Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 19/04/2004 @ 20:31:58, in diario, linkato 1008 volte)
Finito “I giorni dell’abbandono” della Ferrante, un libro che conferma le doti di scrittura, la capacità narrativa, anche se la storia in sé lascia un po’ di perplessità nell’assoluta mancanza di giustificazioni della lunga troppo lunga sequenza dell’appartamento-prigione che se vuole essere metafora di una sofisticazione della vita serena e normale di una famiglia finisce per diventare tomba del senso. L’ Amore molesto rimane un libro più perfetto con meno derive non narrative ma, lo ripeto, di senso. La fantomatica autrice che vive in Grecia ma sembra avere ascendenze partenopee (anche qui Napoli echeggia nella reclusione Torinese) si conferma talento di prosa, meno di struttura. E se nell’Amore una certa entropia serviva qui al stasi narcotizza. Passo a Ballard, “Condominio”, e già mi intrigo. Visto “Il genio della truffa” DVD che fa il paio con “Secret window”
visto al cinema con discreto piacere a dimostrazione che spesso il cinema americano ha sfumature pur rimanendo su campiture di grandi tele e non di minutismi. Magari è un attore e la sua recitazione: nel Genio c’è un Cage bravissimo (da quando no? O quando sì? Via da Las Vegas?),
nell’altro uno strepitoso Depp. Meglio Il genio, sicuro ma Secret si difende e Depp è enorme pur nella bellezza che speso è deterrente ahilui.
Di Carvelli (del 22/04/2004 @ 08:08:54, in diario, linkato 1032 volte)
Ieri per radio si parlava di titoli. Di libri. Belli o brutti. Efficaci oppure no. Promettenti, mentitori. Ad esempio, Rocco Carbone, che era il conversatore di quest’amabile conversazione diceva a titolo di esempio che Anna Karenina non è che fosse poi un titolo geniale. Ma qual è per noi un titolo geniale? E soprattutto promettente per il contenuto. Dico questo sulla scorta del fatto che il mio compagno di bisbocce non che amico DARIO MORGANTE sta per pubblicare MIA SORELLA E’ UNA GRAN FIGA e oplà 950 copie di ordinativo che per un esordio è molto e meritato aggiungo io che l’ho letto. Ma da Tolstoj a Morgante cosa è cambiato (eh Dario!!!), c’è una cura dei titoli diversa? Commerciale? VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE? MORTE A CREDITO? LA MISERIA IN BOCCA (maneggiamento di THE POUR MOUTH in inglese…ma poi c’è l’irlandese…)? E quelli che invece cambiano da una tradizione all’altra? THE CATCHER IN THE RYE, il titolo più manomesso. Il titolo ha una sua circolarità in dei casi assonante ( SETA, CITY, SANGUE). E in Italia? E di recente? DIARIO DI UN MILLENNIO CHE FUGGE, GLI SGUARDI CATTIVI DELLA GENTE, VI HO GIA’ TUTTI SOGNATI UNA VOLTA. E quelli di De Luca: NON ORA, NON QUI. TU, MIO. ACETO, ARCOBALENO (,). I titoli di, i titoli, Grossmann BAMBINI A ZIG ZAG, VEDI ALLA VOCE AMORE, COL CORPO CAPISCO, CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO. Paraculi? E poi ASPETTA PRIMAVERA, BANDINI e CHIEDI ALLA POLVERE. E Marìas DOMANI NELLA BATTAGLIA PENSA A ME, UN CUORE COSì BIANCO shakesperiana. Ehm MATTATOIO N.5? ON THE ROAD (SULLA STRADA non è la stessa cosa). LOVE IN A BLUE TIME (in italiano manco lo nomino), IL BUDDA DELLE PERIFERIE. Per questioni di tempo….to be continued
Prima di continuare con la giostra dei titoli e per completezza di riscontro ci si dovrebbe chiedere se sia giusto pubblicare la foto dell’autore e se sì dove. IV, bandella? E se sì come? Pensoso? Davanti alla sua sterminata biblioteca o… E ammesso che sì perché? E’ giusto conoscere la faccia di chi scrive? In ogni caso? Che informazione aggiunge al libro? E’ giusto ma solo se l’autore non più vivente o… E se tanto mi dà tanto…. In certuni casi forse sarà pure giusto tributare copertina al volto dell’autore? In quali casi? Vivo morto… Per quali autori a che scopo … cercare una identificazione così totale tra chi scrive e chi legge?
Di Carvelli (del 27/04/2004 @ 08:22:00, in diario, linkato 1074 volte)
In tutti i casi...per solidarietà una poesia della grande Marina I. Cvetaeva
QUELLI DELLE FABBRICHE
Stanno con tetraggine operaia
i corpi di fabbrica anneriti dal fumo.
Sopra la fuliggine scuotono i riccioli
i cieli mossi a pietà.
Verso la fumosa orfanezza dell'osteria
si trascina un berretto unto di grasso.
L'ultima sirena della periferia
ulula chiedendo giustizia.
Sirena! Sirena! Di fronti stravolte
l'ultimo grido: "Ci siamo ancora noi qui!"
Quale senso di condanna a morte
in questo lamento delle ultime sirene!
Di Carvelli (del 28/04/2004 @ 08:06:20, in diario, linkato 1021 volte)
Di Carvelli (del 28/04/2004 @ 14:24:51, in diario, linkato 1035 volte)
Todas as cartas de amor são ridículas. Não seriam cartas de amor se não fossem ridículas.
tutte le lettere d'amore sono ridicole. non sarebbero lettere d'amore se non fossero ridicole.
Também escrevi em meu tempo cartas de amor, como as outras, ridículas.
anch'io a mio tempo scrissi lettere d'amore, come le altre, ridicole.
