Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Quello che è successo ieri. Innanzitutto con nostra grande sorpresa c’era un bel po’ di gente. Eravamo talmente sorpresi che abbiamo letto bene e poi eravamo ancora più sorpresi, doppiamente sorpresi. Anche perché abbiamo letto bene, intendo e che la gente alla fine ce lo diceva. Fra tutti ha eccelso Michele Governatori, è inutile che ci diciamo cazzate. E’ stata lui la star grazie anche ai panni sporchi che si lavano in famiglia, ovvero alla lettura di mail di risposta di Paolo Nori post-lettura del suo “Venere in topless”, che al di cui (Nori) non era piaciuto ma. Poi Michele ha letto i suoi Esordi che sono sul sito dell’Ostile www.lostile.org. A Zanello è toccata la parte del più avant-pop del gruppo e io tra sentimental e trash gag ho fatto la mia porca figura. Abbiamo bevuto vino e abbiamo parlato di editoria, argomento che fa svoltare molte serate. Che faremo da grandi? Saremo sentimentalmente felici, forse, un giorno, chissà? No, abbiamo stabilito le vendite dei vari editori, tranne Mondadori che stampa e distribuisce da sé per cui va a sapere i dati reali. Io alla fine ho letto “Servitù di passaggio” che è nell’antologia “Sei nella guerra” e questo racconto-monologo gag (che va letto con un leggero accento umbro-marchigiano se le informazioni in nostro possesso sono legittime) che ho anticipato dicendo che nella vita spesso dietro un grande uomo c’è una grande donna (e sembrava un discorso post-femminista) invece volevo dire che spesso una buona segretaria è un buon amministratore, uomo politico, leader, ladro (traduzione italiana), manager ecc. Prendete e leggetene tutti…
LA SEGRETARIA
Pronto ah è lei presidente. Sì sì glieli leggo subito. (sussurrando) …presidente…presidente… di là c’è Scialoja… je l’ho detto, ma insiste pe’ aspettà… sì mo je lo vado a ridì. Aspetti che prendo l’agenda… Allora. No. Dellutti è dopo. Prima c’è la ballerina, lì… la…no… la Cansini… la Marani vie ner pomeriggio. (…) E dove gliela mettevo. Me scusi ma me l’ha detto lei: mettela tra Dellutti e Vallinieri e io l’ho messa lì. (…) Sì sì l’ho scritto, guardi qua: IL PRESIDENTE FA DIVIETO (sì scusi, c’ha ragione, no, infatti vede ho cancellato… no no se fidi ho cancellato) INVITA TUTTI I GIORNALISTI CHE LEGGONO IL TELEGIORNALE A NON INDOSSARE CRAVATTE TROPPO VISTOSE come dice? Okkei scrivo …ANCHE QUELLI DELLE EDIZIONI DELLA NOTTE… Me scusi ma forse non è il caso che ce mettiamo il nome? O no? No No, va bene i nomi no. Ma chi lo direbbe mai? Fascista lei? Ma fascista è certa gente che dico io. Quelli so fascisti mica lei, me scusi sa, ma lei che c’entra? Ma li lasci di’ e che è se credeno che lei… Ma che GOLPE… No, no ho chiamato ha detto che lui fa quello che può e che nun c’ha colpa se quella sta sempre lì a sbraità. Ma presidente, me scusi, ma l’ha vista quella, c’ha n’occhio che manda affanculo l’altro, è grassa…ma su… ma s’io ero in lei prima me facevo na bella dieta e poi se ne parlava di presidenza e che… Ecco, sì sì, m’ha rubato le parole de bocca: quella è fascista. Ma sì lasci dire tanto de lei nun se può dì niente de male…. Aspetti aspetti…sta vedendo la cravatta di questo, guardi guardi! Sì sul 5.. Sì… è vero… a sto punto sì… jelo stanno a fa a posta. E beh ma me scusi… de rosa e celeste er burino se veste… che sta a me dijelo?… c’è pure il modo de dì. Come? Lo aggiungo al messaggio? Vabbe, solo un momentino… No No lo scancello. Fatto. Me dica, quanno che va via la Cansini je devo chiamà il taxi no a quella? O la fa portà via a Guido?