Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Due cose. Due storie. Una vista e l'altra udita. La vista: martedì festa a Roma quindi me ne vado in una villa nel primo pomeriggio a leggere in costume. Villa Ada ma solo dopo aver scartato Vialla Borghese deserta e poco rassicurante. Mentre mi allontano dal muro del Bioparco già Zoo ti vedo un tassinaro che strilla fuori della sua monovolume. Ore 15 sole a spada di damocle....e questo che strilla contro uino straniero anziano che non capisce. Mi fermo e gli dico: "ma che fai?" qundo vedo che strattona il forestiero e lo0 prende a calci....!"mi ha fregato 5 euro...non vuole pagarmi 5 euro gli ho detto che è festivo e che c'è al maggiorazione...io non capisco l'inglese"....Preferisco concludere che le lingue sono importanti.
L'udito/a. Racconto di S. maestra d'asilo. Mi dice che il giorno dopo lo sputo di Totti nella sua classe i bimbi (anni 3 o 4) sputavano tutti e dicevano "come Totti".
Allora....Da diove iniziare? Da Vigevano? Direi...ma aspetto le foto per farvi un bel resoconto ricco... Vi dico solo che è stato bello anzi bellissimo. Mi è rivenuta in mente una frase della mia Gambina di fiducia...quella che ti invita ad essere se stessi....non niueig...eh? E' solo che una volta mi disse...rispetto alle interviste o al parlare in pubblico che mai fingere di essere qualcun altro....capirai....lo dice a me? Che io c'ho proprio una fissazione sulla verità e la fragranza interna...Per ora vi dico che a Vigevano ci sono zanzare leone...altro che tigre...e che se sei stato in Amazzonia...beh non hai proprio visto nulla... che sono scese con me dal treno dopo Abbiategrasso e non mi hanno mai abbandonato...Una alla presentazione ha detto zzzzzzzzzzz e io "cosa?" e quella "ci sei cascato?!" e ora ho dei bubboni che non vi dico...ma ho pensato....il sindaco non è venuto...ma ha mandato le zanzare a presenziare...Vigevano è bella, ha una delle piazze più belle d'Italia (con Ascoli Piceno, Bergamo, Trieste....) e bar sulla piazza stratosferici...Le persone che ho visto erano carine e i presentatori sono stati sublimi: Marco Beretta e Bianca Garavelli (che ha scritto di Dante...tanto...curanto tra l'altro sulla supervisione delle mitica Maria Corti...le tre cantiche per Bompiani...ma anche narrativa)...la presentazione è venuta benissimo....come sempre non eravamo in molti ma tutti e dico tutti hanno comprato il libro...risultato....Feltrinelli Vigevano ne ha tenute solo 4...sul giornale locale c'era un bel pezzullo...e forse un altro ne uscirà... Io ho letto Carver (come qualcuno mi ha detto la mia versione in inglese...una volta uno mi ha detto...avevo il Pironti poesie....ma lo ha scritto tu?) e la sua esaltazione dell'EDITOR...WALLACE...e ora leggo Palahniuk su Portland...
NOTA:....ZANZARA TIGRE SE LA CONOSCI LA CACCI
Da dove proviene
La zanzara tigre è originaria del sud-est asiatico. È giunta in Italia attraverso l’importazione di pneumatici usati sui quali la femmina aveva disposto le uova.
Come si riconosce
È leggermente più piccola delle altre zanzare. È di colore scuro, quasi nera con fasce bianche sulle zampe e una linea bianca sul dorso. Vola a pochi centimetri dal suolo. Punge durante il giorno e prevalentemente alle caviglie e alle gambe. È più aggressiva delle altre zanzare. Risiede in zone ombreggiate.
Cosa succede in caso di puntura
La sua puntura provoca bolle e gonfiori pruriginosi nei soggetti più sensibili. In Italia la puntura della zanzara tigre non comporta rischi di trasmissioni virali all’uomo.
Come si riproduce
La zanzara tigre, a differenza delle altre zanzare, predilige le piccole raccolte di acqua stagnante per riprodursi: nei sottovasi e in qualsiasi altro piccolo contenitore in cui l’acqua piovana o di annaffiatura venga lasciata a ristagnare, sui copertoni usati in cui si depositi acqua piovana, nell’acqua dei tombini
Le uova vengono deposte all’asciutto, poco sopra il pelo d’acqua. Quando in seguito a pioggia o ad annaffiatura l’acqua le sommerge, queste si schiudono ed escono le larve che in circa sette giorni diventano adulte e si alzano in volo.
