Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ecco questa sopra è Daniela Gambino. Questo il suo official site. Lei è una scrittrice palermitana ma di fatto è la più americana delle nostre autrici. Are you agree? Ma quello di cui si vuole palare oggi e qui...hic et nunc...che non è né il verso degli ubriachi né il richiamo dei maiali innamorati...è la sua persona...la sua personalità (che parolone!!!). DG è detta molto bene dai suoi detti...i suoi modi di dire che sono sostanzialmente tre.
1 AGGHIACCIANTE (per dire di persona totalmente al di fuori delle larghe maglie della benevolenza gambina) di persona che fa testardamente qualcosa di sbagliato e contrario al senso (non buon...qualsiasi) ma a suo unico e cieco tornaconto
2 HAI PRESENTE QUELLI CHE....MA IO NON SONO COSI'...in pratica si tratta di un modo di paragonarsi per difetto....quelli che sanno sempre dove stare, quelli che stanno ore a scegliere come vestirsi, quelli che sanno sempre come dire, quelli che non hanno un momento di cedimento mai...MA IO NON SONO COSI' ed è detto con una punta di orgoglio e una punta di biologica insoddisfazione, come di chi sa di far parte di una selezione minore (ed è un diminuirsi che aiuta a sentirsi bene, ad essere al mondo giusti) ...seppur dignitosa...del medesimo genere che con un po' di ottimismo definiamo UMANO (noi con le parole siamo sempre eccessivi...ma Daniela non è così)
3 HAI VOGLIA TU... di solito condito da un MA CERTO...e sta a dire...e attenzione che qui parlo delle caratteristiche più preziose della Gambina ovvero LA GENEROSITA' e L'ASCOLTO...LA LARGHEZZA D'ASCOLTO...Hai voglia tu è il suo modo di assentire. Non dice sì...non dice hai ragione...HAI VOGLIA TU senza che ve lo dica è molto di più. Vale un sììììììììììììììììììììì ma neppure...è una specie....sì sto dalla tua parte, sì ti condivido in pieno....
Mi sembra abbastanza se poi si pensa che è anche una scrittrice di prima grandezza pure se qualcuno non se la ricorda o l'ha dimenticata o pensa che non scriva più. Scrive scrive eccome...Hai voglia tu...ve ne accorgerete...
Più o meno ricevo una quarantina di mail al giorno, forse cinquanta. Prima però erano tutte mail più o meno regolari...uno che ti scrive per dirti qualcosa, al limite un ufficio stampa. Ora ne ricevo più o meno un numero simile ma arrivano da mittenti americani, inglesi, molti croati ecc. Boh qualcuno dice che è roba che arriva dalla Cina. Virus. O pubblicità inutile. Perché se fosse utile avremmo tutti dei gran peni (con tutto il rispetto per i normodotati e anche per gli ipodotati) e invece tocca ogni giorno spazzare fuori dalla casella un fottio di stronzate. Forse sarebbbe il caso che si potesse cancellarle direttamente queste mail a cazzo (ovviamente non solo quelle di cui sopra!)...avere un comando che senza passare per l'anticamera lunga del cestino facesse andare via tutta questa robaccia. ma di gran lunga più strani sono i messaggi che ti arrivano da persone note (che non ti propongono di farti allungare l'uccello...ché sarebbe triste o magari imbarazzante o peggio denigratorio) e quelli che magari ti arrivano proprio da te...Insomma ti sei scritto una mail. Come ovvio e differentemente che il maiale...si butta tutto ma il sopetto è legittimo...e se ad altri arrivassero mail mie magari molto confidenziali o peggio molto molto confidenziali? Il terrore corre sul filo, si diceva quando c'era il conforto della verticalità. La Rete sembra fatta apposta per centrifugare tutto...e allora eccoci ad aprire una posta fatta di McColluogh, Andy Grey, Francesca, Giorgia, Pamala Beatris, Blanche Calloway, Direzione...