… me scusi ma lei è trooppo buono… la lasci andà via a piedi e che se crede che non ce lo sa che lei è pieno di soubrette, ballerine… quella crede che ce l’ha d’oro, lei merita altro Preside’ e quella me dia retta, quella è comunista, nun vorrei che ce fa pentì. Per tornà a Guido, invece, all’autista no?! A me quer ragazzo non me piace e quello poi sta qui ma vo fa televisione. Me scusi se approfitto ma lei è troppo buono. Ma sì sta lì sempre che se mette ‘n mostra che racconta le barzellette. E come no! Quello c’ha ambizione me creda presidente. Mo a djelo sicuro no ma m’hanno detto che stava in macchina con la Marani. E che facevano? Preside’ eh…E sì… almeno: lui stava sopra de lei mo va a sapè. Eh sì Presidente ma me scusi se me prendo la confidenza, io sto co lei da tanti anni a me questa ricorda la Dell’Erba. Guardi che pure quella na bella zoccolona de gnente. Troppo buono lei è stato. No no, s’è vendicato s’è vendicato. E beh quella s’è levata de torno ormai. Sì ho sentito. Se la fa con ‘n filosofo mo’, Vegas, quello delle manifestazioni. Ma come no, sì quello… ce fece chiama, ce chiese se poteva fa entrà non so chi. Mi sa ch’era 1991. I comunisti so così preside’ abbaia abbaia ma se niente niente je serve quarcosa li senti tu!? Vegas. Quanti ce ne abbiamo de rompicojoni tra le palle, quanti ne famo lavorà, poi dice ‘fascista’ ma chi? Lei dà da vivere ai comunisti che manco er partito loro, je pubblica i libri e quelli? Da la mattina alla sera a dì male de lei che se un giorno dico un giorno per caso lei decidesse di nun pubblicalli più? A chi se rivolgerebbero? Che n’antro po’ esistiamo pe’ pubblicà solo i libri loro!! Piuttosto su moje me chiedeva se può prelevà 25.000 euro… che je devo dì? No sta in Svizzera, ma sì, co’ quello, no no ha detto che nun se fa vedè ‘n giro. Ma certo. Ma che è stupida preside’? quella ce lo sa a che va ‘ncontro… ce lo sa ce lo sa me scusi lo so che nun me devo permette – lo sa che io dico quello che penso – ma tra ‘ste ballerine della striscia serale e su moje non è che… no no me scusi preside’ dicevo pe’ dire, nun volevo dì… me scusi nun so che m’è successo… Sì …scrivo! C H I A M A R E I C O N S I G L I E R I E S P O S T A R E I L S U M M I T RADIO T E LE VI SI VO… A Gaspare lo avviso io o lei? Io? No no, si nun se fida lo chiami lei… Sì ho capito nun de me de lui! E certo… quello mo ce vuo’ è ‘na macchietta, fanno bene che lo pjano per culo… (sussurrando) Senta piuttosto che facciamo co’ questo qui? Prendo un appuntamento… poi lo richiamiamo per cancellarlo? Va bene? Ah ha chiamato il professor Salvati, dice che deve controllà le cicatrici… se ricorda de chiamallo?… Se me richiama je dico che lo chiama lei direttamente allora. Bene! Grazie… (sussurrando) vado a di a Scialoja che lei è felice de incontrarlo eccetera eccetera e prendo l’appuntamento. Grazie. Arrivederci
Di Carvelli (del 09/02/2004 @ 07:49:54, in diario, linkato 1143 volte)
A proposito di antologia due parolette sole. Silvia Magi. Che appunto nell'antologia ci sta con un bel racconto di porto e adolescenza anconetana in un giorno di bandiere della pace. Il libro qui a fianco, di fortunata (e allora non indiscriminata) copertina mattottiana, TUTTO QUELLO CHE MI STA A CUORE, uscito nel 2002 per la collana Sintonie Rizzoli è uno degli esordi più interessanti di questi ultimi tempi. La sua è una raccolta di racconti brevi e brevissimi che mi ha conquistato subito. L'inizio è bruciante "Io ho deciso che tutti quelli che mi sono stati vicini finché speravano nella mia fica sono morti. Sono morti perché sono scomparsi appena hanno trovato la ragazza, o appena il ragazzo l'ho trovato io, o appena hanno capito che non c'era niente da fare, o appena non gli piacevo più io a loro. Questo è il cimitero personale dove voglio compatirli" (Un cimitero personale). Ma poi mi sono piaciuti "Sto ridendo, coi brividi" (che credo possa cambiare anche la prospettiva di un bacio o restituircela nella sua esattezza scomposta, naturale, come una scena vista al cinema, ben girata) e che ha un grandioso incipit come spesso questi racconti "Eh, è andata così, con questo mio giovane amore. Sorridevo tutto il giorno." Una straordinaria commistione di dolcezza e assolutezza, di cattiveria e personalismo come può avere una scrittura adolescente. E infatti c'è quell'essere acerbi in una scrittura di forte condensazione e maturità come la può avere uno scrittore/trice classici. E allora "Provateci ad essere bionde come Marilyn" o "Vorrei prendere sonno con un libro, e con l'odore di Anna" diventano aperture di mondi dentro le quali un libro è anche un legame affettivo, dele pagine hanno cuore, trasmettono vita. Avrei molto altro da dire.