COME SI ARRESTA LA ZANZARA TIGRE
Il piano di intervento del comune di Roma
Per combattere la diffusione della zanzara tigre il comune di Roma ha predisposto ed attivato un Piano di intervento nelle zone di avvistamento di tutti i Municipi. La campagna di prevenzione per l’anno 2003 si svolge anche quest’anno, come nei precedenti anni, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con l’Azienda municipale Ambiente – Sanama.
La campagna di quest’anno, oltre agli interventi di disinfestazione e riduzione dei focolai nelle aree pubbliche, prevede una capillare informazione della cittadinanza affinché tutti collaborino nell’opera di riduzione dei focolai che si sviluppano all’interno delle aree private. Il piano degli interventi delle squadre della sanama si basa su di un monitoraggio che valuta costantemente la presenza, distribuzione e densità della zanzara tigre nei diversi Municipi.
Gli interventi di Sanama sono iniziati ad aprile e continueranno fino a tutto ottobre.
L’ordinanza del sindaco
Con l’ordinanza n. 19 del 9 aprile 2003 il Sindaco chiede a tutti i cittadini di collaborare alla lotta contro la zanzara tigre contrastando la sua diffusione anche nelle aree private. Le inadempienze a quanto previsto dall’ordinanza possono anche essere sanzionate con multe da 25 a 500 euro.
L’impegno di tutti i cittadini
È indispensabile che tutti i cittadini diventino consapevoli del proprio ruolo nel combattere e prevenire la diffusione della zanzara tigre.
Questa campagna informativa ha proprio l’obiettivo di far sapere a tutti che dipende dal comportamento di ognuno di noi la riduzione dei focolai di riproduzioni.
I MAGGIORI FOCOLAI DI RIPRODUZIONE DELLA ZANZARA TIGRE
Sottovasi
È l’oggetto più amato dalla zanzara tigre, il focolaio più adatto alla sua riproduzione. Evitate di usarli se potete e comunque non lasciate mai che l’acqua vi ristagno.
Pneumatici
Coloro che per qualsiasi ragione posseggono pneumatici devono fare particolarmente attenzione affinché non si formano raccolte di acqua al loro interno. Sarà utile stoccare gli pneumatici a piramide, aver cura di lasciarli asciutti e coprirli per evitare che l’acqua piovana vi ristagni. Gli pneumatici privi di copertura devono essere disinfestati con periodicità quindicinale.
Condomini, vivai, rottamatori di automobili, cantieri edili, orti urbani
Oltre ai sottovasi e agli pneumatici, le larve di zanzara tigri si trovano nei tombini, in barattoli, lattine, bacinelle, depositi e contenitori per l’irrigazione degli orti e dei fiori, innaffiatoi, fogli di nailon, buste di plastica ecc.
Serve un particolare cura nel non lasciare mai abbandonati recipienti e contenitori, né oggetti che permettano il ristagno delle piccole raccolte d’acqua. È necessario programmare disinfestazioni periodiche nelle aree di proprietà privata entro le quali le squadre di Sanama non possono intervenire.
Vasche e fontane ornamentali
Aver cura di fare regolari manutenzioni delle vasche e delle fontane ornamentali accertandosi che non ci siano perdite di acqua nell’impianto. È anche opportuno introdurre pesci larvivori (Pesci rossi)
Cimiteri
I vasetti dei fiori in cui l’acqua rimane per giorni sono ottimi focolai di riproduzioni. Quindi anche nei cimiteri bisogna sforzarsi di ricordare alcune regole: non lasciare vasetti inutilizzati, usare argilla espansa o sabbia ove possibile, cambiare frequentemente l’acqua dei vasi con fiori freschi.
Eliminando i piccoli ristagni d’acqua, focolai di riproduzione, dai vostri giardini, terrazzi e balconi arrestate la diffusione della zanzara tigre. Soffriremo di meno e l’ambiente diverrà più sano per tutti
Prodotti con cui combattere la zanzara tigre
Dove non è possibile eliminare il ristagno d’acqua, ad esempio nei tombini e nelle griglie di raccolta delle acque piovane, si possono utilizzare prodotti facilmente reperibili in farmacia:
- compresse di insetticida a base di Temephos, una sostanza a bassissima tossicità verso gli altri organismi;
- pastiglie effervescenti di insetticida biologico a base di Bacillus Thurigensis, innocuo per l’uomo per l’uomo e gli animale.
Di Carvelli (del 05/07/2004 @ 17:18:40, in diario, linkato 1107 volte)
Ormai è ufficiale si dice Peiscioto...ed è da sapere che lunedì prossimo è a Roma, alla libreria dell'auditorium con Filippo La Porta e Agnese Nano a presentare il suo libro edito da La Nuova Frontiera http://www.lanuovafrontiera.it/ Ed è una notizia per groupies...Intanto rubo da Monicuzza
Arte poetica.Peixoto.
