Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 20/09/2007 @ 14:50:01, in diario, linkato 1299 volte)
Ecco, lo faccio, cito la Szymborska. Una poesia che si chiama Ritorni
E' ritornato. Non ha detto nulla. Era chiaro però che aveva avuto un dispiacere. Si è coricato vestito. Ha messo la testa sotto le coperte. Ha ripiegato le gambe. E' sulla quarantina, ma non in questo momento. Esiste - ma solo quanto nel ventre di sua madre, al di là di sette pelli, al riparo del buio. Domani terrà una conferenza sull'omeostasi nella cosmonautica metagalattica. Per il momento s'è raggomitolato, dorme.
La leggo e la rileggo. Per prendere sonno e forse (se non mi addormento) per impararla a memoria. "Questo sei" hai detto una volta. Me lo ricordo ancora. Sì questo sono.
Di Carvelli (del 21/09/2007 @ 15:45:45, in diario, linkato 1267 volte)
Ogni tanto entro in una casa. Non la mia. E' ora di pranzo ma potrebbe essere ora di cena o dopo ancora. Entro in una casa, dicevo, accolto come un amico, uno che non conosci ma che sai che ti è familiare. Da prima. Da prima quando? Da prima: un prima imprecisato. Entri senza essere avvertito come un ospite. Non in quel pomeriggio, in quella sera. Entri come uno di quella casa. Uno legittimo. Uno indiscusso. Mi piace. Mi piace ogni tanto entrare così. E' come un sogno: quello di essere in casa di sconosciuti e almeno per una volta - magari proprio la prima - essere percepiti da subito come di casa. Essere di casa. Si dice infatti.
Di Carvelli (del 24/09/2007 @ 11:17:27, in diario, linkato 1262 volte)
Un'ora e poi un'altra. Di seguito. Fino allo sfinimento della somma. In un conto paro che salva la linea dell'infinito. Non la spezza, non la segmenta negli eventi, nelle occasioni. La breve vita delle cose da fare e quelle fatte. La lunga vita del disargine. Che riposa. Nulla accade - pare. E invece nello stordimento del tempo sempre uguale, la pace.
Di Carvelli (del 24/09/2007 @ 16:52:47, in diario, linkato 1264 volte)
Ieri ho visto La ragazza del lago e mi è piaciuto. Mi sono piaciute l'interpretazione di Servillo e la colonna sonora. Delle volte, come nei romanzi, funziona un personaggio e lo sfondo è più piatto, appiattito, di sfondo. A me invece piacciono i personaggi secondari e spesso (penso al Favoloso mondo di Amelie, senza farmene scudo come di un mito a pellicola) riesce pur nella semplificazione la coloritura dello sfondo: un tratto, un colore, un personaggio. Anche nel poco e con poco ed eccoli. Sarà che la provincia è spesso piatta nell'immaginario filmico itlaiano ma c'è un limite. Come sempre tutti ripetono il talento, sono le produzioni che forse spesso l'impongono questa ripetizione e così oggi ecco a noi un cinema a la Sorrentino o a la Garrone. Epigoni o omologhiu, spesso una via di mezzo fortunata. Ma alla fine tutto passa. Ieri ho visto La ragazza del lago e ho passato bene due ore.
Di Carvelli (del 26/09/2007 @ 10:19:33, in diario, linkato 1369 volte)
C'è in questo centro fisioterapico dove vado ogni mattina un signore che chiamano "Maresciallo". Questo tipo ha sempre frasi entusiaste per tutti specie per il dottore "dotto' siete un fenomeno" (mi sono chiesto se sia o meno un complimento, almeno nell'etimo). Parla con inflessione campana e un diffuso tremolio nella voce. Storpia sovente delle parole. Oggi: sisa (sisal), lotta (lotto). O inverte generi e numeri: "dotto' voi siete pieno di donna". E' simpatico. Non so dire se è saggio. Di sicuro è divertente. Ma oggi ne ha detta una che valeva (nei termini della saggezza): "dotto' la vita per me va vissuta come è" (non ha detto come viene ma proprio "come è"). Forse è davvero così.
