Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 16/05/2011 @ 16:48:52, in diario, linkato 1402 volte)
da un libro che purtroppo non ho comprato al Salone di Torino
Mandami una fotografia perché non ho piú nascita essendo tutta nel contrario di te
sei apparso con un berretto d’inverno nevicato e sono stata betulla d’estate e verde intrepido
stagione del cielo al mio fianco sempre
spedisci una fotografia al luogo piú solitario di te dove sto in silenzio avendo già rischiato ciò che non passa
avanzo compita composta clandestina troppo piena di te da essere perforata a ogni tuo incedere d’amore
Anna Buoninsegni - Ad occhi aperti - Crocetti Editore 2005
Di Carvelli (del 16/05/2011 @ 11:33:55, in diario, linkato 1052 volte)
da un libro che ho comprato al Salone di Torino
Nel mese di maggio
Dal mio giardino si vedono così e non si possono spiegare l’accordo dell’azzurro rarefatto e quello del verde che sale e si fa spazio in certe mattine di maggio quando il calore viene sulle braccia scoperte e tocca il tendine d’azzurro e il tendine di verde che credevamo spenti, nella nostra testa di oggi, tanti anni fa. In mattine così, la terra si piega e si anima in cose inanimate come i sassi nel brulichìo nascosto dalle foglie, nel nostro essere muti e felici di non avere un nome.
Forse daremo un nome a questa luce sugli occhi, alla rondine scolpita dall’aria mentre passa, all’ombra durata un battito sulle nostre mani; forse saremo infanzia e chiuderemo il pericolo nel nome del pericolo e allontaneremo le nostre spalle dalla città abbagliata e splenderanno amate dal caso e dal vento le nostre impronte quando qualcuno chiuderà il cancello dietro a noi, e ci guarderà partire.
Pierluigi Cappello da Mandate a dire all'imperatore - Crocetti
Ho messo una terrina nel forno. Dentro c'erano gli asparagi. Sopra lo stracchino e un po' di gorgonzola. Poi l'ho tolto ho aggiunto un po' di noce moscata, pepe nero, erba cipollina e pan grattato. Ho aspettato che si raffreddasse e il resto va da sé. Si dovrebbe fare anche nelle cose così. Gli ingredienti che ci piacciono (non quelli "giusti" perché non c'è giustizia nel piacere, la giustizia è piuttosto una sofisticazione fredda del bene), i tempi giusti (anche del raffreddamento o della posa) e il rito semplice dell'uso. Un uso che non sia fine a se stesso ma fine a tutti. A tutto.
Si arriva in silenzio talvolta toccando con le mani sulle pareti trovando a tentoni le porte che girano premendo maniglie che cedono a camminare tranquilli nel buio di una casa, a sentire addosso, come un cucciolo buono, il volume di ogni stanza. Oggi so camminare di notte in tre case diverse ho conquistato ormai lo spazio che compete a una donna di trent'anni.
Annalisa Manstretta - da La dolce manodopera
La stessa persona di cui prima mi ha chiesto se lavo il bianco a parte e la risposta ovvia è stata no. Perché ho poco bianco, penso io. Perché sono pigro, suppongo. Beh, la sua conclusione è stata: (letterale) "A casa tua, dunque, il bianco non esiste". E il senso (letterale) era che non ho più il vero bianco. E ora, ripensandoci, mi sembra come se mi avesse diagnosticato una malattia della vista.
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