La poesia non ha nulla più del suono del suo senso, la lettera p non è la prima lettera della parola poesia, la poesia è una scultura dei sensi e questa è la sua forma, poesia non si legge poesia, si legge pane o fiore, si legge erba fresca e le tue labbra, si legge sorriso disteso su mille alberi o cielo irto di pugnali, minaccia, si legge paura e brancolare di ciechi, si legge mano di bambino o tu, madre, che dormi e che mi hai fatto nascere da te perchè fossi parole che non si scrivono, si legge Paese e mare e cielo dimenticato e memoria, si legge silenzio, sì tante volte poesia si legge silenzio, luogo che non si dice e che ha senso, silenzio del tuo sguardo dolce di ragazza, silenzio la domenica tra le chiacchiere, silenzio dopo un bacio o un fiore di troppo, silenzio tuo, padre, che sei morto dappertutto per esistere solo in questo poema silenzioso, chi lo può negare?, che scrivi sempre e sempre, in segreto, dentro di me e dentro tutti quelli che soffrono per te.
La poesia non è questa penna con l'inchiostro nero, non è questa voce, la lettera p non è la prima lettera della parola poesia, la poesia è quando potevo dormire fino a tardi nelle vacanze estive e il sole entrava dalla finestra, la poesia è dove io sono stato felice e dove sono morto tanto, la poesia è quando io non conoscevo la parola poesia, quando io non conoscevo la lettera p e mangiava pane tostato sul fuoco della cucina della fattoria, la poesia è qui, quando sollevo lo sguardo dalla carta e lascio che le mie mani ti tocchino, quando so, senza rime e senza metafore, che ti amo, la poesia sarà quando i bambini e gli uccelli si ribelleranno e, fino ad allora, sarà sempre e tutto.
la poesia sa, la poesia si conosce e, tra sè non si chiama mai poesia, tra sè non si scrive mai con la p, la poesia dentro di sè è profumo ed è fumo, è un bambino che corre in un frutteto per abbracciare il suo papà, è spossatezza e la libertà che si sente, è tutto quello che voglio imparare se quello che voglio imparare è tutto é il tuo sguardo e quello che ne immagino, è solitudine e pentimento, non sono biblioteche che bruciano di versi risaputi perchè quello sono biblioteche che bruciano di versi risaputi e non è la poesia, non è la radice di una parola che crediamo di conoscere perchè solo possiamo conoscere quello che possediamo e non possediamo nulla, non è una zolla di terra che canta inni e stende muraglioni tra i versi e il mondo, la poesia non è la parola poesia perchè la parola poesia è una parola e la poesia è la carne salata dentro, è uno sguardo perduto nella notte sui tetti all'ora in cui tutti dormono, è l'ultimo ricordo di un annegato, è un incubo, un'angoscia, speranza.
la poesia non ha strofe, ha corpo, la poesia non ha versi ha sangue, la poesia non si scrive con lettere, si scrive con granelli di sabbia e baci, petali e momenti, grida e incertezze, la lettera p non è la prima lettera della parola poesia, la parola poesia esiste per non essere scritta come io esisto per non essere scritto, per non essere compreso, nemmeno da me stesso, anche se il mio senso è in tutti i luoghi in cui sono, la poesia sono io, le mie mani sui tuoi capelli, la poesia è il mio viso, che non vedo, e che esiste perchè lo guardi, la poesia è il tuo viso,io, io non so scrivere la parola poesia, io, io so solo scrivere il suo senso
venerdì 9 luglio 2004 – ore 21.30 Centro Anami Borgo Vittorio 87 - Roma
all'interno del laboratorio di scrittura creativa Luigi La Rosa discute con Roberto Carvelli di Letti
ingresso libero
“Ovunque. È il letto di Francesca. Uno spazio infinito. Un piccolo libro dei letti scritto sulla sua pelle. Mille stazioni di una via crucis non dolorosa dove dormire e allocarsi hanno una simultaneità che molti non conoscono. Invidiano. L’abilità è avere sonno. Appoggiarsi e dormire sarà un tutt’uno naturale che coincide con ogni superficie. Spiaggia, aghi di pino, fachiri, tavole, panchine, rocce, scogli, asfalto, pavimento. Beata lei.”
In oro Bianca Garavelli e Marco Beretta in quadrettato celeste. Un letto di Silvia Levenson con Silvia e Giovanna Fiorenza (a destra) la gallerista. La vetrina di Feltrinelli.
qui c'erano delle foto che però non si vedono nonostante multipli tentativi....immagination...
