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 La culla di Hvammstangi... di Carvelli
 
"
Cogliamo fiori, prendili tu e lasciali sul grembo,/ e che il loro profumo renda soave il momento -/ questo momento in cui tranquillamente non crediamo in niente,/ innocenti pagani della decadenza./ Almeno se sarò ombra prima, ti ricorderai poi di me/ senza che il mio ricordo ti bruci o ti ferisca o ti commuova,/ perché mai intrecciammmo le mani, né ci baciammo,/ né fummo altro che bambini.

Fernando Pessoa
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 19/12/2005 @ 14:31:35, in diario, linkato 1042 volte)

 

AUTORE: Roberto Carvelli

FOTOGRAFIE: Mimmo Frassineti

PAGINE: 320

ILLUSTRAZIONI: 150

PREZZO: 35 euro

EDITORE: Electa

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2005

IN LIBRERIA: dicembre

 

 

"Una città respira, è allegra o triste, una città ha un ritmo e un colore, ha un carattere e un'anima, qualcosa che può abbracciare o dividere, irritare o unificare, provocare o sorprendere".

 

Un atto di amore nei confronti della città più bella del mondo, narrata e fotografata in modo davvero originale. AmoRomaPerché è un percorso nella Roma che ha ritrovato lo smalto del passato e la nuova luce del futuro. Nelle fotografie di Mimmo Frassineti e nei testi di Roberto Carvelli si scopre quello che c’è di nuovo e di rinnovato nella Capitale. I nuovi scavi, i ritrovamenti, le riaperture dei musei, le iniziative, le piazze tornate a gremirsi di gente ed eventi, i monumenti che sono tornati a brillare. Un viaggio metropolitano, con sconfinamenti periferici, che disegna la mappa culturale di una Roma che da anni non conosceva tanta sistematicità e tanta cura, raccontato in chiave personale e ricco di informazioni e curiosità. Alla ricerca “del dietro le quinte” di questa fortunata sinergia che ha reso l’Urbe uno dei luoghi di maggior prestigio internazionale recuperando lo stallo degli anni passati e risalendo le classifiche
del gradimento turistico. Il volume, edito da Electa, si apre con una presentazione di Walter Veltroni, e contiene un’intervista di Miriam Mafai e Gianni Borgna, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma.

 

SOMMARIO

  

La città inizia così

Il miraggio dell’assuefazione

Lo spirito dei luoghi

Tra il Partenone e Costantinopoli

La hit-parade dei monumenti

 

Roma città di città

Più di uno, più di due, più di tutto

Sotto il segno dei gemellaggi

Il Monopoli della cultura

Il nomadismo delle mostre

 

Culture del contemporaneo

La storia a una cifra

La contestata incursione del nuovo

Luna, pignatte, champignon

Fabbriche d’arte

Ricalcare le scene

Shakespeare nel verde

Loggioni

 

Il passato come sistema. Mura, acqua, ponti

Beati gli antichi

Il principio primo

Camminando su macchine e case

A.C. Antichità

Di acqua sotto e sopra i ponti                

La Fontana “torno subito”

La Fontana dell’eterno ritorno

 

L’invenzione del tempo

Loro sotto i piedi

Vie, piazze e città

Le terribili sorti

Il Tempo dalla nostra parte

 

La storia come cura del presente

Storia di un inerte e clonazioni

La fantasia all’intonaco

Resuscitare tesori

Preparare un futuro al passato

Lottare contro le sofisticazioni

 

Roma segreta

Lontano dagli occhi è il segreto del nostro passato

Magazzini Montemartini

La provvisorietà definitiva

La bellezza celata

Sette, nove Sale

Zanne, zolle, nani

Scolpire la voce

L’impero dei cocci

 

Roma tra pagine, schermi e palcoscenico

Tu che abiti nel cuore della folgore

Essere senza avere

Roma due punti

I libri in mostra

Un segno che trasforma

In pellicola

                  

La permanenza del paesaggio

Roma sua maestà e i cimeli di Napoleone

Foscolo al Verano

Ville, verde, viva

La Tor Tre Teste Cup

 

E’ scientifico

Nell’anno del sudoku

C’è e ci sarà

Ferragosto con il muflone

La tassidermia non è una malattia

 

L’orizzonte degli eventi

Finché l’alba non ci separi   

Un’antologia per la città

A caccia di vento, 2005

 

Io, la mia storia

Crescere a Roma

Il taoismo dei genitori e il Capodanno dei bambini

Un chilometro al futuro

Album di altrui famiglie

                  