Questa è la foto che mi manda gusta...Che vorrà dire? Boh. Una minaccia? Speriamo di no. Allora...spoglio ancora in corso (quello delle schede...che qua la signorina ha già fatto!) quindi andiamo cauti. Ma una cosa è certa Il signor B. ...non ha vinto...anzi. Facciamolo dire al solito grande BENNI da il manifesto
E io pago STEFANO BENNI PresConsMi, eroe mascherato
Visto che il nostro numero
Te l’hanno dato
Avvisaci pure
Quando mandi l’avvocato
A corrompere un magistrato
Mandaci un messaggio
Se spendi i nostri soldi
Per riscattare un ostaggio
Dacci pure i dettagli
Se vuoi fare altri imbrogli
Non essere riservato
Tienici informati
Te ne saremo grati
Sfida che si gioca a turno secco. Senza tempi suplementari. La religione sometime cerca la cultura, cerca di farla sua (che pratica di mistica concezione, di catartico concepimento!). Dall'altro la cultura la rifiuta. Teme di perdere il primato, la guida, la centralità. Teme che l'accoppiamento faccia figli ciechi. Fuor di metafora, la Cultura non vuole la Religione tra i piedi. La Religione, nella presunzione che tutto si informi di sé non è poi così contraria. Salvo antichità assurbanipaliane alla fine, tempi moderni insegnano, la Religione se ne deve stare altrove, la Cultura deve essere assoluta...qualcuno dice, deve essere laica. Ma che vuol dire laico? Del popolo (o profano), dal greco laikos. Non sarà che la cultura e/o la religione ambiscano allo stesso obiettivo? Alle masse. Al popolo, appunto con diritti di primogenitura e totalitarismo? Provo a dire. E dico questo per dire di quanto sia difficile parlare di letteratura con la religione in evidenza se di cognome non fate Alighieri o Uccello (Paolo) o... Sembra quasi che salvo Testori, salvo Onofri...salvo che se ne stiano in questa zona ibrida...la religione si faccia i fatti suoi. E allora ecco Tagore (bono quello...c'è chi dirà), tanto per non smentirsi: "Il benessere umano è l'unica meta a cui dovrebbe tendere il fervore religioso". Beh così... alla fine ci si potrebbe mettere d'accordo no? Basterebbe mettere al centro un obiettivo...non dico ricreativo, no, salutistico almeno. Letteratura e ginnastica, come dire... E invece tocca vergognarsi s eti interessi di cultura a dire che la religione per te... meglio dire ...No no...oppio dei popoli. Se no? Se no magari ti bollano di destra o stupido o superficiale o colluso o non integro. O integralista...
Ieri con Nannaranà a sentire/vedere la Azar Nafisi e Jhumpa Lahiri (che con N. chiamiamo Napapiri per facilità). Che dire. Un po' lunga la Nafisi che legge un intervento forse non adatto alla situazione. Amalia Grè prima da me tanto amata mi è diventata un po' insopportabile... canta facendo mille mosse, commentando le canzoni con una retorica fastidiosa, la stessa che vocalmente le consiglia falsetti e gorgheggi - come si dice - "francamente" (si dice così no?) ridondanti. Meglio la Lahiri con alcuni spunti belli...tipo la scelta delle stanze da letto degli alberghi e il loro cambio. La sento è penso: nattativa USA.
Sulle elezioni mi sembra ci sia da dire poco. Bene Rifo. A livello di sinistra e più generalmente guardando all'arco costituzionale mi sembra sia successo davvero troppo poco per dire è una vittoria ma abbastanza per dire è una sconfitta con la chiarezza (per una vlta) di sapere di chi.
Quindi non retorica dei vinti ma crisi degli sconfitti. E anzi a proposito di vincitori (ci sono?) guardarsi dallo spumante. Qua si deve brindare ancora all'acqua minerale anche se le città e le province la dicono lunga. Alal fine c'è troppo equilibrio. Ma potrebbe cambiare con lo spostamento nelal destra e un po' di coraggio nella contrattazione.