Che bello svegliarsi con al voce di Elizabeth Frazer, sound 4AD, che fine avrà fatto? Leggo Carver Per favore, non facciamo gli eroi (minfax). Prose saggi recensioni ecc. Mi colpisce e mi entusiasma la recensione di Brautigan, cioè non l’ultimo e l’esaltazione che Raymond fa dell’editor. C. dice – ce l’ha con la disuglianza delle prose di B. – “C’è per caso un editor in sala? Ovvero, c’è qualcuno che ama questo scrittore sopra ogni cosa, qualcuno a cui lui, a sua volta, vuole bene e di cui si fida, che gli si possa sedere accanto e dirgli che c’è di buono, anzi di ottimo, in questa farragine di frammenti e quello che è invece troppo leggero, roba semplicemente stupida che è meglio lasciare da parte o al massimo nei taccuini d’appunti?”
Mi preme dire che condivido anche se obtorto collo. L'editor serve. Soprattutto se lavora con rispetto e se la fiducia non è ONE WAY. Serve. Anzi è esiziale. Il rischio è che gli editor impongano un loro master, una cifra totalizzante e indistinta. Allora: libri uguali, autori appaittiti intorno a degli stili comuni: la morte. In Italia ce n'è di bravi. I migliori Laura Lepri e Canalini per dirne due ma se ne stanno formando di bravi/e. E spero che si continui la tradizione di questa formazione...con distinzione...spero.
Ma ecco una poesia per stare bene insieme attorno alle parole di Raymond: “Agosto. In sei mesi/ non ho letto un libro/ a parte una cosa intitolata La ritirata da Mosca/ di Caulaincourt./ Comunque sono contento,/ vado in macchina con mio fratello,/ beviamo una pinta di Old Crow./ Non abbiamo in mente nessuna meta,/ andiamo e basta./ Chiudessi gli occhi per un momento/ ecco, sarei perduto, ma/ potrei stendermi e dormire per sempre/ sul ciglio della strada./ Mio fratello mi dà di gomito./ Tra un minuto, chissà, accadrà qualcosa.” BEVENDO E GUIDANDO mi sembra un buon titolo per la patente a punti. no?
Mi affascina questa biografia per temi di Pat Reid su quello che per me è stato uno dei miti dell'adolescenza. Chi scrive è mio coetaneao con vantaggi inglesi e scava in quella fascinazione di allora e in quella USA di oggi che vede tanti ispanoamericani a venerare il culto di Morrissey e degli SMITHS che furono. Ma chi erano? Quale meccanismo come scrive Reid di resistenza alla delusione amorosa e lirismo solipsistico faceva di quel groupismo una filosofia di vita? Ardue domande...e risposte. E musiche indimenticabili con vinili di importazione consunta da Rough Trade. Reid scava nel mito, nel minimito morrisseyan con osservanza ma senza sbrodolamenti...bellissimo...
In una bella intervista Michael Cunningham autore pluridecorato e trasposto annuncia così e teorizza la scrittura del mattino..."Quel che è certo per me è che riesco a scrivere solo appena sveglio, passando solo direttamente dal sogno alla fantasia, senza rompere l'incantesimo della mia immaginazione. Se parlo con qualcuno, se faccio qualsiasi cosa oltre bere caffè e fumare sigarette, ciò che sto scrivendo mi pare tutta una finzione, inutile da portare avanti." Condivido. Sostituisco solo sigaro a sigarette anche se al mattino... Chiaramente vivo solo...ca va san dire... Dopo parla del momento della scoperta del tutto brutto di quello che stai scrivendo...ceh se non lo sai butti....prima di scoprire che qualsiasi cosa avrà quella rivelazione e che scrivere è il mestiere di quella raffinazione che supera la scoperta del brutto. Condivido..sapendo che spesso il brutto migliora ma solo poco...Qusto è il genio..rispetto al mestiere sia pure buono.
Bellissima serata al Centro Anami. E pubblico d’eccezione…Oltre alla Gambino c’era Costa, l’autore di Se piango, picchiami che mi sembra assolutamente interessante per tecnica di scrittura e senso della storia…e una scrittrice della casa editrice pugliese Manni, interessantissima fucina di nuove scritture. Una lunga chiacchierata sulla scrittura con a seguire pizzata e nuove chiacchiere. Un grazie speciale a Luigi e a Chiara ottima padrona di casa… Ritorno a casa alle 3!!! Quindi coma totale. Ci sono stati anche letti d’altri…non solo i miei… belli davvero. A cominciare dal moderatore Luigi La Rosa …li aspetto qui nel sito. Ma ora mi dedico a Moody che devo recensire…
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