Al futuro di Roma

 ___________________________________________________________________________

Il volume AMOROMAPERCHE' sarà presentato in anteprima
 
Mercoledì 21 dicembre 2005 ore 18 
 Complesso del Vittoriano - Roma
via San Pietro in Carcere
 
 saranno presenti
 l'Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma Gianni Borgna
gli autori Roberto Carvelli e Mimmo Frassineti
 
intervengono
Vittorio Emiliani, Franco Ferrarotti e Melania Mazzucco

La ricchezza artistica, monumentale e umana di Roma come "volano" di crescita culturale e di promozione economica in un libro che ripercorre gli ultimi dodici anni di vita della città. Dal centro alle periferie "AmoRomaPerché" illustra attraverso i racconti di Roberto Carvelli, le strutture e gli eventi che hanno determinato il "nuovo Rinascimento romano". Foto inedite, scatti di Mimmo Frassineti, conducono il lettore dall'antico basolato dell'Appia Antica all'ex Mattatoio di Testaccio, una delle sedi di Macro, il Museo di Arte Contemporanea di Roma, dai Mercati di Traiano alla Centrale Montemartini, dal Parco archeologico di Centocelle al Galleria Lapidaria dei Musei Capitolini. Nel libro appare "l'altra Roma", volti e colori delle persone e di una città immersi nella loro vita culturale che è poi la vita di ogni giorno, flash di luoghi e di eventi come l'Estate Romana e la Notte Bianca che, negli ultimi anni, hanno reso questa città una "fabbrica di cultura", riconosciuta da tutto il mondo.

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Di Carvelli (del 20/12/2005 @ 09:43:09, in diario, linkato 963 volte)

Il mio cuore è un cuscino. Mi ci appoggio ed è sonno. Un tutt'uno. Si sgonfia. Mi alzo, deluso e lo guardo. E' gonfio. Mi riabbasso e si riappiattisce. Mi alzo e si rigonfia. Mi riadagio e si abbassa. Il mio cuore è un cuscino. Se fosse un pinguino non sarebbe mai una lingua ma sempre una collina come la testa su una pancia o su una spalla di chi ami o ti ha amato. Il mio cuore è un cuscino, l'imperfetto distribuirsi delle piume o della lana o del trinciato di gommapiuma. Il peso umano della nuca sull'inanimato schiacciarsi della materia. Il mio cuore è un piumino, certe volte, il largo abbracciare di una stoffa, in una stanza, in un letto. Il mio cuore è un andare e un venire della rigidità e della morbidezza. Un andamento incostante o costante ma morbido sempre. Come una risacca di quiete. Come l'alzarsi e abbassarsi delle maree in un bicchiere che fa le bolle della notte. Il mio cuore è un cuscino. Sia che lo si guardi piatto e usato che morbido e desiderato. Una speranza, un piacere. Che ora diciamo sempre e ora diciamo mai. Che ci delude e si affossa ma si rigonfia. Come le fasi della vita, della luna, le stagioni. Che non puoi mai dire "ancora" o "mai più". Ma che dici "sempre" o "sarà".

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Di Carvelli (del 21/12/2005 @ 10:25:57, in diario, linkato 2033 volte)
Oggi mi sono svegliato con due frasi. Due conclusioni lontane che solo la lettura simultanea e casuale ha avvicinato e mi tormenta sapere se c'è un perché, se la connessione esiste e a cosa si leghi. Una in John Berger (Sul guardare - Bruno Mondadori editore): "Quando un artista muore la sua opera cambia. E alla fine nessuno ricorda come essa apparisse quando egli era vivo." Un'altra è da un'intervista a Marco Mancassola su STILOS (un quindicinale legato a La Sicilia e ora in vendita separatamente che consiglio per la ricchezza dei contributi e la profondità delle interviste, il taglio trasversale, la lateralità, la continua oggettivizzazione) che parla di "invidia dell'utero" come evoluzione della "invidia del pene" di cui anni fa e intellettuali orsono.
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Di Carvelli (del 23/12/2005 @ 09:25:39, in diario, linkato 1567 volte)

Il cane sa di fumo di sigarette. Anche quando tira stanco verso casa, all'aperto, che sono scesi a comprare i soliti tre o quattro pacchetti. E poi sta su a casa sempre addossato alla carta da parati che ha fatto la sagoma gialla della gobba. In alto, il soffitto porta il segno delle sigarette. Sta una nuvola di fumo. Sopra la poltrona dove fuma lui: le dita gialle, i baffi gialli. Il cane giallo - lupo vecchio. Che se lo ricordano i figli e ogni telefonata una domanda c'è - come sta Argo (che nome stupido da dare a un cane normale! Ma è normale?), mangia? Mo' quanti anni ha? Che poi arriveranno e gli porteranno un regalo pure a lui. Che che ne sa del Natale un cane. Lupo. Vecchio. E si è dimenticato qualcosa per cui riscende. Sta qui tu" Che aveva fatto per alzarsi ma si risiede. Che forse ha capito "sta qui tu" e non si deve muovere e scende lui. Solo lui. Che ha dimenticato una cosa. Cosa? Già non ricorda più. E riscende. A piedi, per non aprire e chiudere le porte dell'ascensore. Il portone che sta sempre aperto (i condomini di prima ci tenevano di più, mo' aperto sta, sempre nonostante che ci hanno messo il cartello SI PREGA DI CHIUDERE accompagnando IL PORTONE). E mo' a trovare un negozio qui, niente. Tutti cinesi ci stanno. E l'alimentari ti tocca fare due isolati che burro e alic

