Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ha 86 anni e poesia che mi risulti non l'ha mai letta. Né che mi ricordi gli interessa. Ha 86 anni e legge pure poco. Ora. Fa le parole crociate. Cose così. Narrativa zero, ora. Un po' di saggistica psicanalitica. Da lui non ho ereditato nessun libro di poesia, in ogni caso. Solo alcuni classici. Alcuni letti in parte. Letteratura psicanalitica. Economia politica. Maigret, tanti. Ora ha letto una recensione di un libro di poesie. Ha ritagliato la recensione e dice che lo vuole comprare. Mi sono offerto di andarlo a comprare io. Quindi il ritaglio (da La Domenica del Sole) ora è a me. Prima di andare cerco queste poesie in Rete e mi domando cosa l'abbia colpito. Linko e penso. Leggo.
Francesca Serragnoli
TRE POESIE
Non sono tipo che sviti con un’unghia
non rimango in mano
scendo in angoli torno
in urti brevi come spigoli
per entrare poso
i pugni in porte socchiuse
non so nemmeno se sarò chi sono.
Non amo i legni nudi
i nidi in vista ai vivi
non cerco le cascate di quelli in piena
fra i volti nelle folle.
Adoro chi riparte e batte
il piede insieme all’onda, io
nel quadrato di un bagno
piango i piatti prenotati a vita
che una voce timida disdice
privata, per non essere ascoltata.
E’ un’ora di punta
uno stridore di ruote
ferme davanti a un viso nudo
nelle dolci fiamme umane.
*
Anche la sola idea
di venirti incontro male
scendere scale per niente
salire in battiti
a metà fra sincerità e pena
di vedersi coperti di fiocchi
che altri occhi
vogliono davanti
m’inchioda
e nemmeno più muovo un gesto
alzo lo sguardo pesante
cerco di destare un saluto sono
una che cammina tacco tacco
rompe ovunque punte lunghe.
Ma quando ti vedrò
punto preciso della scala
scioglierò i capelli
le mie mani diventeranno correnti
uscirò dai paraventi inventati
trucco e paglia in terra
indurirò la corsa.
*
Anche tu me lo ridici il viaggio
le soglie e le madri che passi
fra le poche mani magre
c’erano fiori e linee a guardarti che
mi attraversavano e non osavo
le ricche tue miserie di foglia
- e rinasci ovunque cadi -
allora se chi perde ritorna
cercami chiusa nell’inverno
poiché anch’io amo le partenze
fra treni che non conosco
e buio è il bosco al tramonto
all’ingresso di un nuovo sentiero
nel mio letto invece caldo il sonno
nuove le lenzuola
una frenesia delicata adempie
al compito segreto della culla
nella madre nel ventre…
Ancora da L'uomo che cade ancora DeLillo
"Lei viveva in una condizione di imminenza costante. Si abbracciavano, senza dire nulla. Più tardi cominciavano a parlare in toni sommessi, che contenevano una sfumatura di tatto. Prima di parlare di cose rilevanti arrivavano a condividere anche quattro giorni interi di discorsi indiretti. Era tempo a perdere, progettato fin dal primo istante per non essere ricordato. Quel che avrebbe ricordato invece era la colonna sonora. Trascorrevano notti a letto con le finestre aperte, rumori di traffico, voci che si trascinavano, cinque o sei ragazze che camminavano per strada alle due di notte cantando una vecchia ballata rock che Lianne cantava con loro, a bassa voce, con affetto, parola per parola, copiando i loro accenti, le pause e le interruzioni, dispiacendosi quando le voci sfumavano. Le altre parole, quelle fra loro due, erano poco più che suoni, flussi di fiato informe, corpi che parlavano".
Be-lli-ssi-ma (anche se non un bel modo di sillabare)
Più tardi lei diceva ciò che si dice sempre.
- Devi per forza andare?
Lui era in piedi accanto al letto, nudo.
- Dovrò sempre andarmene.
- E io dovrò sempre dare un altro senso al fatto che te ne vai. Un senso romantico o sexy. Ma non di vuoto, non di solitudine. Sarò in grado?
(…)
Lei disse: - Sarò in grado di trasformare una cosa nell’altra senza fingere? Potrò rimanere quella che sono o dovrò diventare come tutte le altre persone che guardano qualcuno andarsene via? Noi non siamo come le altre persone, vero?
Ma il modo in cui lo guardava lo faceva sentire in dovere di essere qualcun altro, lì accanto a quel letto, pronto a dire ciò che si dice sempre.
Don DeLillo - L'uomo che cade (Einaudi)