E' ufficiale Gambino a Roma. Con questi occhi. L'ho vista. Torno da Bologna. Ovvero vado e torno e in mezzo di tutto. Ma intanto in mezzo c'è il treno e le mie letture saggistiche sulla pornografia...senza fine, in attesa del si stampi di marzo? Intanto c'è un articolo sul Corsera indisponente. Mi spiace per chi lo scrive Giovanni Belardelli ("Il merito dimenticato") ma è grave leggere il 10 febbraio del 2004 che i primari ospedalieri sono scelti in quota partito, sono nomine politiche. Che si sa altre cose, prof di lettere (non dico magistrati se no Quello gongola) cattedre di storia ma... Essere operati alla cistifellea no, da un raccomandato no. Ma un giornalista può essere così ingenuo. Dimenticare o fingere di. Non sapere che è così da sempre. Dico io: E' POSSIBILE. A me sembra più grave della notizia in sé che SI SA, E' COSì DA SEMPRE... Mi spiace per la buona fede di chi lo ha scritto ma è grave davvero averlo battuto sulla tastiera di un PC il giorno 9 o 8 di febbraio Anno Domìni (altro che dòmini) 2004.
S. litiga col suo fidanzato e sfuma il cinema post-piscina, post-Bologna ecc. Eh i fidanzati! Eh S.! Ripiego per L'imbalsamatore visto ad angolo piatto del letto. DVD. Che mi piace. Che lui è fuori scala di bellezza. Che lei (io l'ho già vista questa....può essere scena del matrimonio Ultimo Bacio? che dice...quello me lo scopo di brutto?) è efficacissima.
che c'è un progetto di non recitazione (naturalmenti ho visto gli extra) e si vede anche senza nessuna indicazione. Che sto aspettando Primo amore, fervente. Che è bel cinema ma che certo non si può non dire che è un film italiano e che mi ha fatto pensare però all'Egoyan de Il viaggio di Felicia. Che alla fine è meglio essere nonfidanzati e che in ultimo povera S.
Di Carvelli (del 12/02/2004 @ 10:04:42, in diario, linkato 1026 volte)
Essere invasi di notizie. Il Presidente con il diritto di nonreplica, con il diritto di monologo, che parla logorroico tra domande puntute magari e attese compiacenti. La ragazzina che si suicida per gli esami, la modella che sfila tredicenne. Domani San Valentino (che bella la poesia, di sti tempi di libri con giornale) Cragnotti che brutta/bella giornata per dirsi laziali. Scompare con il seno nuovo (quando vanno al controllo del letto quella se n'è scappata con tette gonfie e marito). Un articolo meraviglioso su Sette Corsera su Truffaut e Godard.