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Di Carvelli (del 23/12/2005 @ 14:11:52, in diario, linkato 38 volte)
 
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Di Carvelli (del 25/12/2005 @ 16:21:08, in diario, linkato 1646 volte)
Viaggiano uno davanti all'altra. Lui la faccia sformata da una psoriasi trasversale che gli passa dalla nuca al mento come una larga benda di pelle viva. Lei è dietro, in una seduta casuale (o almeno così sembra), con eczemi che si gratta sul viso. E' natale. E' un autobus. Uno di quelli di periferia che passano a passo d'uomo metri e metri di capannoni, negozi storditi dai regali al limite orario. Ristoranti cinesi che paiono templi.Il più strano mi rendo conto - io - viaggia con una batteria della macchina ai piedi come se fosse una valigetta cubica un po' vezzosa. Ma che pesa. Nessuno parla al conducente. Due ragazze (una piercing al naso l'altra al labbro e scopro di non riuscire a guardarle rispettivamente se non al pallino d'argento come una messa a fuoco) raccontano i regali che hanno fatto. Nessuno, come ovvio parla dei regali che ha avuto. Tranne io per una specie di fuso orario anticipato. L'uomo con la psoriasi tace la donna con l'eczema tace. Silenzio e traffico. Natale. L'uomo apre (lo ha tolto dalla tasca accartocciato) un messaggero e la donna da dietro glielo legge a sbafo. Io scendo portandomi appresso elettrodi e segni + e - a stento. Chissà se qualcuno pensa al mio cubo come ad un regalo dell'utilità. Un dono pieno di energia e di bisogno.
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Di Carvelli (del 26/12/2005 @ 16:33:52, in diario, linkato 1643 volte)
A che serve sapere i punti cardinali in una città? A che serve sapere dove il sole nasce e dove tramonta? Quando ci si può dichiarare irrimediabilmente persi in mezzo al dedalo delle strade del centro? Cosa ci fa un'edicola aperta il giorno 26 dicembre se non può vendere quotidiani? E se c'è un negozio aperto non sarà che è per l'ansia di fuga da un matrimonio infelice o da una casa triste e litigiosa o per la foga di avventura? O è per orientarsi in mezzo a questo vuoto festivo? Per sapere chi sei in base ai cappuccini che fai e i cappelli che vendi?
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Di Carvelli (del 27/12/2005 @ 12:50:03, in diario, linkato 1704 volte)
Si fa presto a dire "mantecare". A fare saltare le cose nella padella. A girare e girare, mestolo alla mano, il contenuto della cena. Ad anadare al ristorante, sì, ci vuole meno ma a dire che sappiamo cucinare c'è più soddisfazione.
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Di Carvelli (del 28/12/2005 @ 09:54:53, in diario, linkato 2716 volte)

Di Sartre non ricordo che poco o nulla. La faccia. Gli occhiali. La moglie. Un progetto di vita politico. Una ex-fidanzata ispirata (a loro due). Quindi res extensa un tendere a. Io poco ispirato ma comandato ad un certo fulgore rosso sbandierante. L'idea di una biblioteca "giusta", fatta di titoli necessari. La nausea e dentro uan biblioteca e fuori del viola (in copertina). Se ci penso mi viene più in mente Camus ma La nausea doveva essermi piaciuta. Ora leggo un racconto da IL MURO (comprato ad 1€) intitolato INTIMITA'. E' un racconto di cui mi hanno parlato bene e ne riparlo bene. Che succede quando all'amore si innesta l'intimità, o quando all'amore si sostituisce un'intimità non più amorosa? E si può amare un uomo e una donna senza amarne il corpo? "Bisognerebbe che si potesse amare tutto d'una persona, l'esofago e il fegato egl'intestini. Forse non li amiamo per mancanza d'abitudine, se li vedessimo come si vedono le mani e le braccia forse li ameremmo." Chissà cosa ameremmo di più?

PS La traduzione del mio vecchio Einaudi risulta a nome di E.G.

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Di Carvelli (del 28/12/2005 @ 15:17:06, in diario, linkato 1858 volte)

 

Ho seguito la traiettoria dei suoi passi

e l’urto dei vostri corpi,

sul binario misurato l’affetto

la gioia dell’uomo che sicuro

ti veniva incontro

e poi verso casa ti conduceva

con un braccio dietro la nuca:

una mano ti scendeva sul petto

l’altra pronta a portare i tuoi pacchi.

Davvero vi aspettavate l’un l’altro;

davvero da tempo lei guardava oltre

il vetro e nel riconoscere i tetti

il rallentare del treno, s’è sporta,

i capelli nel vento.

Ora vivete fianco a fianco leccando

il gelato, passeggiando sul mare,

dividendovi il pranzo, badando

a non tirare troppo verso la vostra

direzione il lenzuolo.

(Franca Mancinelli)

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