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zeroarteuno :: luisa montalto
LUISA MONTALTO :: VOODOO THERAPY :: ACRILICI SU TELA
Il piacere e l'ironia della vendetta e del dolore altrui. Il voodoo interpretato come una pallina antistress da trafiggere, per fugare rabbia, noia e tristezza. Arte da infilzare, spiedini di acrilico e macumba a go-go per una serata dove sfogare il disprezzo con stile. Spilli inclusi.
"Kill me again, it's gonna be a glorious day."
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Luisa Montalto :: Voodoo Therapy :: acrilici su tela
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Se parliamo di sociologia, cioè di numeri e di tendenze, dobbiamo dire che la coppia è merceologia. E' cioè un sistema di acquisto e di vendita. Una commercializzazione. Provate a vivere soli (ma ora si stanno attrezzando anche lì...perché sì, anche single è merceleogia) e vedrete. Le confezioni del supermercato, le vacanze... Ci sono cose pensate merceologicamente e pubblicitariamente X2. Detto ciò non è meno vero che è così per un insieme di circostanze tutto sommato anche belle e buone. Ma quando qualcosa diventa brand è la fine. E chissà...magari il brand-coppia finisce perché è diventato moda, paccottiglia, vestito indosso a tutti. E così? E così si cercano spiagge dove nessuno va per lasciarci la bottiglia di plastica come un cane piscerebbe sulla ruota della mia moto (con tante moto parcheggiate sotto casa!). Alla fine c'è da dire che le perplessità dei benpensanti stanno messe facili ma male. Lì. Male perché alla fine da questo regime di completa apertura di possibilità - per entropia - alla fine tutti hanno quello che veramente vogliono (o anche sì, che è voluto per loro... peggio per loro) e possono scegliere. Alla fine del setaccio cosa resta? Il valore. Quello con il marchio (non il brand), l'(auto)certificazione della qualità. Contenti noi...
Questa è la marca del mio nuovo letto. Un letto che è un divano ma che alla fine è davvero un letto. E scrivo questo personalismo quasi mosso da un necessario bisogno di aggiornamento. Se LETTI riuscirà dovrà portare un ennesima pagina anche se il precedente letto rimane. Il foglio piegato a tre. All'occorrenza. Sono cambiate tante cose in relazione a questo neo acquisto? Sì. Tante. Tipo dormire sul divano e non aprire il letto. Aprire la seduta e infilarsi nelle coperte, aprire il letto come se fosse una pre(o)messa di sonno. E via così. Ve ne direi per ore. Per ora. Dopo credo anche di più.
Ieri cinema. Con gli amici D e O. Una splendida coppia di trentenni indennia gli anni. Con loro abbiamo scoperto (loro hanno scoperto) un cinema, il Broadway dove si possono vedere i film di botteghino a prezzi inferiori. Ieri Alexander. A parte qualche mio consueto appisolamento ho apprezzato la scena della battaglia iniziale, riprese aeree e tutto e la scena del ferimento in battaglia di Alessandro che fa rossa la soggettiva ed è incredibile che il colore dell'odio sia il colore della sconfitta. Incredibile ma quasi letterale. Ciò a dire che la collera contiene il colore della sconfitta? O al follia è parente della resa? Per il resto non sono entusiasta e rifletto a malincuore sul come e sul quanto (coscientemente e politicamente o ingenuamente) gli Usa facciano carne di porco della mitologia occidentale. Precristiana e cristiana. Deprivandola di ogni contenuto valoriale e storico (da magistra vitae) se ne servono come di un armamentario di neologismi moralistici. Eh sì. Cosa resta di uanreligione o di un eroismo fuori dalla sua storia. Solo moralismo o coattume. Lo stesso con cui si può combattere una guerra giusta. Che poi giusta non è.
PS Quando vado a cercare una foto di Alexander su Google (usando immagini e la sola parola) mi si apre come prima immagine uno che fa un pompino ad un altro. E mi viene in mente che ci sarebbe da dire delle cose a proposito di questa soave nota omosex che soggiace al film... Chissà come è stata letta dalla comunità gay americana...