Di Carvelli (del 12/02/2004 @ 20:53:58, in diario, linkato 1068 volte)
In una parola: borsello. L’uomo è arrivato con questo prolungamento del braccio. Immagino che prima di uscire da casa la moglie gli ha detto: “Gustavo? Le sigarette!” O “Armando? I documenti della macchina!” O “Antonio? La patente!” O “Alfre’ …le chiavi!” E lui, loro, saprete cosa avrà/nno detto? Ho tutto nel borsello. L’aria tronfia, la sicurezza, ve le risparmio. Ho tutto nel borsello, il praticissimo borsello. Vera appendice da viaggio, prolungamento della mano, universo da asporto... avrà stipato tutto lì. Chiaramente c’è una deontologia. Ovviamente c’è un’ermeneutica mail discorso si fa lungo e si complica. Magari lo facciamo in B-side…
L'articolo era ieri su Sette del Corsera. Il titolo "E oggi voi tifereste per Truffaut o per Godard?". La penna, quella felice di Aldo Grasso. La tesi è che esista chi crede nelle barriques e chi nelle barricades. Alla fine Truffaut uno dei più grandi e longevi (nonostante la morte e i sarcofaghi qui a latere) del cinema mondiale. Su lui ha veramente ragione il professore quando dice che Truffaut è oggi modernissimo, autore senza ombre e con una cinematografia (mi sto facendo i DVD di ciack in edicola) da conservare, non incorniciare ma rivivere continuamente. Basilare la sua intervista ad Hitchcock e la sua attività di critico. Prezioso il suo racconto dell'alter ego tra amore per il mondo delle donne (si impara da qui) e per i libri, i bambini, i ragazzi...il tempo che passa. Diciamo con Grasso che: "Truffaut, specie quando faceva il critico, aveva del mondo del cinema una concezione dura e pura. Poi ha voluto incarnare la cinefilia pacifica, l'artigianato giudizioso, il cinema ufficiale (...) Godard invece è rimasto prigioniero della sua ideologia, sembra non essere cresciuto..." Insomma non fascista ma maturo... è diverso. Ma spesso l'etichetta è la facile barricata verso chi fa liquore.
Di Carvelli (del 14/02/2004 @ 11:46:15, in diario, linkato 1135 volte)
Eccolo, finalmente. Primo amore. Atteso, puntato e preceduto anche dalla visione de L’imbalsamatore. Intanto, non andavo al cinema con così tante persone dal liceo (addirittura Stupor davanti a me e consorte). E non me ne dolgo ma è bene dichiararlo subito. E invece concentrazione dall’inizio alla fine. Che cosa ho pensato? Che Garrone è un grande regista e parliamo di occhio dentro la macchina da presa. Mentre il film risulta un po’ appiattito, monodimensionale. Checché abbia dichiarato lo stesso (è stato diversi mesi a Vicenza per interiorizzare quei paesaggi) il film ci restituisce un Nord-Est piatto, senza sfondo. E questa dicono le mie divine amiche è un pregio (mi sa). Ma io dico che L’imbalsamatore aveva altro da dirci e un altro modo di far parlare anche le cose, i paesaggi. Vitaliano Trevisan (che è uno scrittore non male e un batterista pure) sta bene nel film ma non è un attore e si vede. Piace ma forse il ruolo avrebbe meritato altro (c’era?) e “ad ognuno il mestiere suo” forse non sono i termini della questione. La letteralità (non letterarietà!) della sua interpretazione è corretta, filologicamente. Ma dal punto di vista della drammatizzazione? Bella la scelta ancora di Garrone di far non-recitare i suoi protagonisti ma magari funziona con chi è attore di suo. Viene da chiedermi che differenza c’è tra una fotografia (o una serie) e un film. Viene da dire che forse uno sceglie di tradurre Bernhard (il grande austriaco amato da Trevisan, qui anche sceneggiatore con Gaudioso) bruciando l’esterno, cercando solo un tutto interno, anche dell’esterno (oddio fermatemi!!!). Vabbè, rischia di essere il più bel film della stagione, speriamo anche di Berlino. Ma rischia (forse compiacente) di diventare un MUST (che brutta parola, ma ormai l’ho detta!) e lo dimostra la mia amicanza che (Stupor era già andato via pure lui con una valigia di perplessità…P. Conte) inizia a dissertare di BULIMIA ANORESSIA BULIMIA BULIMIA ANORESSIA BULIMIA ANORESSIA BULIMIA BULIMIA… un