Ormai è tardi per chiedere venia per l'autoreferenzialità. Il danno è fatto. Il dado è tratto. Il dato è dato. Dududu dadada. Insomma: parlerò di me stamane. Tanto per cambiare. E per dirla alla Gambino...sai quella gente che dice io sono... Beh io sono fatto che regolo ogni fenomeno, intendo quelli personali. Sta tutto dentro con un bel capanno di osservazione. Insomma sono lì che generalmente so cosa faccio e cosa non faccio. Che peso, direte voi. Più o meno dirò io. Perché in una vena di sana e non considerata follia poi faccio delle cappellate che non ti aspetti. Veramente. Alle volte manco io me le aspetto. Una agenda fittissima di impegni e io che all'improvviso stacco tutti i telefoni o mi infilo in una casa o in un cinema o in un negozio. Ecco...lì godo. E' come se prendessi per il c. la mia consueta sobrietà, il mio ordine. Forse è lì che ho salvato già tante volte la mia vita ed è lì che continuerò a farlo. Ieri la mia infrazione si è chiamata PAOLO. Spiego bene... Paolo è un mio amico di antica data. Ha un negozio. Figli. Moglie. Insomma sta davvero da un'altra parte ripsetto a me ancora pervicacemente solo. Insomma mi infilo nel suo negozio (stavo da quelle parti) e mi vola il tempo in storie che mi racconta, rievocazioni, punti sulla vita. Totti (che cojone...lo dicono un sacco di romanisti e me ne compiaccio!), l'amore, le donne indecise, quelle decise, quelle che ti fanno perdere tempo, quelle che non sanno che vogliono... la famiglia... Insomma...Aldo Giovanni e Giacomo in salsa romana. Alal fine ero un altro. Quello che si dice con bella parola RICREATO. Ah quello sopra è un quadro di Hopper. Si chiama Eleven a.m. Ovviamente l'ho messo perché mi piace. Ovviamnte per il senso di attesa e per un orizzonte doppio. Il mio che la guardo (l'occhio di chi l'ha vista) e il suo che guarda dove guarderei anch'io se fossi in stanza con lei e non potrei è chiaro guardare solo lei nella sua monumentale architettura di carne e pacatezza.
Di Carvelli (del 18/06/2004 @ 09:30:23, in diario, linkato 1078 volte)
E' con grande piacere che ho scoperto stamane nella prima pagina del dorso del CORRIERE DELLA SERA ROMA un citazione del mio letti in un corsivo di Valerio Magrelli. A perché lo considero uno dei più importanti poeti italiani viventi (vi prego di leggere in Einaudi serie bianca la raccolta almeno di tutte el sue prime raccolte) B perché dal poco che ne so e vedo mi sembra anche una persona di enorme sensibilità e attenzione. Fa riferimento ad un articolo che lessi settimane fa con grande impressione e con unghie mozzicate. C'è un autobus che va dal mare di Roma (Ostia) a Roma fa viaggi notturni con disperati viaggiatori dormienti. E' la loro stanza da letto.
Ieri ho comprato all'usato da Mel a via Nazionale (dove staziona ancora ametà prezzo al copia del mio libro...fate l'affare eh su!!! guardate che i libri usati sono belli...anche se quello non mi sembra molto usato e se è per questo manco letto) Dylan Thomas POESIE nella traduzione di Roberto Sanesi e nell'edizione Guanda fenice. Mi piace e leggo UN PROCESSO NEL TEMPO DEL CUORE. (...muta l'umidità in secchezza....Un tempo nel territorio delle vene/muta la notte in giorno...Un processo nell'occhio premonisce/le ossa della cecità...Un buio nel tempo dell'occhio/ è metà la sua luce...Un tempo nella carne e nell'osso/ è umidità e secchezza).
Ieri sera dopo aver sentito CARLOS FUENTES ci siamo domandati se è giusto che siano gli attori che leggono gli autori. Ce lo siamo chiesti perché pensiamo che sono gli autori che hanno sentito la voce...la voce del libro...sono loro che sanno le ossa, la carne, gli occhi...Ieri Fuentes ha propagato magie e sangue sulla gente dicendo il libro (non interpretandolo) e i libri alla fine vanno detti...ecco perché spesso è meglio che li dicano quelli che c'erano davanti a quell'inchiostro, a quella tastiera con tutta quella carne attorno.
Di Carvelli (del 20/06/2004 @ 10:03:56, in diario, linkato 1069 volte)
Fatti un esame di coscienza! Un’espressione che sentiamo sempre di meno. Farsi un esame di coscienza. Non deve essere casuale che non ci venga più rivolto un invito del genere. Qualcosa deve esserci che ci solleva da questo imperativo di dentro. Perché nessuno ci chiede più di guardarci all’interno. Criticamente. E per “criticamente” intendo quel modo di osservarsi che contenga la duplice possibilità del sì e del no, del bravo e del non-bravo, del giusto e dello sbagliato. Sto leggendo LA PAZZA DI CASA di ROSA MONTERO (Frassinelli).