Ho citato questo pezzo della Angelou che è bello. semplice e bello, perché mi ha colpito più della vocazione alla scrittura il terrore della scoperta, della caduta, della rivelazione. Una specie di incubo scolastico. Ricordate? Si andava al foglio bianco o alla lavagna come al patibolo di una rivelazione negativa. Si studiava, si pensava, si era sicuri e poi... E poi ci si rimordeva di terrore. Il terrore che all'improvviso qualcosa o qualcuno smascherasse la nostra impreparazione. E il lavoro non ha mai fatto difetto. Forse è la vita. Forse siamo noi anche se non so se alla fine le due cose coincidano e quanto ciò sia bello o terribile. E allora? Che fare? Scrivere e vivere. Le due o almeno la seconda che poi è la prima.
Maya Angelou scriveva:
Ogni volta che scrivo un libro, ogni volta che affronto quel blocnotes giallo, la sfida è tanto grande. Ho scritto undici libri, ma ogni volta ho pensato:"Oh,oh, adesso lo scopriranno. Ho ingannato tutti quanti, ma questa volta mi scopriranno."
Molti artisti temono di essere "scoperti", presto o tardi - e probabilmente presto. Quando creiamo, infatti, anche se sappiamo che una forza superiore opera con noi e attraverso di noi, l'opera si presenta al mondo portando il nostro nome. In questo consiste la lotta dell'artista. Se non creiamo spegniamo la Scintilla Divina. Se, invece creiamo, abbiamo la sensazione di mostrare al mondo un lato falso di noi stessi, perché sappiamo che quell'opera non l'abiamo realizzata da soli, anche se non l'ha fatto nessun altro.
Ma la lotta e l'imbroglio cessano quando smettiamo di negare il nostro talento e accettiamo di riconoscerlo..
Di Carvelli (del 18/01/2005 @ 09:36:19, in diario, linkato 1014 volte)
Mi è ritornata in mente questa parola greca. Reminiscenze di liceo. La tracotanza invisa agli dei. La memoria involontaria è stata sollecitata dall'incidente alla Paris-Dakar. da quella morte quasi letteraria o letterale: rompersi l'osso del collo. E mi ha ricordato anche una figura di un fiorentino che conobbi ani fa. Una persona virtuosa e dedita agli altri che aveva la passione della neve e del no-limits. Anche lui sparì nella neve, in uno strapiombo in un ghiacciaio. Rileggo Hybris, l'eccesso, nel nuovo libro di Umberto Galimberti, Le cose dell'amore, messa in realzione con la perversione. Amore e perversione. Freud che dice che mai come altrove nella perversione si esplicita l'onnipotenza dell'amore... Ecco perché non può essere felice l'amore vero, l'amore al massimo dell'eccesso? L'amore onnipotente è inviso agli dei, al destino? L'amore no-limits è destinato alla morte, al collo rotto?
E' (sta per) uscita oggi un'antologia con questo titolo e un mio racconto... vi farò sapere presto di più...
Il giorno 21 alle ore 20,35 credo LETTI sarà letto (un letto sarà letto) a
Grazie a L. ora so di che morte morire e ve lo dico...
Capricorno (22 dicembre - 19 gennaio)
"Una delle caratteristiche fondamentali della genialità è la capacità di brillare di luce propria", ha scritto il saggista John W. Foster. Anche se non sei un genio come Albert Einstein o Emily Dickinson, Capricorno, credo che uno dei tuoi talenti speciali si meriti questo titolo. Il problema è solo che non gli hai dato sempre le attenzioni che meritava. Che ne diresti di porre rimedio a questa negligenza nelle prossime settimane? Non più tardi del 1 marzo, spero che metterai in atto in modo disciplinato un piano a lungo termine per creare una serra metaforica dove coltivare questo tuo talento naturale.
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