Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 31/08/2011 @ 16:49:02, in diario, linkato 2437 volte)
Rosanna, vorrei scriverti di certo e non ho forse altro mestiere caro altro tempo che questo raro e perenne da spiegare. Ma non pensare a nulla: continuamente imparo che il meglio viene a caso. E disimparo. Oggi è dicembre, e dalla vita noi stiamo a guardare l’altra gente, il finimondo, Roma, le nostre gambe quasi belle per l’amore - ma disattente, come chi non potrebbe capire che uno sguardo alla volta, le menti al mare, l’anima al vento sciolta nel dopoguerra di tutte le emozioni. Dentro i riflessi grandi della sera noi respiriamo quiete e vasto mondo. Che meraviglia, Rosi, non esser diventate brave a fare niente, e mano a mano sempre più contente d’altro che questo inverno - ogni stagione sempre ci prepara a un tempo più eterno. Eppure voglio ancora aver ragione, non so staccarmi viva dai miei gesti e uno per uno abbandonarli tutti in una culla al fiume verso il nulla. Per rimanere invento la fatica - bisognerà passare, invece, bisognerà fidarsi della vita. E se avremo deposto anche il modesto sfarzo del dolore come diventeremo, Rosi, quanto lievi.. Ecco che piove, come se da lontano un cuore astrale lasciasse andare ogni ragionamento, e noi sentiamo scorrere il minuto che ricompone il mondo in un pensiero - ed è il tempo di un bacio, di un saluto. Di tali cose l’esistenza ha amore.
Sabato un signore anziano fuori dal barbiere al cellulare dice: "Meglio vivere solo con una donna". Inteso che "solo" è pronunciato come "da solo" chi parla dall'altro capo ha detto "vorrei/voglio vivere da solo"? C'è un'altra possibilità? E qual è?
Di Carvelli (del 01/09/2011 @ 17:52:37, in diario, linkato 1013 volte)
Parole al limite dell'udito
Avrei voluto parlare senza immagini, semplicemente socchiudere la porta … Ho troppo timore per questo, troppa incertezza, talora pietà: non si può vivere a lungo come gli uccelli nell’evidenza del cielo e ricaduto a terra, in loro non vedi più che, appunto, immagini o dei sogni.
Parlare dunque è difficile -se è cercare.. .cercare che cosa? Una fedeltà a quei soli momenti, alle sole cose che scendono in fondo a noi stessi, che ci sfuggono, se è l’intrecciare un rifugio impreciso per una preda vaga, inafferrabile …
Se vuol dire portare una maschera più vera del proprio viso, per poter celebrare una festa a lungo perduta con gli altri, che sono morti, distanti o addormentati ancora, e che sollevano appena dal loro riposo questo rumore, questi primi passi incerti, timidi fuochi - le nostre parole: lieve fruscio del tamburo per poco che il dito lo sfiori sconosciuto …
Philippe Jaccottet
da http://indicusetaurum.splinder.com
Con alterna chiave
da "Di soglia in soglia" ("Von Schwelle zu schwelle")
Con alterna chiave tu schiudi la casa dove la neve volteggia delle cose taciute. A seconda del sangue che ti sprizza da occhio, bocca ed orecchio varia la tua chiave.
Varia la tua chiave, varia la parola cui è concesso volteggiare coi fiocchi. A seconda del vento che via ti spinge s'aggruma attorno alla parola la neve.
da www.gironi.it
Di Carvelli (del 07/09/2011 @ 15:04:28, in diario, linkato 1097 volte)
Ultimo trasloco
Come se ci fosse altro tempo, oltre a questo, altri giorni per sentire questo freddo salutare, imparare un’altra lingua, bussare a una porta socchiusa, entrare - le processioni sulle auto sul corso, l’intuizione di un bene nascosto al di là di tutti i muri e che solo rinunciando a tutti i muri brillerà (come la tavola del mare corrugata dalla brezza scintillava di origine ai prime raggi dell’alba).
Allora il nostro dovere di uomini liberi è di contare le finestre illuminate nel buio. Perché sul confine tra il paese e la campagna una donna si è svegliata a ruminare la sua angoscia (disoccupazione, amore inconfessabile che svelle la serratura della porta, malattia). Perché un uomo abbandona la sua casa una notte e tutti pensano che è vita, in fondo, quella, è bellezza.
Nei mobili ereditati dai nonni i nipoti leggono il passato come gli anni nel legno, accarezzano le assi e risvegliano il timbro della voce degli assenti, li invitano nella casa pitturata di fresco, li sistemano negli angoli, acquattati con il viso schiacciato sulle ginocchia a mormorare la preghiera che il vento ogni sera chiede al mandorlo, la perfetta consistenza del tuo sangue che attraversa ogni singolo millimetro di te, senza svegliarti.
da http://www.nazioneindiana.com/2010/04/19/32677/
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