Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 16/12/2004 @ 10:16:56, in diario, linkato 1021 volte)
Si parla oggi sulla prima cultura di Repubblica - a firma Paolo Mauri - di quel libro meraviglioso che è Pedro Pàramo di Juan Rulfo. Che ho letto e studiato molti anni fa nella traduzione Einaudi che ora leggo essere stata invisa a Dario Puccini con cui diedi il mio esame di letteratura ispano-asmericana. Non ricordo ma mi viene ora alla mente che fu argomento di esame. Puccini era una persona fascinosa e un intellettuale finissimo come lo è Rosalba Campra il cui libro America Latina: l'identità e la maschera è summa. Da leggere. Tornando a PP lo rileggerò in traduzione nuova fidandomi del licenziamento sommario dell'articolo. Chissà che libro leggerò? E' strano. C'è un'epoca dei libri. Cortazar letto e amato in due fasi della vita. Una lettura importante anche se saltuaria, altalenante. Forse ci sono libri per sempre e libri per ogni tanto. PP potrebbe essere uno di quelli per sempre e infatti ne ho viva la memoria eppure...
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Ora lo so. Me lo ero sempre chiesto e ho atteso 2anni più o meno per saperlo. La domanda ad effetto era sull'effetto che mi avrebbe fatto imbattermi casualmente in un lettore/lettrice di un mio libro. Immaginavo autobus o metro, treni. Nulla. Un uomo sulla 40ina ben portata, fascinoso e distratto leggeva con un'ansia e una fretta che non so a cos'altro imputare se non alla mai scrittura. Urtava qualcuno e si girava per scusarsi. Mi piace pensare a questa strana coincidenza condivisa con l'editor del mio libro che mi camminava di fianco perché il suo è stato davvero un lavoro da fiancheggiatrice. La dovrebbero arrestare e con lei tutti i pazzi che come noi amano leggere e scrivere per la strada e urtando i passanti. Ecco: un libro deve urtare (non innervosire, non per forza) ma sbatterti addosso sì. Ecco fatto!
Delle volte è così che ci si sente. Una linea sull'altra, una linea dopo l'altra. Stupidamente mandati a capo senza cura e senza pace. Una parola sull'altra, lettere a lettere di un'architettura sciatta e necrotica anche se piena di accumulazioni. Elefantiaca. Alle volte se ci si distanzia non si legge più nulal di questo disegno di parole e ritorna quest'ansia di metterci gli occhi sopra, appressati. Forse è il caso di scrivere meno, a caratteri grandi e chiari e con un'interlinea doppio.
parla di
Il monito di Ciampi. Ciampi e la Rai. Mi sembrano due buoni titoli pieni di oscurità e di segretezza. Cosa avrà voluto dirci? Che l'era delle lottizzazioni è finita ma son principiati periodi peggiori? Periodi in cui subdolamente nasce l'info di regime e il giornalista flette la schiena sotto il giogo dell'Unico Pensiero e persino i santalmassi (altrove, in terra di libertà confindustriale) sono malmessi? A quale suocera far sentire?
18-18,30 ROMA CITTA' APERTA
Io, Christian Raimo, Claudio Damiani (chi in carne e ossa e chi in voce) e forse soprese... in chiaro e sul satellite.
www.romauno.tv
Che mi risulti alla Feltrinelli di Roma Babuino qualche copia di Perdersi A Roma dovrebbe portare la firma in prima pagina - lo dico per gli appassionati del genere. E' uno dei risultati della festa del 40 anni di F, venerdì oltre a begli incontri, simpatia e serenità.
Di Carvelli (del 13/12/2004 @ 09:59:58, in diario, linkato 1530 volte)
Stimolato da K. Voglio prolungare la mia meditazione sull’orologio, uno strumento con cui ancora non mi sono riappacificato. Una mia involuzione. Amo gli orologi eppure ho finito per smetterli vedendo nel cellulare la panacea di tutti i mali, anche della mia disattenzione. Così, a polsi liberi, guardo i numeri sul display del cellulare e so cosa fare e dove andare. Forse il futuro appena passato lo scoglio della tecnologia sarà farsi ricordare gli appuntamenti da lui stesso. Ma mi addolora non avere il rettangolino o il cerchietto al polso. L’altro giorno ho accompagnato mio fratello a comprare a Porta Portese (il mercatino delle pulci domenicale per chi chiama da fuori Roma) un orologio di quelli contraffatti, cinesi, uno di due parole e di Geneve, altro non ricordo. Uno di quelli da 5 o 10 mila euro che invece lui ha pagato 45. Dicono (non me ne intendo) che sia perfetta l’imitazione tanto che gli orologiai si racconta che spesso stentino nel riconoscimento anche vis a vis con le rotelle. C’è qualcosa che mi inquieta e mi sorprende. Sono affascinato dall’idea che si possa riprodurre la perfezione e che ci sia così poca differenza tra il vero e il finto tanto da screditare il lusso di chi può spendere rispetto alla arguzia di chi non può.
E lo è perché grazie a queste signorine io ogni giorno ho un po' di felicità anche se esce da una scatola con su scritto IL FUMO UCCIDE o IL FUMO OSTRUISCE LE ARTERIE E PROVOCA INFARTI E ICTUS. Ma io dico loro lo stesso un grazie.
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