As cartas de amor, se há amor, têm de ser ridículas.
le lettere d'amore, se c'è amore, devono essere ridicole.
Mas, afinal, só as criaturas que nunca escreveram cartas de amor é que são ridículas.
ma alla fine solo le creature che non han mai scritto lettere d'amore sono davvero ridicole.
Quem me dera no tempo em que escrevia sem dar por isso cartas de amor ridículas.
quanto vorrei tornare al tempo in cui scrivevo, senza preoccuparmene, lettere d'amore ridicole.
A verdade é que hoje as minhas memórias dessas cartas de amor é que são ridículas. l
a verità è che oggi sono i ricordi che ho di quelle lettere d'amore ad essere ridicoli.
(Todas as palavras esdrúxulas, como os sentimentos esdrúxulos, são naturalmente ridículas.)
(tutte le parole sdrucciole, come i sentimenti sdruccioli, sono naturalmente ridicoli.)
Pessoa
da www.gusta.splinder.it
Di Carvelli (del 29/04/2004 @ 08:18:47, in diario, linkato 1050 volte)
“All’alba – il sangue più lento,/all’alba – il silenzio più leggibile./ Lo spirito dalla carne inerte si divorzia,/ l’uccello concede il divorzio alla sua gabbia d’osso./ L’occhio vede – la meno visibile lontananza,/ il cuore vede – il meno visibile legame…”
(Marina I. Cvetaeva – All’alba)
Non perché più sveglio. Forse proprio perché tutto è pagina bianca. Nessuna ancora costruzione. Il semplice trasporto del corpo alla tastiera. Nella assoluta assenza di attribuzioni di significato. Preferisco scrivere così o per pienezza di sentimenti ma è un altro discorso. Nulla è ancora successo. Una bella o una brutta giornata. Al limite sole sì o no. Pioggia. Perché ora la finestra è luce. Se fosse inverno sarebbe serranda verde (che al limite ticchetta di pioggia metallica) e luce da tavolo. Meglio ancora avere un progetto. Un’idea. Cose da fare come se fossero preghiere da recitare all’ora data. Per progetto ogni momento è buono. E’ il tempo l’esercito nemico, un’alleanza quello che cerco ma guerra se serve. Il nemico è sempre dentro. Sempre. Anche quando ha fattezze distinte da me. Ecco l’alba per sferrare l’attacco alla pigrizia al ‘non ho tempo’ al ‘lo farò’ al ‘tutto è inutile’.
Scudetto al Milan. Purtroppo non è la sola cosa che si cucca il signor B. quest'anno. Purtroppo. Anzi, per fortuna, è la meno grave (ma non ditelo ai romanisti). Ma ai romanisti diteglielo invece che il partito di governo per cui (anche indirettamente) hanno votato è il partito che si può permettere di far dire ad un presidente di club a dichiarazione post partita e post titolo... sono amareggiato come presidente del Milan e come presidente della Lega. Non ho altre considerazioni da fare. A parte il legittimo dolore di quanta acqua sotto i ponti da una curva politicamente più attenta, accorta e critica. E invece piace questo paese a chi urla forzaroma e milanmerda. Il paese delle deleghe e delle doppie cariche, delle incompatibilità, degli interessi è questo e hai voglia a tirare monetine accendini bottigliette bombe tricchetracche ... Ma magari è il caso che si leggano pure la bellissima poesia del mio amico Aldo Nove...
SOGNANDO AA ROMA
aa vita a parte i scherzi è probblematica aa gente se dimentica li probblemi de aa vita ciascuno tifa pe aa sua squadra e se scorda de li morti che aa televisione fa veede mentre aa gente dovrebbe un pochino de reflette anche aa questione de sti africaani che se morono pe venì a tifà aa roma na catasta de morti su le barchete per corpa der governo li poveraci che se sognaavano de venì a vede r campionato nostro li mejo campioni de aa roma li stracioni li morti dde fame
sognando aa roma
na pigna de morti così che se li fucilerebero è mejo subbito piutosto che sti poveraci che se mojono ne le barchete per corpa der governo che non fa n cazzo co i arbitri trucati perchè non ce stanno più le partite de na vorta anche se la aa roma è sempre aa roma
na puzza de morto l’ano fatta vede aa r teleggiornale sognando aa roma ce stava pure na dona nuda che pareva n morto che pareva n omo ma che era na dona seporta da i aartri cadavveri se si refletterebbe de questo er governo de li comunisti anche sto fatto de l’universo e aa deriva de i continenti sognando aa roma
che annassero a di aa berlusconi de proteggece da li comunisti li peggio frocioni morti republiccani sognando aa roma o per r esempio a dicere de sto fatto de li viaggi de aa speranza de mijaia de gnoranti cche se morono dentro aa sto cazzo de mare de maria de filippi de noi attri sognando aa roma
mijoni de morti sognando aa gippe r fuoristraada e straafighe de aa televisione li mejo film come totti se ncula aa juve
de l’africa dee prostitute de l’adiesse
sognando aa roma
"Morire
è un'arte, come ogni altra cosa.
Io lo faccio in un modo eccezionale.
Io lo faccio che sembra come inferno.
Io lo faccio che sembra reale.
Ammetterete che ho la vocazione."
Questa è Sylvia Plath e la sua Lady Lazarus. Ma questi siamo noi che come in una specie di snuff movie abbia assoldato carne per farla diventare inerte, sanguinolenta per essere esangue. E' la nostra arte, la nostra vocazione. La stessa che i reality show ahnoi non ci permettono. Ecco che nella scatola televisiva ci abbiamo messo la morte su commissione. Su vocazione. Ecco come muore un italiano. Ora lo sappiamo. Senza dover indagare nel vizio perverso. La nostra non è perversione. La nostra è vocazione. La nostra è redenzione.
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