E’ un libro molto interessante di una scrittrice di cui sapevo e tuttora so pochissimo. Mi ha attirato una recensione del domenicale del Sole24ore. Ieri anche TTL de La Stampa a firma di Angela Bianchini lo ha preso in considerazione. La Bianchini scrive “è il libro che qualunque scrittore, consapevole del suo mestiere, avrebbe voluto e potuto scrivere” ed è una frase bellissima. Un fiume con più affluenti: la consapevolezza, il volere, il potere. Tre piccoli corsi d’acqua senza i quali magari questo libro sarebbe stato un corso sassoso con poche pozze. E invece è un bel libro proprio per questa banale prospettiva di scrittura che invece è esaustiva. E’ incredibile quando vedi o leggi un qualcosa che pensi che anche un altro avrebbe potuto fare. Getta un’ombra di perplessità sul genio, un temporale sul fuoco dell’invenzione per l’invenzione. Il capitolo 7 in particolare merita letture e riletture. Vorrei poterlo (tra)scrivere tutto. La premessa: “perché uno scrittore si rovina?” Il bisogno di essere letto, dello scrittore. Il grande Robert Walser che si ammala di non-lettori, non-editori. Poi: “Una volta che finiamo sotto il fascio di luce proveniente dallo sguardo altrui, noi umani di solito desideriamo che il riflettore non si spenga mai.” E mi sembra così insolitamente casuale che ieri io sia andato a vedere il film dei Cohen
LADYKILLERS di cui non saprei dire male come altri amici hanno fatto recensendomelo. Ma mi viene il sospetto della via di mezzo della perfezione formale come resistenza all’ombra della mancanza del sole del genio. Un ombrello. Bello. Ben colorato e riparatore. Intanto meglio del precedente: mi è più chiaro perché due indipendenti accettino Hollywood…per fare un film così (a parte l’ovvia scrittura lì della Zeta e qui di Hancks) servivano soldi. Torno alla Montero: “Un’ultima riflessione sul motivo per cui il trionfo può distruggere definitivamente i romanzieri; il successo, nella società mediatica di oggi, non è più legato alla gloria ma alla fama; e la fama è la versione più dozzinale, instabile ed artificiale del trionfo.” E ancora Capote e Conrad e Rulfo. Casi di diverso tennis con l’ispirazione. E’ inutile che scriva altro se non l’invito alla lettura (magari furtiva di questo capitolo in qualche mercificata sala di lettura di librerie senza occhi pressanti).
Che faccio ci vado? Beh direi di sì...Alessio è Alessio, l'editore è il mio prossimo (a giorni!!!) editore ed è un appuntamento targato l'Ostile (www.lostile.org) e mi sta sotto casa....pare brutto davvero...
Ciao a tutti, una breve comunicazione per invitarvi a...
Presentazione del libro di ALESSIO SPATARO CRIBBIO
Vignette sul duce di questo ventennio Edizioni Interculturali
ore 19 buffet, prodotti tipici salentini
ore 20 presentazione con Alessio Spataro (introduce Dario Morgante)
ore 21 selezione musicale nuJazz, electronica a cura di DJ BAL di RadioOndaRossa (a fine serata cd musicale in regalo) Nello spazio della libreria sarà allestita la mostra 40 PICCOLI BERLUSCONI (a cura de L'Ostile). Alessio Spataro disegnerà per gli intervenuti!
LibreriaCaffè Lo Yeti Via Perugia 4 - Roma (isola pedonale Pigneto) --
Ieri ho rivisto L'UOMO CHE AMAVA LE DONNE di Truffaut e non ho potuto non ripensarci per tutto il giorno e oggi ancora. Succede per i grandi film, i gardi autori, i grandi amori. Succede. Il film di cui...per dirla con Totti e sanza sputi...è un vero e proprio manifesto che teorizza l'amore dell'amore, l'amore per l'amore. La clausola finale lo scagiona e lo insinua in quella sfera logica che ci fa fare 2+2 (le operazioni più semplici) cercando un riduzione ai termini infimi della complicazione. Si poteva chiamare LO STALLONE? L'UOMO DA DONNE (che pure mi piace)? NO. E' Truffaut stesso a dirlo in ultimo e a condurci in questa zona di senso nuovo dato dall'amore stesso del regista (e dal suo alter ego attoriale)
per il mondo femminile. Bisognerebbe prostrarsi dinanzi a tanta riuscita teorizzazione e lo facciamo stamattina certi di non perdere e non far perdere tempo a chi ci legge...specie se andrà ad acquistare in edicola il di cui...DVD.
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