Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Mai come questo Natale ho ricevuto regali belli. E utili. Non ho avuto la sensazione del riciclo che pure sarebbe potuto essere, stante la crisi, materia dell'economia gestionale natalizia. E invece, a conferma della proporzionalità inversa tra crisi e valori, così non è stato. Cito da un libriccino piccolo ma ricco di spunti che ho ricevuto. Un piccolo diario-intervista del grande poeta Andrea Zanzotto. Il titolo è Ascoltando dal prato (interlinea). Scrive Zanzotto. "L'idea capitalistica del Pil che dice che tutto deve crescere porterà al disastro, mentre la legge della natura prevede una nascita, una crescita e un declino. E' una cosa immonda che non si diano notizie su quello che sta accadendo. Tutti cercano di dimostrare che possono sopravvivere. Sopravvivono i più forti e i più stolti. La fabbrica del cretinismo del mercato domina su tutto e i pubblicitari sono dei cinici spaventosi". Poi dicono che i poeti dovrebbero occuparsi solo di poesia! Non sarebbe più saggio chiedere agli economisti di occuparsi di poesia?
Alla fine è arrivato il mio birthday cake. Quando meno me lo aspettavo eccolo lì. Anche se oggi non è più il giorno e io continuo a stare modestamente male. E' arrivato in una busta gialla e senza costringermi a trovare qualcuno che me lo andasse a prendere all'ufficio postale che io di uscire proprio non se ne parla. Lì in mezzo al giardino. E' arrivato in tempo per dire che le cose belle sono anche buone e sono quelle che costano un certo impegno. Che io, se ci penso, continuo a reputare immeritato. Ma tant'è.
Il regalo più bello che non ho ricevuto sarebbe dovuto arrivare per posta aerea per il mio compleanno. Era stato spedito da fuori Italia ed era il dolce fatto in casa per il mio compleanno. Cucinato in un’altra casa e mangiato in casa mia (da me). Non proprio in linea con il chilometri0 ma era un pensiero bello. Partito il martedì doveva arrivare il venerdì. Ma, come detto, non è giunto. Dunque: 1) il dolce l'ha mangiato un postino goloso (che suona tipo il delfino curioso della pubblicità ma se lo becco lo schioppo); 2) all'ufficio postale ci hanno fatto merenda; 3) nelle operazioni di imbarco-sbarco qualche scaricatore dei due aeroporti ha fatto un break; 4) il concetto topo, sì il concetto topo ovunque quel plico stazionasse in attesa delle mie fauci. Considerazione finale: il mio regalo di compleanno è stato un invito alla dieta. Riuscito e naturale. Con febbre tosse nausea eccetera eccetera. Ma il pensiero va detto era dolce, davvero.
Da Elogio ai ricchi di Marina Cvetaeva. "dichiaro: amo i ricchi!/ Per la radice loro, putrida e precaria,/ che dalla culla coltiva una piaga,/ per quell'imbarazzata abitudine:/ fuori dalla tasca e daccapo in tasca./ Per la silenziosissima preghiera delle loro labbra,/ eseguita come una gridata ingiunzione./ E perché non li fanno entrare in paradiso,/ e perché essi non ci guardano negli occhi."
Anche se costa fatica andrebbe scansata la rabbia come la peggiore nemica della nostra pace. Un modo, alla fine, per non dimenticare mai. Per continuare a provare pena; è per questo che penso a quanto siano pericolose per i parenti delle vittime le commemorazioni. Davvero serve ricordarsi che si è lì non per il passato ma per il futuro. Ed è un proponimento non facile da mantenere nel tempo e nel dolore.
TRASGRESSIONI Mi espando e vivo illegalmente in aree che gli altri non riconoscono reali. Là mi fermo ed espongo il mio mondo perseguitato, lo riproduco con amarezza e renitenza, là lo affido ad un sole senza forma né luce, immobile, personale. Là accado. A volte però Tutto questo s'arresta. E mi restringo, a forza rientro (rassicurante) nell'area ammessa e legale, nell'amarezza terrena. E mi smentisco.
Kikì Dimulà Dall'antologia Per un'introduzione alla poesia greca contemporanea, a cura di Paola Maria Minucci (1992)
Anche oggi inabilitato scelgo di parlarvi delle Ombre di Cappello da cui erano tratti i versi enigmistici di ieri. Il titolo della raccolta è il kafkiano Mandate a dire all'imperatore. Il tema della raccolta è l'ombra del passato. Un'ombra famigliare come nei versi di ieri che raccontavano del padre come quelli della successiva I vostri nomi che dicono: "i vostri nomi sono andati via/ voi che siete stati popolo e ombra/ remissione e forza". Ma spesso è l'ombra dei luoghi e delle persone che li hanno abitati. Oggi vi scrivo (e vi cito) di matite (per me anche un regalo fuori sacco di questo Natale). Sempre da Pierluigi Cappello, stessa raccolta. La poesia è Poesia scritta con la matita. Vado: "L'anima di grafite non conosce soste, esitazioni:/ nel suo stesso procedere in avanti/ ci chiama alla possibilità del ritorno,/ nel suo segno scuro riposa la dolcezza del bianco". Il resto è, come al solito, enigmisticamente demandato a voi.
Oggi sono fuori uso. Fuori quasi tutti gli usi. Quando l'uso dello sguardo mi rimane leggo. E siccome mi rimane per ora, oggi, leggo. E leggo, oggi, anche se poco da Mandate a dire all'imperatore di Pierluigi Cappello la poesia che dà il titolo alla raccolta. E la leggo tutta come tutta dovreste leggerla voi. Io scrivo solo tre versi attorno a cui voi dovete disegnare il resto. Ecco la semplice enigmistica di oggi. "come i semi dei fiori, portati, come una nevicata leggera/ ho sognato di raggiungere i miei morti/ dove sono le cose che non vedo quando si vedono".
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