flash e oddio…mi dico questo sarà un film di cartellone con tutti che escono e parlano di disturbi alimentari e io sono perplesso di come un film sia anche una paraculata (o lo possa diventare)… e vi giuro ho un capogiro. Che mi passa solo se penso alla Cescon. Davvero una scoperta. Ma che le dici? Fa tutte le espressioni che si possono fare dall’imbarazzo del primo appuntamento (bravi tutti…che realismo!!!!) alla gioia imbarazzata del seguito, alla presentazione fiera alle amiche, l’amore e su su fino alla disperazione della fine, passando per la crisi, per il servilismo per la rabbia e passando per bilance che VERAMENTE l’hanno vista diminuire di 15 (15!) chili, beata lei (povera!!! Come si è imbruttita alla fine…ti prego torna all’inizio) che mi viene voglia di andarla a vedere a teatro…vedremo. La Cescon che dire. Non ce la scordiamo. Anche se dice Antonella “Bulimia e Anoressia sono due facce dello stesso problema” e Cristiana cita IL CORPO di UMBERTO GALIMBERTI. Con tutto il rispetto… bastoooooooooonnnnnnnnniiiiiiiii (è una citazione!!!) Comunque oggi San Valentino…sarà…
Sono reduce da un malinteso ufficiale (dell’ufficio) in cui propendevo per la sostituzione del litigioso (anche se spesso interessante) Il Foglio in luogo del Manifesto. Naturalmente bordate di fischi e indignazione (da una parte) qualche assenso da un’altra e io in mezzo che mi espandevo in una glorificazione non della linea politica del giornale ma nella sua unicità. Che in breve riassumo. Il manifesto è l’unico quotidiano italiano ad intervenire con una certa esaustività su argomenti alti con penne alte e articoli compiuti, piccoli saggi, direi da raccogliere. E’ l’unico quotidiano ad aver fatto della rubrica ambiente (qui Terra!) un finestra sul mondo, il clima, i consumi ecc. La domanda è: si può leggere un giornale senza cambiare colore (senza diventare rossi, senza arrosire… il gioco è telefonato!)? La risposta è Sì. Chi di voi vota per chi legge? Forse qualcuno legge chi vota, forse sì ma il contrario vi giuro (sondaggi alla mano…che bel dire berlusconiano!) non si puote. Tu alla fine voti ideologico, voti d’interesse ma leggi anche Marx vergando croce sul Berla (che tra l’altro stampa classici della discordia a suo nome)…. Come dire: la Mondadori pubblica nonostante cotanto padrone Moore e il Subcomandante e altri dissensi-latori. Ma tutto questo per dire la gioia di leggere i bei saggi-articoli di Emanuele Trevi qui (nel giornale) alle prese con Pynchon e nell’inserto libri ecc., Alias (li leggo tutti gli inserti: TTL de La Stampa e Domenica del Sole24ore) con il libro di Carrere “Facciamo un gioco” che mi intriga nel suo situazionismo performativo a Trevi sembra non tanto… Vedremo anche se in prima fila metterei il nuovo di Trevisan per assonanza con al visione del film. Comunque alla fine sai che fai col Manifesto (che non fai con altri) prendi ti strappi la pagina e te la conservi. O meglio: dopo che hai letto uno di questi saggetti ne sai qualcosa di qualcuno ed è tanto in questa epoca di stampi, veline, ansa e clonazioni.
Fare coro? Dire del dispiacere e fingere lacrime? O nichilisticamente dire che il successo non è tutto nella vita? Che il carattere è quello che conta? Che campioni lo si è prima nella vita? Sono reazioni normali (per me). Io credo in questi assiomi fino al limite della cattiveria. Ma so che la cattiveria che è toccata in sorte al Pirata avrebbe ammazzato un bue. La malasorte (bisognerebbe usare parola napoletana per sentine l’assonanza onomatopeica) è stata pervicace e allora la compassione vera, il dispiacere umano e un ricordo quello delle letture in cui ne imitavo la voce
(in questa foto con gli amici Port’alba a Napoli, quanto ci si divertiva e che grandi serate, speriamo di replicarle), leggendo un brano di “Bebo e altri rbelli. La rivoluzione spiegata alle commesse”. Chissà se si potrà rileggere con quella leggerezza quelle clonazioni di interviste al Pirata!
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