Di Carvelli (del 26/09/2007 @ 14:07:53, in diario, linkato 1242 volte)
Due che non avevo segnalato. Uno è il Dizionario affettivo della lingua italiana di Matteo B Bianchi e della sua rivistina 'tina. Lo trovate qui con un mio contributo APPALLOTTOLARE. L'altra è una bella rivista di Palermo, ZOE. Qui una mia riflessione in due parti sul mondo degli automotivati.
Di Carvelli (del 27/09/2007 @ 12:12:36, in diario, linkato 1279 volte)
Ieri parlavamo di Pio XII e tu mi dicevi "Che poteva fare?!" Tu hai 84 anni e io no. Sto zitto. Dentro qualcosa mi dice che non è l'età l'esempio. L'esempio è il comportamento. Dopo torno a casa e sento le notizie della Birmania, dei monaci arrestati. Vado a dormire pensando al loro esempio. Tu dici "Che poteva fare?!". Già, che poteva fare!
Di Carvelli (del 28/09/2007 @ 14:42:30, in diario, linkato 1392 volte)
Il Maresciallo oggi ha detto "vi lascio una buona ciornata" (giornata NdC - Nota di Carvelli) e "colla buona salute ci vetiamo lunedì". Questo ha detto oggi il Maresciallo. A me ha sorriso e ha chiesto "sta buono il vostro polso?" Insomma, gli ho fatto io. "Ehh (un ehhh un po' lungo) ci vuole pasienza!" Va avanti così il tutto. Il tutto della mattina.
Del Maresciallo nessuna traccia ma oggi ho incontrato Roberto ("Roberto tu, Roberto io" ci salutiamo) che è un ragazzo "diversamente abile" come ci viene consigliato di dire. Ci facciamo insieme un sacco di risate. Lui è carino: mi racconta tutta la sua storia fisioterapica, i suoi guai. Ma col sorriso. Pedala: si scherza. Fa la ruota (una specie di timone a muro che fa roteare): ridiamo. Arriva la mamma e mi presenta: "lui è il mio amico...si chiama come me, Roberto". E' tutto così semplice.
Di Carvelli (del 03/10/2007 @ 10:39:51, in diario, linkato 1462 volte)
Seguo da un po' e mi è capitato di citare poesie di Franca Mancinelli. La poesia che avrei voluto citare è questa (la sentii molto tempo fa su Radio24). Mentre mi viene fatto notare che in un vecchio post c'è il bianco sopra il suo nome. E invece...e invece è che la poesia è scritta in bianco ma evidenziandola riappare (lo scopro anch'io solo ora e caspisco che è colpa della nuova impostazione del blog). Che fare a questo punto? Lasciare al mistero e all'improvvisazione o cambiarle colore? Nel frattempo ricito una poesia di Franca Mancinelli. Quella che poi è questa.
smetto di piangere solo
quando il motore è acceso:
le immagini scorrono, chiudo gli occhi
nel sedile dietro mentre guidi
sulle strade in collina dove il cielo
traspare dalle foglie.
Non farti accorgere, non dirmelo
che la fuga s'è chiusa in un cerchio,
non darmi questo mondo fermo
di cose intonacate e appese
se mi abbracci non posso
dare la guancia al buio, ti chiedo
lasciami come un gatto lontano
alla svolta, sul ciglio di una strada
dove s'aprono valli
di viti e ulivi e non trovo la casa.
*
quanto paziente ostinato amore
nel gesto che fai di muovere passi
avanti e indietro nella sala, mentre
col braccio e un ginocchio fingi
di addolcire una cuna sulla sterrata
come dondola il mondo e le cose
di nuovo tremano, anch'io
sarò nel buio.
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