualcuno che dà qualche tirata di "tesoro" e mi verrà voglia anche a me? Ci saranno degli automatismi da spezzare ma lo farò, gentili lettori.
Variabili
Felice/Infelice Oggi/Domani Ci vado/Non ci vado La persona che ti ama/La persona che non ti ama Essere/Fare Qui/Lì Adesso/Dopo Credo di farcela/Non credo di farcela Lo dico/Non lo dico Essere ricambiati/Non essere ricambiati Fare il lavoro che ti piace/Fare un lavoro che non ti piace Voler cambiare/Non voler cambiare Intuire/Sapere Capire/Non capire La persona giusta/La persona sbagliata La mia casa/La sua casa
Inserire nel rettangolo sottostante le definizioni scelte. Lasciar risposare e rileggere fra un anno verificando la validità delle risposte
La soluzione sarà pubblicata sul prossimo numero (fra un anno)
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